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Anewrage: “ANR” – Intervista con Axel Capurro, voce e chitarra della band

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Anewrage

Gli Anewrage sono attivi dal 2009, ma solo adesso giungono al debutto sulla lunga distanza, non potevamo farci sfuggire l’occasione di parlare con la band e scoprire qualche dettaglio in merito a “ANR”.

Salve ragazzi, doveroso darvi il benvenuto sulle pagine di Metal In Italy, vogliamo ringraziarvi per l’attenzione che ci avete riservato. Presentatevi ai nostri lettori.

Ciao a tutti! Noi siamo gli Anewrage e la nostra formazione è composta da Axel Capurro alla voce e alla chitarra ritmica, Manuel Sanfilippo alla chitarra solista e ai cori, Simone Martin al basso e Alessandro Ferrarese alla batteria.

Gli Anewrage sono una band attiva dal 2009, ma solo dopo cinque anni siete giunti al debutto sulla lunga distanza, come mai questa scelta? Avete preferito “rodare” la band e trovare una vostra identità?

Sicuramente il nostro percorso di “rodaggio” è stato molto lungo. Nel 2009 avevamo tutti tra i 15 e i 16 anni e cominciavamo a muovere i nostri primi passi nella scena underground milanese. Da allora siamo cresciuti moltissimo e siamo passati attraverso una serie davvero lunga di esperienze, musicali e non. Prima di uscire con un album abbiamo aspettato di essere sicuri che quello che stavamo scrivendo ci rappresentasse a pieno. In questo senso dobbiamo ringraziare Riccardo Canato per averci convinto ad aspettare un po’ di più a beneficio di un disco ancora più sentito e personale, che dimostrasse un grado di maturità ulteriore.

Il vostro sound può essere definito “genericamente” Alternative Metal, ma è una definizione che calza abbastanza stretta, ritengo che le sfumature contenute in “ANR” siano ben più ampie, come lo descrivereste voi?

Alla domanda “Che genere fate?” Non siamo mai stati capaci di rispondere in modo adeguato! Siamo sicuramente una band che suona rock/metal moderno che non si fa troppi problemi di genere o di correnti: è sempre stato più importante scrivere e suonare cose che piacessero a noi in primis. Inoltre abbiamo tutti e quattro dei background molto differenti e molto variegati: è quindi naturale che in fase di arrangiamento si riversino nella struttura di un brano diverse contaminazioni sonore.

“ANR” è un album molto atteso, vi sentite sotto pressione?

Sicuramente non vediamo l’ora di far uscire questo disco e vedere la risposta del pubblico! È la nostra prima fatica discografica e l’abbiamo curata al meglio che potevamo, con tanto impegno, amore e dedizione. La gestazione è stata estenuante e ora che siamo agli sgoccioli siamo in preda all’euforia!

Domanda d’obbligo: soddisfatti dal lavoro svolto in fase di composizione e registrazione delle tracce? Immagino che la risposta sia affermativa, ma mi piacerebbe sapere quali sono secondo voi i punti di forza di questa release.

Il nostro obiettivo era quello di creare qualcosa che ci rappresentasse al 100%, e per quanto ci riguarda ci rispecchiamo tantissimo in questo lavoro. Siamo molto soddisfatti di ciò che è uscito in fase di songwriting e siamo ancora più soddisfatti del lavoro svolto insieme a Matteo Magni, che è riuscito a valorizzare quello che era già stato fatto dalla band e a tirare fuori il sound giusto per questo disco. Lavorare insieme in studio è stata un’esperienza fantastica!

Dodici tracce sono molte, mantenere per questo un certo livello qualitativo non è semplice, si corre il rischio di abbassare la tensione, ma voi siete riusciti a mantenere costante il livello emotivo che lega i brani, qual è il segreto alla base di questa alchimia?

Siamo sempre stati a stretto contatto fin da quando eravamo piccoli: il rapporto che c’è tra noi quattro è più simile a quello tra i membri di una famiglia che di una band. Conoscersi tutti così a fondo ci ha permesso di capire fin da subito cosa volessimo trasporre di noi stessi nel disco. Il nostro scopo era scrivere un disco composto da più parti che formassero una sorta di “discorso” musicale. Ci siamo sempre assicurati di mantenere un equilibrio di fondo tra le varie tracce a cui stavamo lavorando, soprattutto avendo così tanti pezzi diversi tra loro. Li abbiamo anche divisi per gruppi, ci siamo confrontati continuamente su cosa avesse senso aggiungere o meno alla tracklist e abbiamo pensato nel dettaglio all’ordine dei pezzi in modo tale che tutto fosse il più sensato possibile..

Tra tante canzoni aggressive, ci sono anche degli episodi più riflessivi, coinvolgenti e distensivi, come ad esempio “Eyes Of Broken Man” e “No More”, solo per citarne due, da dove nasce l’esigenza di stemperare i toni con queste composizioni più pacate?

Per noi non ha senso scrivere un disco intero di pezzi da manate in faccia senza un buon motivo per farlo! Tutto ciò che si descrive in una canzone deve avere una coerenza con la sensazione che suscita e per come siamo fatti noi sono due aspetti inscindibili. Per rappresentare lo spettro del nostro umore altalenante era inevitabile mettere in relazione momenti più cazzuti con spazi più distesi. Come ci sono giorni in cui si girerebbe volentieri con un machete in mano, così ci sono anche episodi più introspettivi e riflessivi. Abbiamo voluto che ci fosse un tono per ogni argomento trattato. Provate a pensare ad una persona che vi urla in faccia tutto il tempo, a prescindere dal suo stato d’animo: sarebbe sicuramente un caso antropologicamente interessante ma di certo comporterebbe non pochi sforzi per comprenderlo!

Dal punto di vista concettuale, quali sono le tematiche affrontate nei testi? C’è un filo conduttore?

Il filo conduttore di tutto il disco siamo proprio noi quattro. Ci siamo ritrovati dopo cinque anni a riguardarci indietro e a tirare le somme di tutte le esperienze vissute fino ad oggi, buone o cattive, e a rielaborarle tutte col famoso senno di poi. Molti testi infatti sono il riflesso di esperienze personali passate e altri sono semplicemente l’interpretazione di un punto di vista.

Capitolo live, è risaputo che le vostre performances sono infuocate, ci sono delle date a supporto dell’album?

Il 22 Novembre suoneremo all’Honky Tonky di Seregno (MB) per il release party di “ANR” insieme ai ragazzi dei Facing The Oracle. Il lavoro di preparazione per questo show dura ormai da mesi e mentalmente siamo già su quel palco! Stiamo lavorando per confermare varie date in giro per buona parte d’Italia e non solo. Non possiamo dire di più purtroppo, ma davvero non vediamo l’ora che sia tutto pronto!

L’intervista è conclusa, grazie per il tempo che ci avete concesso, speriamo di ospitarvi nuovamente sulle nostre pagine, vorrei che foste voi ad avere l’ultima parola, un saluto ai nostri lettori ed un messaggio per i vostri fans.

Grazie a voi di Metal In Italy per questa intervista. Vi aspettiamo il 22 Novembre all’Honky Tonky per fare insieme a tutti voi un Release Party che sia degno di questo nome!