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In Autumn: “La presenza social non è tutto, servono i live per farsi conoscere”

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I vicentini In Autumn hanno pubblicato il nuovo album “Greyerg”, abbiamo quindi colto l’occasione per approfondire la conoscenza della band e parlare della nuova release. Nel corso della nostra chiacchierata è emerso anche il discorso relativo alla promozione di una formazione underground, soprattutto in riferimenti all’attività live, fondamentale per farsi conoscere.

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. Iniziamo subito con le presentazioni, prima di parlare dell’ultimo album “Greyerg”. Chi sono gli In Autumn e quali le tappe fondamentali della vostra carriera?

Ciao Stefano, un grazie a te per questa intervista su Metal in Italy!
Il progetto In Autumn nasce a Vicenza nel 2011, l’intento del progetto è di rivisitare il suond della scena metal svedese. La prima formazione è stata completata nel 2013. Sempre nel settembre 2013 esce per Buil2Kill records il nostro album d’esordio Reborn che riscuote un buon interesse sia dalla critica sia dal pubblico. Poi sfortunatamente nel 2016 un brusco arresto ci ha costretti ad attendere 2 anni per ripartire ed uscire con Greyerg.Attualmente la line-up è formata da: Edoardo (voce), Cristian (chitarre, synth), Paolo (chitarre), Diego (basso), Marco (Batteria).

“Greyerg” è un album che arriva dopo un momento non proprio facile per la band. Avete mai temuto che questa release non vedesse mai la luce? O che magari gli In Autumn potessero cessare l’attività?

In effetti Greyerg arriva dopo un periodo abbastanza complicato per la band. Nel 2016 l’ex cantante ha deciso per motivi personali di lasciare il progetto, nello stesso anno il nostro chitarrista Cristian ha subito un intervento alla spalla con conseguente stop e lento recupero. Ti confessiamo che ci sono stati parecchi momenti in cui il morale generale era a terra, per fortuna sono stati ben gestiti e ora siamo qui!

Perché avete scelto come titolo per l’album “Greyerg”? Cosa rappresenta e soprattutto quali sono le tematiche affrontate nei testi?

Greyerg è un palindromo in cui appare specularmente la parola grey, ossia grigio. Cercavamo una parola che fosse sintesi della società attuale in cui la maggior parte delle persone finge nelle emozioni, nelle relazioni e con se stessi. I colori sono associati alle emozioni, mentre il grigio che non è un colore non appartenendo a quelli dello spettro, suggerisce l’assenza di emozione che per la psicologia è un sintomo di depressione. È il colore della monotonia e della tristezza. Il colore grigio è un colore non emotivo. È distaccato, neutrale, imparziale e indeciso, è il colore del compromesso: non è né nero né bianco, è la transizione tra due non colori. Le tematiche affrontate nei testi sono la continuazione per esteso di quello che volevamo dire con il titolo dell’album.
Abbiamo cercato di descrivere gli vari stati d’animo dell’uomo, scavando nel profondo per far uscire gioie e paure, solitudine e indifferenza.

Dal punto di vista sonoro una delle componenti principali è sicuramente la melodia, resa in forma oscura, malinconica. Come descrivereste il sound attuale degli In Autumn?

Sinceramente non siamo mai riusciti a etichettarci al 100%. Molti ci descrivono come melodic doom/prog altri come post metal. Noi nel frattempo continuiamo a cercare di rendere più personale possibile il nostro sound.

Rispetto agli esordi cosa è cambiato nel sound degli In Autumn?

Pensiamo che un’evoluzione del proprio sound sia una condizione naturale per una band. Con Greyerg abbiamo ricercato un impatto più diretto senza essere scontati. Abbiamo cercato soluzioni che mantenessero le atmosfere che hanno caratterizzato il primo disco, ma che allo stesso tempo avessero un muro sonoro maggiore e più coeso, ovviamente anche il minutaggio è sceso per non far disperdere l’attenzione durante l’ascolto.

Qual è il vostro approccio alla composizione? Seguite un iter preciso o vi affidate anche all’improvvisazione?

Sia per metodo che per tempistiche, lavoriamo spesso singolarmente. Poi, quando abbiamo materiale nuovo per le mani, iniziamo i classici scambi di mail fino ad arrivare alla sala prove, e qui ha inizio “ l’assemblaggio “ dei nuovi pezzi, con tutte le prove e modifiche che ne conseguono, quindi da un certo punto di vista possiamo dire che una parte d’improvvisazione è presente anche se definita.

Tra il lavoro in studio e l’attività live, quale delle due dimensioni preferite?

Un buon lavoro in studio crea sicuramente le basi per una buona esibizione live.
In studio e in sala prove si cerca sempre di perfezionare al massimo i brani, se c’è un errore ci si ferma e si riparte, se c’è da lavorare su una canzone perché “gira male” ci puoi dedicare l’intera serata. In live questo non è possibile, può esserci sempre l’imprevisto, quindi bisogna essere pronti a gestire nel miglior dei modi qualsiasi cosa succeda, però la sensazione di suonare su un palco, piccolo o grande che sia, non ha prezzo!

Rimanendo in tema live, quali sono le difficoltà che una band underground incontra nel trovare serate in giro per l’Italia?

Ci piacerebbe molto in un ritorno importante della scena underground. Ad oggi il problema principale è che la scena è poco supportata, si fa fatica a farsi conoscere. Anche se c’è la presenza dei canali social, alla fine servono i live per creare interesse nei propri confronti. I locali ci sono, ma l’utenza sembra prediligere l’ascolto di tribute band piuttosto che di band con musica propria e così, molte volte, riuscire ad avere uno spazio in un locale non è facile.

Il 2019 è appena iniziato, quali sono i programmi per i prossimi mesi?

La promozione del nostro nuovo album procede bene, siamo tuttora al lavoro per aumentare la visibilità sia a livello social che live. Ora siamo in quella fase di attesa dovuta dalle tempistiche, ma a breve dovrebbero arrivare nuove recensioni, interviste e anche i tanto desiderati live. Stiamo lavorando ad un nuovo video e abbiamo ultimato tutto il merch che a breve metteremo nei nostri canali di vendita.

Grazie mille per la vostra disponibilità a voi le ultime parole per i nostri lettori. A presto!

Vogliamo ringraziare Stefano e Metal in Italy per averci dato questo importante spazio.
Un grazie anche a tutte le persone che leggeranno questa intervista.
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Vi aspettiamo sotto il palco, supportiamo la scena.
A presto!
In Autumn.