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Death SS: la risposta della band alle polemiche post Agglutination

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Sacrifici di animali, odi a Satana e tutto ciò che il cliché ignorante sulla musica metal, la musica del diavolo, comporta.
Ignorante nel senso che ignora. Perché se la referente regionale della Basilicata del Popolo della Famiglia, soggetto politico che fa capo a Mario Adinolfi, fa riferimento ad una legge che punisce “l’incitamento alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” per spiegare il suo disappunto circa il concerto dei Death SS all’ultima edizione dell’Agglutination, allora vuol dire che si ignorano diverse cose.

Ciò che appare abbastanza evidente è che l’invettiva di tal Valeria Giorgio nei confronti dell’Agglutination e del suo patron Gerardo Cafaro abbia un retrogusto politico, essendo lo stesso Cafaro vice sindaco di Chiaromonte, paese del potentino che ha ospitato l’Agglutination.

Ma lasciando da parte le beghe politiche, i Death SS hanno deciso di emanare un comunicato stampa dopo i fatti di Chiaromonte.

Questo il comunicato:

I DEATH SS RISPONDONO ufficialmente alle accuse da parte del “Consiglio Pastorale Parrocchiale e gli Operatori Pastorali” di Chiaromonte, in seguito al concerto Agglutination.

Riscontriamo il comunicato firmato dal “Consiglio Pastorale Parrocchiale e gli Operatori Pastorali” di Chiaromonte (PZ) all’indomani del Festival Musicale Agglutination del 19 agosto 2018, del quale respingiamo integralmente il contenuto.

Chi ha predisposto il comunicato, con toni solo apparentemente pacati, sembra ignorare che in Italia la libertà di espressione, anche artistica, è tutelata dalla Costituzione senza limitazioni di sorta; e che reati anacronistici, come quelli cui il comunicato sembrerebbe fare riferimento, sono stati depenalizzati.
Ciononostante ci troviamo costretti, per difendere la nostra immagine, a rispondere punto per punto alle accuse che ci vengono mosse.

Da più di 40 anni i DEATH SS portano in scena con successo sia in Italia che all’estero una rappresentazione teatrale di genere horror/grand-guignol, e sono considerati capostipiti di un genere musicale e artistico che fonda le sue radici sulla rappresentazione di scene DARK – GOTHIC – HORROR, alla stessa stregua della visione di un film, come del resto fanno da decenni altri artisti di riconosciuta fama mondiale, quali BLACK SABBATH, ALICE COOPER, ROB ZOMBIE o MARILYN MANSON tra i tanti.

La band non interagisce col pubblico, limitandosi a suonare e a portare in scena i vari sipari teatrali che la singola canzone interpretata richiede, senza emettere proclami o incitazioni di sorta, a favore o contro qualsivoglia ideologia religiosa o politica.

La band non ha mai professato apertamente alcuna religione, né tantomeno promosso il satanismo o atti di vilipendio al cristianesimo o ad altre confessioni; né i suoi musicisti appartengono ad alcuna associazione religiosa. L’uso di alcune iconografie religiose ha puro scopo teatrale.

Le croci utilizzate sul palco sono coreografie rappresentanti un cimitero, entro il quale si svolge la rappresentazione in copione, e non sono utilizzate capovolte come nell’iconografia satanica (che chi ha predisposto il comunicato dimostra di non conoscere).
La croce di fiamme esibita durante la canzone “Terror” non intende profanare il Crocifisso in alcun modo, bensì l’esatto opposto, in quanto rappresenta la luce della ragione che mette in fuga le anime erranti (in questo caso gli zombie che escono dal cimitero, interpretati da appositi figuranti truccati).

L’atto autoerotico che sembra tanto scandalizzare il Consiglio Pastorale, non è che un richiamo a film horror come “L’Esorcista” o “ I Diavoli” di Ken Russell, ai quali la canzone “vampire” si ispira.

Riguardo invece il lamentato “uso sacrilego del calice e delle ostie con un rituale macabro mediante l’uso di un incensiere realizzato con il teschio di una capra fumante, il cui significato è (per loro) inequivocabile”, invitiamo i solerti censori (che evidentemente non hanno neppure guardato bene lo spettacolo) a fare maggiore attenzione. Le “ostie” erano cialdini farmaceutici e sono stati manualmente distribuiti a fine concerto dalle tre attrici durante il brano “Heavy Demons”, mentre “l’incensiere” in questione è il simbolo della divinità animistica haitiana “Baron Samedi” (il cosiddetto “guardiano dei cimiteri”), ed è costituito da un trittico di teschi, umani ed animali (ovviamente finti) con un sigaro acceso in bocca.
Non c’è quindi alcun nesso, neppure temporale, tra la realtà dei fatti e le accuse contenute nel comunicato, che nascono da un’interpretazione, nella migliore delle ipotesi, superficiale e arbitraria.

