Home Recensioni Endless Pain: “Cosa Nostra” – Recensione

Endless Pain: “Cosa Nostra” – Recensione

SHARE
Endless Pain cosa nostra cover

Ritorno in grande stile quello degli Endless Pain, i bresciani attivi ormai da 15 anni godono di una certa credibilità sia in patria sia all’estero e “Cosa Nostra” non fa altro che confermare le aspettative.

Perseveranza, determinazione, voglia di crederci fino all’ultimo e di mettersi in gioco, questi sono gli Endless Pain del 2015. E se non avessero avuto queste qualità, adesso non avremmo parlato di “Cosa Nostra”, un vero gioiellino marcio di puro Death Metal, una frustata di autentica violenza senza compromessi!
Chi li segue dagli esordi sa benissimo che (anche grazie a diversi cambi di line-up) dopo gli inizi prettamente Thrash la band ha avuto un cambio stilistico non indifferente a partire dal penultimo album “Chronicles of Death”, una sterzata brutale che ci presenta una band in stato di grazia!

“Cosa Nostra”, come si capisce dal titolo è un concept che parla di mafia ed è, come giusto che sia, dedicato a tutte le vittime della terribile organizzazione criminale.

La mafia provoca rabbia e riflessione e le canzoni che compongono questo album trasudano frustrazione ed ira da ogni fraseggio. Ascoltare per credere!
Dopo l’intro parte come una bomba “Dishonor before death” e subito le cose sono messe in chiaro, death violento ma ragionato, violenza e velocità ma anche passaggi pregevoli di chitarra. Sulla stessa scia si muove “Nel nome del padre” (pezzo che già da un po’ di tempo è online con un lyric video).
“Good fuckin’ fellas” rallenta un po’ il ritmo ma non l’intensità, in evidenza qui la sezione ritmica: potente e granitica! “Evil Empire (Cosa Nostra)” si muove su territori molto thrash, salvo poi estremizzarsi nella seconda parte, pezzo davvero notevole. “Murder Of Honor” è un altro pezzo che risente molto del passato thrash ma solo in alcune strutture e in alcuni riff di chitarra. Inizio melodico per “Omertà” in evidenza la chitarra solista, ma un urlo di Tito fa esplodere il pezzo ed è cattiveria pura! Davvero di spessore il finale del disco, “Trasversal Vendetta” e “The left Hand” sono a mio avviso gli episodi migliori del disco, contengono un po’ tutti gli elementi che contraddistinguono il loro sound di oggi: il passato thrash fa sempre capolino, ma ormai gli Endless Pain sono passati definitivamente al death e se questi sono i risultati non possiamo che gioirne.

La band è in forma strepitosa, abbiamo già citato sezione ritmica e chitarre ma vorrei fare un plauso alla voce di Hate (Tito Listorti) davvero efficace e brutale.

Altra nota di merito è la produzione: “Cosa Nostra” è stato registrato ai Nefertari studio del chitarrista Giulio Minelli, mixato al 16th Cellar studio da Stefano Morabito (ormai una garanzia nel genere!) e masterizzato in Polonia agli Hertz Studios. I risultati si sentono subito dalla prima nota, un sound compatto, massiccio, pesante come un macigno.

Complimenti davvero dunque agli Endless Pain, gli sforzi di 15 anni di carriera su questo disco si sentono tutti. Spero vivamente che “Cosa Nostra” rappresenti per i bresciani non solo un modo per guardarsi orgogliosamente alle spalle, ma un nuovo trampolino di lancio per un futuro nella scena internazionale che spetterebbe loro di diritto!