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Eternal Silence: “Chasing Chimera” – Recensione

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A distanza di un anno dall’esordio discografico avvenuto con “Raw Poetry”, gli Eternal Silence hanno affilato le proprie armi e tornano con una nuova fatica sulla lunga distanza dal titolo “Chasing Chimera”, uscito per Underground Symphony Records.

Rispetto all’esordio, già di buona fattura, notiamo con questo successore una maggiore cura dei particolari, melodie più ricercate, che rimangono ben impresse nella mente, con la giusta dose di elementi sinfonici e quell’epicità che conferiscono al sound un’aura imperiosa, ma allo stesso tempo eterea. Ritroviamo nei brani della tracklist gli elementi fondamentali del metal sinfonico, con tratti gotici, che non disdegnano cavalcate e sferzate di metallo pesante.

Decisamente ottima la prova della cantante Marika Vanni, la quale condivide il microfono con il chitarrista Alberto Cassina, il cui ruolo è sicuramente più circoscritto, ma ugualmente efficace. Completano il tessuto musicale l’altro chitarrista Davide Rigamonti, il bassista Alessio Sessa ed il batterista Davide Massironi, i quali contribuiscono a creare il sound degli Eternal Silence, che sin dal primo ascolto risulta ben riconoscibile e dotato i personalità.

Con l’opener “Dreambook” i Nostri colpiscono subito nel segno: i toni imperiosi di questa traccia mettono subito in risalto il lato più heavy della band, con un ottimo intreccio di chitarre e tastiere, regalandoci al contempo un refrain memorabile e malinconico. Anche con “Shades Of Dusk” si respira la stessa atmosfera fatta di emozioni che alternano parti pestate, con una pregevole parentesi solista delle chitarre, ad altre fatte di atmosfere quasi impalpabili. Il disco continua a scorrere piacevolmente, tra le altre tracce citiamo sicuramente “Unbreakable Will” il cui chorus è memorabile ed incisivo, richiede di essere cantato a gran voce, sicuramente uno dei brani migliori del lotto. “My Cage” il cui incipit costituito da piano e voce ricama melodie quasi rinascimentali. “The Maze Of My Obsession” colpisce invece per l’elevata componente sinfonica ed a rimanere ben impresso nella mente è il ritornello che vede le due voci sostenersi a vicenda. in “Never Forgotten” a colpire è l’ottimo botta e risposta tra tastiere e chitarra nella prime battute, gettando le basi della melodia che verrà poi sviluppata nel corso del brano. A chiudere l’album ci pensa “Chimera”, un vero e proprio capolavoro che vede chitarre acustiche, tastiere e le due voci costituire l’ossatura di un brano in grado di far venire i brividi, forte anche del cantato in italiano.

“Chasing Chimera” ci consegna una band in grande spolvero, con le idee ben chiare e la voglia di ottenere grandi risultati, merito anche di un’attenzione maniacale riservata ad ogni singolo particolare; non ci sono filler, ma brani con una identità propria. Consigliato a tutti gli amanti del genere sinfonico.