I Dunwich, storica band nata da un’idea di Claudio Nigris, ispirati dalla tragica fine della città di Dunwich, tornano con il lyric video di The Crypt Of The Hattis, brano nato 35 anni fa e riportato in vita grazie alla collaborazione con alcuni musicisti di spicco del panorama nazionale.
Lasciamo la parola al mastermind Claudio Nigris che ci spiega la genesi del progetto.
Eccomi di nuovo con il mio progetto Dunwich (ora assestato a duo con l’ingresso del mio primo chitarrista Vincenzo Trasca). Questo brano nasce 35 anni fa (era il 1987), non finì mai su nessun demo-tape e fino allo scorso anno dormiva beato e dimenticato in un cassetto; in realtà su un vecchio nastro analogico. Dunwich è così, dorme per anni (non per secoli perché non sono immortale), e all’improvviso, si desta e le luci della città si accendono di nuovo.
Lo scorso anno abbiamo provato a fare una reunion (in realtà volevano stampare su cd i nostri vecchi nastri in onore della nostra prima batterista Fabiana); con la stessa formazione dei primi due demo tape degli anni ’80 (Claudio, Vincenzo, Max (MAETH) e Paolo), ma a parte Vincenzo (chitarra), non è stato possibile per i motivi legati all’attuale situazione mondiale.
Quindi, ho chiesto a Elisabetta Marchetti (voce), Marco Mastrobuono (basso), e a Bernardino Ponzani (batteria) di dare una mano a me e Vincenzo per riportare in vita due brani inediti di quel tempo (non sapete ragazzi quanto vi adoro ancora). Sia Elisabetta che Marco suonano nello splendido gruppo che sono gli Inno (https://www.facebook.com/innoofficialpage), un gruppo che già nel loro primo lavoro esprimono una buona scrittura, e soprattutto tanta tecnica e tanto cuore.
Il primo dei due brani si intitola Crypt of Atthis (il testo è di Elisabetta marchetti) ed è ispirato al racconto ‘I ratti nel muro di H. P. Lovecraft e Le atmosfere sono tipiche dei primi anni ’80. Ho deciso di ricominciare laddove avevo iniziato, quindi confermo che stiamo scrivendo nuovo materiale con l’intenzione di pubblicare, per il prossimo anno, un nuovo Lavoro.
Un sentito ringraziamento a Matteo Kutso Gabbianelli e Marco Mastrobuono per tutta la pazienza e la cura con cui ci hanno assistito alle sessioni di registrazione\missaggio e a Stefano Mastronicola (grazie di cuore Stefano) per la realizzazione del Lyrics video che presentiamo. Restate sintonizzati perché a breve presenteremo il secondo brano.
