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Aether Drop: “Mannequins” – Recensione

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Aggressività in salsa Rock e melodia sono le caratteristiche fondamentali del disco d’esordio dei capitolini Aether Drop, i quali pubblicano “Mannequins” per Agoge Records.

La formula che i nostri prediligono è quella di alternare parti mordaci e ruvide, senza per questo voler strafare ed eccedere, ad aperture melodiche ariose e distensive. È interessante notare come le chitarre, quasi sempre distorte, non abbiano suoni pompati ed artificiali, ma conservano una certa dose di naturalezza.

Gli Aether Drop non cercano di complicarsi la vita lanciandosi in tecnicismi inutili, ma badano piuttosto alla forma canzone e ad ottenere qualcosa che risulti interessante e coinvolgente. Tutto ciò lo ottengono grazie all’impegno di tutti i musicisti, i quali non cercano di prevalere l’uno sull’altro, ma contribuiscono a creare un tappeto musicale pregevole. Oltre al lavoro delle già citate chitarre, imbracciate da Mattia Lotini e Paolo Ripani, bisogna sottolineare anche l’apporto della sezione ritmica, costituita da Mattia Cocciolone al basso e Raffaele Pontillo alla batteria, il cui drumming è possente, ma non eccessivo e riesce a sottolineare i passaggi di ogni singola traccia.

Da menzionare anche le parti vocali di Luca Allori, il quali è incisivo nei frangenti più spinti, ma riesce ad essere convincente anche nelle aperture melodiche, che richiamano alla mente quelle di Myles Kennedy degli Alter Bridge.

L’apertura è affidata alla title track “Mannequins”, in realtà più un’intro atmosferica, che ci porta a quella che è la prima vera traccia, ovvero “Attitude”, che risulta sin da subito convincente grazie ad un riff portante trascinante ed un refrain facile da tenere a mente. Con la stessa formula i Nostri mettono in fila una serie di brani ben riusciti, come “Eyes Wide Open” nella quale il drummer non disdegna qualche colpo di doppia casa più spinto, “Tyranny Child, “From The Inside” che presenta ritmiche più sostenute, ma capace anche di una variazione melodica tra le più riuscite. Decisamente più rilfessiva “Keep Yourself Alive”, così come la conclusiva “Made Of Tears”, una power ballad coinvolgente.

“Mannequins” non è un album rivoluzionario, ma ci dimostra che è possibile creare qualcosa di bello ed interessante anche rimanendo all’interno di certi schemi. Gli Aether Drop convincono perché ci sanno fare ed hanno una spiccata propensione alla composizione di arrangiamenti molto curati, che colpiscono nel segno. Gli amanti del Rock Alternative, con qualche “sconfinamento” nel Nu Metal, apprezzeranno sicuramente il sound del quintetto romano.