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Helligators: “Road Roller Machine” – Recensione

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Gli Helligators sono un bicchiere di birra spaccato in pieno volto, un bar malfamato e fumoso, sono moto custom rumorose, sono Rock’n’Roll! “Road Roller Machine”, secondo album per il combo capitolino e primo per Sliptrick Records, è un concentrato di Rock iper-pompato che ti entra nelle vene e ti fa venire quella insana voglia di fare casino.

La scuola è sicuramente Black Label Society, ma anche Corrosion Of Conformity et similia, c’è del Southern, Sludge, il tutto ben miscelato per creare un sound davvero esplosivo. Dieci brani che non lasciano molto tempo per respirare, la corsa è folle e non ci si ferma fino all’ultima nota della traccia conclusiva.

I Nostri però non si limitano a pestare sull’acceleratore, così ai ritmi forsennati dell’opener “Nomad” fa seguito la cadenzata “The Doomstroyer”, che già dal titolo dimostra di avere una connotazione ben definita; non mancano episodi maggiormente atmosferici, come “She Laughs” caratterizzata da un andamento strisciante e nella quale è evidente il lato Sludge degli Helligators. Lo spirito prettamente Rock’N’Roll si materializza in “Truckdriver”, senza mai dimenticare l’indole muscolosa del sound che ci ha accompagnato fino a questo momento. Scorrono velocemente anche “Swamp Man Voodoo”, “Bad Ass” e “Stone Crusher”, a chiudere la release ci pensa “Black Sun”, una “ballad” con tanto di chitarre acustiche ed assoli che fanno uso del bottle-neck.

L’album, registrato nel 2014 ai Moon Voice Recording Studios, suona potente ed aggresivo grazie a distorsioni massicce, ma comunque non snaturate ed artificiali, ed ovviamente alle sapienti di mani dei due axemen Mik e Kamo. Ottimo anche il comparto ritmico, con il basso e la batteria che fanno da rullo compressore a sostegno delle chitarre, determinando così un incedere incalzante e strafottente. Ciliegina sulla torta è la voce di Emanuele, il quale si adegua al tappeto musicale con una timbrica sporca e polverosa, dinamica quanto basta per amalgamarsi con il resto della band, non disdegnando linee “melodiche” accattivanti.

“Road Roller Machine” è un album solido, piacevole da ascoltare e dannatamente coinvolgente.