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Betoken: “Beyond Redemption”

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Quinto lavoro di elevata qualità per la band lombarda Betoken, combo che vanta esperienza sulla scena da ormai quindici anni. Questi navigati musicisti possiedono le capacità per riuscire a coniugare, partendo dalle radici heavy di stampo ottantiano, sfumature tecniche dal sapore prog, fino a toccare sonorità talvolta oscure, non disdegnando, in aggiunta, qualche rimando dal chiaro sentore power metal. “Beyond Redemption” è un ensemble di tutte le caratteristiche appena riportate e racchiude, per altro, tematiche di alta caratura letteraria. Infatti, nella quattordici tracce che formano il lavoro, vengono narrate le vicende direttamente ispirate dal “Faust” del celebre drammaturgo britannico Christopher Marlowe. Sia chiaro, ascoltare e analizzare ogni elemento, sia di carattere tecnico che di contenuto, presenti in questo disco non è proprio una passeggiata…

L’apertura è affidata alla song d’impatto e dai caratteri teatrali “A Thirst for Knowledge”, che si snoda tra tosti riffs e sontuose orchestrazioni, queste ultime rappresentano la spina dorsale della composizione. Di matrice propriamente heavy è il brano “Renounce”, in cui anche gli stacchi strumentali ricordano caratteristiche strutturali che strizzano l’occhio a contenuti power. A dire la verità, in più di un frangente sembrano riaffiorare alla mente alcuni passaggi dei primi Kamelot, anche per quanto concerne l’impostazione vocale. Altri frangenti molto validi, in questo brano, sono quelli riguardanti le variazioni sincopate che si snodano verso la fine. Di simili fattezze, anche se dalle ritmiche più blande, è “Quid Tu Moraris”, mentre, degna di particolare attenzione è la song “The Man Who Would Be the Devil” la quale, mediante riffs d’impatto ed una struttura strascinante, rappresenta un ascolto più che convincente. Una vera perla è la cadenzata “Sparks of Grace Betrayed”, in cui, già dall’avvio, possiamo evincere una struttura compositiva dalle sonorità oscure e tempi dispari. Il prosieguo di tale brano si snoda tra scambi vocali maschili e femminili che si elevano su arrangiamenti strumentali ed orchestrali da dieci e lode.

L’album, che continua a prender forma attraverso buone tracce, come ad esempio “Ab Urbe Corrupta”, in cui sono ancora una volta le sonorità dal vago sapore sia malinconico che potente a formare una composizione di alto livello, ci presenta, nella seconda parte di esso, quello che oserei definire il pezzo forte di “Beyond Redemption”, ovvero “Point Of No Return”. Si tratta di un insieme di parti strumentali ben strutturate, condite da prestazioni vocali ancora una volta in linea con le caratteristiche di genere, ma che presentano una maggiore varietà di esecuzione. In questo brano sono presenti eccellenti strutture soliste di chitarra, quali ponti che conducono ai ritornelli. Vanno sottolineati, anche in tale brano, i convincenti incisi sincopati che fungono da collegamenti tra le varie parti. Non passa inosservata neanche la track strumentale “Helen Of Troy”, così come “Damned Soul Insomnia” e l’ultimo atto del lavoro, costituito dall’outro di commiato “Beyond Redemption”, breve composizione costituita da buone esecuzioni orchestrali.

Nel complesso “Beyond Redemption” è un lavoro suonato in maniera ottima e di produzione più che buona. L’uso delle orchestrazioni è azzeccato in ogni frangente, così come sono positive le prestazioni della voce principale e di quelle aggiuntive, che fanno la propria comparsa all’ interno delle varie tracce. Non è un album per tutti, o meglio, non è un ascolto facile, come detto in prefazione, a causa della complessità strutturale e di contenuto. Possiamo affermare che serve impegno ed una certa preparazione o predisposizione d’orecchio, per riuscire ad apprezzare a pieno tutto il disco. Ma sicuramente, chi si avvicinerà alla musica proposta dai Betoken, riscontrerà la presenza di materiale di qualità.