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ArseA: “A New Dawn” – Recensione

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Arsea A new Dawn

“A New Dawn” è la seconda fatica discografica dei laziali ArseA, una “nuova alba” anche stilisticamente parlando, dal momento che il predecessore “Dreaming a New World”, uscito nel 2009, aveva mostrato delle potenzialità, ma anche alcune pecche.

A distanza di sei anni li ritroviamo con una proposta musicale decisamente più matura, il sound della band è rimasto sempre ancorato al Prog Metal, visto nella sua accezione più classica, ma è più personale e ben forgiato per aderire perfettamente allo stile degli ArseA. Non ci sono virtuosismi estremi da parte dei musicisti, il cui tasso tecnico è decisamente elevato, non c’è quella ricerca spasmodica di soluzioni contorte che rendono le tracce di difficile assimilazione, al contrario emerge una spiccata sensibilità verso soluzioni melodiche davvero accattivanti. Ciò ovviamente non si traduce in brani “spiccioli”, ma in raffinatezza compositiva e ricercatezza dei particolari.

Da notare come il sestetto riesca ad essere incisivo nel parti più mordaci, fatte di riff granitici, come in “VIII”, il cui incipit è semplicemente arrembante, in alcuni passaggi di “Defected Light” e “Cross The Line”, solo per citarne alcuni, ma sia in grado allo stesso tempo di colpire per la delicatezza delle melodie come nell’acustica “Behind”, traccia che mette in risalto la già citata ricerca di soluzioni raffinate.

All’interno del quadro generale bisogna rimarcare anche l’ottima prova del singer della band Matteo Peluffo, che predilige linee vocali acute e ben strutturate, che si amalgamano perfettamente con il tappeto musicale. Pregevole anche la produzione, che fa leva su sonorità cristalline che rendono ogni strumento decisamente riconoscibile e dotato della giusta dimensione, al fine di creare uno spettro sonoro gradevole in ogni frangente.

Il livello generale di “A New Dawn” si attesta su posizioni medio alte, grazie soprattutto ad una elevata coesione esistente tra i vari membri della band. Lodevole la tendenza a non rimanere impantanati in interminabili dimostrazioni tecniche, prediligendo una struttura più lineare e fruibile che si traduce in una visione focalizzata più sull’insieme che sui singoli protagonisti.

Gli amanti del genere Progressive troveranno in questa release pane per i loro denti, mentre gli ArseA possono ritenersi soddisfatti per aver trovato finalmente la quadratura del cerchio.