Ciò che secondo il Consiglio Pastorale è “un messaggio altamente non educativo”, altro non è che un tipo di spettacolo, evidentemente non adatto al gusto e alla sensibilità degli Operatori Pastorali; spettacolo al quale, se non gradito, bastava non presenziare.

Riteniamo poi particolarmente sgradevole e fuori luogo quanto apparso sul quotidiano Gazzetta Del Mezzogiorno , Edizione di Potenza . A pag. 9 dell’ edizione del 28 agosto nell’articolo a firma di Massimo Brancati: “..in paese c’è chi parla di sacrifici di animali DURANTE e dopo il (nostro) concerto, all’interno di un rituale macabro”; il quale giornalista riporta volentieri chiacchiere prive di qualsivoglia fondamento, piuttosto che sentire cosa i sottoscritti avessero da dire: gli avremmo spiegato che buona parte di noi è dichiaratamente e comprovatamente vegano e animalista.

Dello stesso tenore quanto dichiarato dalla sig.ra Valeria Giorgio al portale Sassilive.it il 28.08.2018, la quale (citando disposizioni normative a casaccio o inesistenti) chiede che le autorità competenti verifichino se possiamo essere incriminati per qualche reato.
Invitiamo la sig.ra Giorgio a studiare meglio il Codice Penale: si accorgerà che siamo nel 2018, e i reati da lei citati sono stati in gran parte depenalizzati da un pezzo; e la invitiamo anche a dimostrare che il DEATH SS abbiano commesso gli atti da lei citati, durante il concerto.

Ulteriore invito ci permettiamo poi di rivolgerlo agli “Operatori Pastorali” del Consiglio di Chiaromonte: a verificare con più attenzione la natura del messaggio che credono di aver ricevuto, e ad abbassare i toni inquisitori nei confronti di un gruppo che da oltre 40 anni non offre altro che una rappresentazione artistica, seppure estrema: e ciò senza perseguire fini religiosi o politici, come invece appare evidente dai succitati articoli, dove il concerto e la sua presunta “blasfemia” paiono un evidente capro espiatorio per una lotta intestina di potere ai danni dell’Amministrazione che l’ha organizzato.
La politica, come già detto, non ci riguarda: ma ogni atto calunnioso o diffamatorio nei nostri confronti troverà d’ora in avanti pronta e adeguata risposta in tutte le sedi competenti.

Concludiamo riportando parte del commento del solo pubblico che ci interessa, i giovani di “Basilicata Metal” che, lungi dall’essere burattini manovrati da “insidiose ed oscure forze maligne”, sono venuti al Festival per l’unico motivo per cui è stato organizzato: passare una giornata pacifica nel segno della musica e dell’intrattenimento.
“…..Si tratta dunque di un festival in cui gli spettacoli hanno appunto argomenti artistici, nell’accezione più democraticamente pluralista e rispettosa delle libertà di pensiero e di espressione garantite dalla Costituzione Italiana. È una manifestazione culturale che non viene imposta alla collettività come accade con altri tipi di manifestazioni: chi non ritiene interessante assistervi o per suo gusto o per sua sensibilità non è costretto a farlo, essendo uno spettacolo a pagamento a cui può assistere solo chi decide di sua spontanea volontà di pagare un biglietto. La presenza delle forze dell’ordine e di diverse testate giornalistiche e televisive dall’inizio alla fine del festival (come in ogni grande manifestazione che si rispetti in Italia) è a testimonianza, fra l’altro, dell’inconsistenza delle calunnie portate avanti da persone che non erano presenti, ma pronte ad inventare assurdità che vanno oltre l’offesa per l’intelligenza di chi legga le dichiarazioni in questione. Attaccare in maniera così pusillanime e priva di fondamento quella che è la più importante manifestazione culturale per decine di migliaia di cittadini italiani è un pericoloso ed antidemocratico attacco alla libertà di ogni cittadino, un’imposizione a cui fermamente noi metallari italiani ci opponiamo, con piena fraterna solidarietà e facendo quadrato attorno a Gerardo e all’Agglutination, senza distinzioni di idee politiche, filosofiche, religiose…”

I DEATH SS