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Defallen Prophecy: “Death, Hate, Love, Life” – Recensione

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Debuttano con l’Ep “Death, Hate, Love, Life” gli imolesi Defallen Prophecy, consegnandoci un prodotto ben realizzato, ma purtroppo ancorato saldamente a quegli che sono i canoni del Metalcore, con Parkway Drive in primis tra le influenze.

Se, da una parte, si potrebbe obiettare dicendo che ci sono altri generi musicali nei quali i gruppi si affidano a soluzioni decisamente simili tra loro, è vero anche che molte band, pur rimanendo nei solchi di un determinato genere, riescono a conferigli personalità, fine al quale dovrebbero mirare anche i cinque ragazzi in questione.

L’Ep contiene quattro brani più una bonus track, costituita dal remix in chiave Dubstep di “Heartbreak”, che non brillano di luce propria.Esprimo questo parere con l’amaro in bocca, perché i Defallen Prophecy svolgono bene il loro compito, dimostrando di avere le capacità per fare qualcosa di più, ma si limitano a realizzare un prodotto troppo carico di cliché che li accomunano ad un numero imprecisato di altri acts nel resto del mondo. Sin dall’opener “Panta Rei” è ben chiara la linea stilistica, la cui ossatura è costituita da chitarroni dalla distorsione potente che colpiscono l’ascoltatore con breakdown accattivanti che si alternano ad aperture melodiche. Questa alternanza coincide anche con linee vocali che vedono momenti in growl fare il paio con parti clean, come Metalcore comanda.

Tutti i brani sono carichi di groove, che sono certo incendieranno i palchi calcati dalla band, così come i frangenti più riflessivi meritano di essere cantati a squarciagola. Però…dove sta il problema? Purtroppo nella mancanza di una propria identità, quel quid che permetta ai Defallen Prophecy di emergere e farsi riconoscere. Al termine dei quattro pezzi, tralasciando il remix, rimane ben poco da ricordare, “Death, Hate, Love, Life” sembra un esercizio di stile ben fatto.

Non me ne vogliano i ragazzi, perché questa non è una bocciatura, è soltanto una esortazione a fare di un genere inflazionato qualcosa di personale, trovare una soluzione tale da poter dire al primo ascolto: “Sono i Defallen Prophecy!” e non la solita band Metalcore.