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Arthemis: il Release Party prima, dopo e durante. REPORT

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Un pomeriggio, una serata, una notte. Abbiamo vissuto il Release Party degli Arthemis dello scorso 22 aprile con la voglia di seguire questi ragazzi dall’inizio alla fine, nel loro giorno più bello, quello in cui il frutto di tanto lavoro ha trovato la giusta resa. C’erano gli amici di sempre, c’erano i colleghi musicisti, c’erano i fan dell’ultim’ora.
Un pomeriggio, una serata, una notte per essere vicini a questi ragazzi, assaporare i momenti del pre-show, quelli in cui inizi a farti un’idea di come suoneranno di lì a qualche ora, quelli in cui li senti parlare dei massimi sistemi, li osservi nei loro movimenti, nelle loro conversazioni e nelle loro follie.

Il pre-show – Gallery a cura di Matteo Virga

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Ci troviamo all’ArciTom, locale di Mantova che da poco si è aperto alla scena meno gettonata di sempre: il metal!
E’ un circolo, ci sono dei soci e non ci sono padroni. Solo amici con diverse sensibilità e diversi gusti musicali. Gli Arthemis vi erano già stati lo scorso inverno. Una sorta di banco di prova in quanto, con lungimiranza, si stava già cercando la location adatta per il Release Party. L’ArciTom rappresentava l’esatta sintesi geografica: due Arthemis dall’Emilia ed altri due Arthemis dal Veneto. Mantova perfetto punto d’incontro. Ma al di là del fattore logistico, il locale si presenta accogliente, ben curato e con ampi spazi sia interni che esterni.
Il compito di aprire le danze è toccato agli Atlas Pain, metallari e folkloristici quanto basta, anche loro della famiglia Scarlet, giunti sul posto con una vecchia Lancia Y blu, usata come van per la strumentazione. Carica sorprendente per questa band milanese che ha dato prova di grande padronanza del palco. Uniche e curiose le mimiche facciali del frontman Samuele Faulisi, al passo con il sound proposto, senza remore alcuna. Bravi ed interessanti.

Atlas Pain – Gallery a cura di Matteo Virga

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Release Party per gli Arthemis che hanno preso alla lettera la parola “Festa“. Giacca delle grandi occasioni per il cantante Fabio Dessi, emozionato come non mai. Se avesse potuto, avrebbe abbracciato uno per uno i presenti. Martongelli, Tresca e Terenziani invece concentrati e gagliardi (degno di nota il bass solo sulle note di “Whole Lotta Love”).
Protagonista assoluto: il nuovo album “Blood-Fury-Domination” (la recensione), dal quale sono stati estratti uno per uno i brani della tracklist, con un occhio di riguardo per quelli che sono stati i pezzi caratteristici della storia artistica della band, cover comprese. Come “Burn” dei Deep Purple, cantata in tandem con Giacomo Voli, super ospite della serata, compagno di merende e di studio del pig squeal con Dessi, o ancora l’intramontabile “Vortex” che ha ovviamente chiuso la serata. La menzione d’onore va alla ballad “If I Fall“: una prima volta per gli Arthemis, un esperimento per capire quanto la veste più intimista possa catturare l’attenzione del pubblico. E non c’è bisogno che si aggiunga altro. Esperimento riuscito.

Arthemis – Gallery a cura di Matteo Virga

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