Dopo aver pubblicato nel 2014 “The Storyteller, Part One”, i Black Wings of Destiny> pubblicano la “Part Two”. Alcune storie sono nuove, altre invece si intrecciano con il lavoro precedente. Scoprirete come andò a finire con la vedova Jane (ora in copertina), cosa lega Dillinger al cinema italiano di qualità, l’amore della band torinese per Edgar Allan Poe.
Non solo: ci saranno anche racconti attuali che scavano nel fronte della disperazione umana. Questa volta il risultato ha un sapore più metal, mantenendo però anche tutte le influenze – stoner, sludge, southern – che hanno sempre contraddistinto il gruppo. Insomma, in un disco solo ve le cantano e ve le suonano pure.
La furia dei Black Wings of Destiny compare alla fine del 2009 raccogliendo la rabbia di esperienze precedenti, come Sickhead e Concrete Block. Suonano metal, suonano stoner, suonano sludge, southern e rock ‘n’ roll: insomma, suonano tutto quello che non sia pulito. Gli piace cantare le meschinità del mondo ed esplorare gli abissi dell’anima e le contraddizioni dell’essere umano. Non suonano per vivere ma vivono per suonare.