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Eldritch: “Underlying Issues” – Recensione

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Ci sono persone che hanno un dono: quello di riuscire a mettere nero su bianco le proprie emozioni, a volte anche la propria vita, non con la speranza che qualcuno legga o ascolti quelle parole, ma per il semplice bisogno di tirare fuori tutto quello che si ha dentro.
Tormenti ed emozioni che segnano un’esistenza e nonostante bene o male tutti noi viviamo gli stessi drammi e le stesse gioie, c’è chi riesce a raccontare se stesso ogni volta in maniera diversa, senza risultare banale o ridondante.
Basterebbero queste poche righe per descrivere il decimo album degli Eldritch, ma faremmo un torto alla musica perchè ci soffermeremmo solamente sul’impatto emotivo delle parole.
La componente psicologica di “Underlying Issues” però è più forte di quella prettamente musicale, ma bisogna saper leggere tra le righe ed aprire cuore e mente ad un lavoro di notevole fattura.
Con questa release gli Eldritch non fanno altro che confermare la valenza e la credibilità costruita negli anni, ma probabilmente Terence Holler e soci non vogliono questo: non sono qui per dire “Noi facciamo buona musica”, “Sappiamo scrivere, suonare e cantare”. Lo sanno già e lo sanno le persone che li seguono dagli inizi.
“Underlying Issues” serve alla band non solo per ribadirlo, ma per testimoniare quanto la musica possa essere mezzo di trasporto per le emozioni, senza ritardi e senza biglietti da obliterare.
Forse, l’aspetto curioso è che ci sia il sentimento alla base di quest’album, raccontato in tutte le sue sfumature; curioso perchè a volte si considera l’ “amore” un topic troppo frivolo per le lyrics, ma lasciamo questa considerazione ai chiusi di mente e a chi non riesce ad emozionarsi.

Il biglietto da visita di “Underlying Issues” è “Changing Blood”, track che mette subito in chiaro le cose e che non ti lascia dubbi sul fatto che gli Eldritch abbiano lo stesso smalto degli esordi, anzi, con un pizzico di convinzione in più, dovuta anche ai cambi in lineup degli ultimi tempi che hanno reso ancora più rude il loro sound. Con una certezza, l’ennesima: le chitarre di Ginanneschi e Eugene Simone (suo il 90% degli assoli) che sono il bollino che certifica qualità. La stessa di Terence alla voce (e lui artigiano della qualità lo è per davvero – leggi l’intervista), un Peter Pan dai capelli lunghi, per il quale il tempo non passa.
La vera svolta dell’album è racchiusa in “Broken”, la mia preferita, per la potenza delle liriche e per il fatto che sia dannatamente assimilabile, ma anche in “The Face I Wear” dove c’è questo breve appiglio in stile Pantera che piace molto.
In “To The Moon And Back” si può apprezzare la combine musicale di Lor Signori alle chitarre, mentre in “Piece Of Clarity” la scena è tutta di Raffahell Dridge: una macchina da guerra che sa quando caricare cannoni e quando trafiggere con le lance; batterista dotato di una misura d’alta scuola.
Relegare “Underlying Issues” alla semplice etichetta del Progressive è altamente riduttivo. Quest’album è molto più hard rock di quanto voglia sembrare, semplicemente perchè sono le linee musicali ad esprimersi direttamente, senza che si affidi all’atmosfera il compito di creare il giusto mood.
Gli Eldritch riescono in questa prova grazie alla loro visione d’insieme, grazie alla perfetta alchimia che è stata creata tra i membri e che sembra resista nel tempo. Anche perchè, la matematica insegna che cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia.