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Helslave: “An Endless Path” – Recensione

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Helslave - An Endless Path (2015)

Perché cercare ad ogni costo di reinventare la ruota, quando si è in grado di fare qualcosa di mastodontico semplicemente interpretando con le proprie armi un genere ampiamente diffuso come il Death Metal? Questo è quanto devono aver pensato i capitolini Helslave nel dare vita al loro primo full length “An Endless Path”, uscito per Revalve Records, un concentrato di Death Metal di stampo svedese, melodico al punto giusto, ma senza scadere in mielosi ammorbidimenti.

Il termine melodico non va infatti interpretato come un tentativo di lanciarsi in scontate aperture, che stemperano i toni, ma abbassano al contempo la tensione. L’album in questione è una martellata in pieno volto dal principio alla fine!

Inutile citare una band piuttosto che un’altra, se vogliamo parlare di influenze, perché il genere all’interno del quale si muovono i nostri è ben definito: riff granitici sono il pane quotidiano dei due chitarristi Jari e Lorenzo, i quali sono a loro agio sia nelle ritmiche fatte di palm muting, che in quelle costituite da fraseggi melodici e più articolati, non disdegnando parti soliste di pregevole fattura. I due axemen lavorano a sostegno del singer Daniele, la cui ugola sporca e catarrosa aderisce perfettamente alle distorsioni delle chitarre. Una menzione merita anche il drummer Francesco, il quale picchia duro sulla batteria e lo fa con precisione, dimostrando di essere tagliato per il genere ed avere tutte le carte in tavola per fare sempre meglio.

Ad aprire le danze ci pensa la title track “An Endless Path”, brano che parte subito in quarta: chitarre abrasive che si scagliano senza pietà sull’ascoltatore, così come il già citato batterista che si cimenta quasi subito con una scarica di doppia cassa annichilente. L’aspetto melodico inizia a trapelare con la succesiva “Blinding Wrath”, il cui mood appare immediatamente più epico, con un incedere maestoso ed imponente. Ottimo in questo caso il lavoro svolto dalle chitarre, i cui riff sono incisivi e creano melodie che supportano il cantato. Si susseguono “Devourers Of Light” ed “Ethereal Decay”, brani che mantengono intatto il mood ed alta la tensione: nel primo caso è da rimarcare la parte strumentale costituita da una sorta di breakdown dal sapore moderno, così come nel secondo troviamo elementi thrash e passaggi vagamente –core. L’elemento moderno è sicuramente ciò che contraddistingue gli Helslave, i quali non si limitano a svolgere il compito a casa, ma si impegnano affinché possano lasciare il segno.

È così che il brano “Helslave” si inserisce nel solco di questo tentativo ed i nostri colpiscono davvero nel segno: si tratta della traccia migliore del platter, ancora una mazzata in your face, ma che non disdegna passaggi che richiamano alla mente bands quali Unearth e Killswitch Engage. Indubbiamente il manifesto del combo capitolino. Seguono poi “Hypocrite Messiah”, “Morbid Compulsion”, brani nei quali è ancora l’epicità delle atmosfere a giocare un ruolo fondamentale, al pari delle variazioni in chiave moderna in grado di scatenare un feroce headbanging. Chiudono la tracklist “Septic Void” e “Sower Of Discord”, che mettono in evidenza la precisione chirurgica della band, con l’ultima traccia che fa largo uso di stop’n’go, accelerazioni brucianti e breakdown da capogiro.

In conclusione non si può non consigliare “An Endless Path” a tutti gli amanti del Death Metal svedese targato anni ’90, gli Helslave ci sanno fanno fare!