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Human Decay: “Cleptocrazia” – Recensione

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Human Decay Cleptocrazia

Gli Human Decay con “Cleptocrazia” ci presentano un album davvero irriverente, che tratta temi scomodi e cattura l’attenzione non solo dal punto di vista musicale, ma anche attraverso testi di denuncia sociale di scottante attualità.

La band non ha peli sulla lingua, è diretta e violenta allo stesso tempo, coniuga attraverso il registro linguistico Thrash/Death tutto il marciume della nostra società. Si parla di banche, di politica, di sacerdoti dediti a pratiche poco consone all’abito talare che indossano, il tutto cantato in italiano e condito da registrazioni di trasmissioni ed interviste, come testimoniano “Cleptocrazia prt 1” e “Cleptocrazia prt 2”.

Dal punto di vista prettamente musicale i Nostri sono debitori nei confronti dei Death del compianto Chuck Schuldiner, ma il loro sound non è prettamente derivativo, perché riescono ad unire perfettamente liriche impegnate a soluzioni di sicuro impatto. L’alternanza di sfuriate Thrash a mid tempos di matrice Death rappresentano l’ossatura dei brani, impreziositi da parti soliste di pregevole fattura. Il rischio di annoiarsi non si palesa durante l’ascolto, perché l’orecchio è perennemente proteso a carpire la denuncia che emerge da brani quali “Vampiri”, “Meschini Traditori” e soprattutto “Sperma Benedetto”, il cui tema appare decisamente chiaro.

Il cantato sporco, urlato e sofferto si adatta perfettamente al tappeto musicale, la sezione ritmica fa affidamento su un drumming martellante, anche se il punto di forza risiede sicuramente nelle parti di chitarra. Le tracce tendono a non fossilizzarsi su soluzioni di facile presa, ma cercano e riescono a creare quella giusta dose di dinamismo che scaturisce da frequenti cambi di tempo e riff non scontati. Ottimi i fraseggi delle sei corde, che alternano perfettamente successioni di accordi poderose a riff articolati e ragionati.

In questo contesto non trovano spazio aperture melodiche, ma gli Human Decay non ne hanno bisogno, perché la loro proposta musicale è diretta e tritaossa. Sicuramente migliorabile la resa sonora, seppur efficace, risulta sotto alcuni aspetti un po’ asettica, in particolar modo la cassa della batteria. Nel complesso si tratta comunque di un album convincente, che ci consegna una band dotata di una forte personalità.