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Deceptionist: “Inizializing Irreversible Process” – Recensione

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I capitolini Deceptionist giungono al debutto sulla lunga distanza con “Inizializing Irreversible Process”, album pubblicato dalla californiana Unique Leader Records. Nei dieci brani che compongono la tracklist i Nostri ci propongono altrettante composizioni che hanno come punto di riferimento una forma di Death Metal brutale dai connotati prevalentemente meccanici e quadrati.

Questa definizione calza molto bene allo stile proposto, perché le tracce fanno leva su ritmiche nervose, che alternano parti lineari ad altre decisamente caotiche. Ad emergere è soprattutto il lavoro svolto dalle chitarre, il cui riffing non si adagia su progressioni di accordi scontate, ma preferisce avventurarsi in riff velocissimi, conditi da linee vocali gutturali e monocorde, ad opera del volcalist Andrea Di Traglia.

Non c’è spazio per la melodia in “Inizializing Irreversible Process”, perché l’intento è quello di annichilire l’ascoltatore a suon di bordate dall’elevato potenziale distruttivo. Da rimarcare la perizia con la quale i due axemen Fabio Bartoletti ed Antonio Poletti elargiscono legnate dalla violenza inaudita, condite dal drumming frenetico e preciso di Claudio Testini.

La componente “meccanica” pervade tutta la release e sembra essere il filo conduttore di un album curato fin nei minimi dettagli. Da non sottovalutare la produzione che può contare su una resa sonora cristallina ed equilibrata, che permette ad ogni strumento di emergere senza prevalere. Questo full length ci presenta una band molto coesa e con le idee ben chiare, che non lascia spazio ad inutili orpelli compositivi.

Parliamo di Tech Death Metal, ma la freddezza delle macchine non influenza la prova dei Deceptionist, i quali in “Inizializing Irreversible Process” mettono anima e cuore.