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Jolly Rox: “Fare musica è passione ed i live sono una parte fondamentale”

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Nel 2016 è uscito l’ultimo EP dal titolo “Dreamers’ Paradise”, giunto dopo “Jolly Rox” EP del 2013 e “Welcome to my Twisted Room” LP del 2010; per questo motivo abbiamo scambiato due chiacchiere con Joey Zalla, chitarra e voce dei Jolly Rox, per tastare il polso della situane, approfondire le tematiche della release e quali i piani per il futuro, anche alla luce della firma con l’etichetta Hurrikan Blitz di Andrea De Paoli, conosciuto per la sua militanza nei Labyrinth.

Ciao Joey, benvenuto su Metal In Italy! Come di consueto iniziamo con le presentazioni: chi sono i Jolly Rox e quali le tappe fondamentali della vostra carriera?

Siamo un gruppo Glam, siamo di Firenze e ci piace tantissimo far casino. Suoniamo dal 2005, in quasi tutta italia. Abbiamo pubblicato un album e 2 EP.

La vocazione artistica della band è rivolta verso il Glam Metal. Da dove nasce la passione per il genere musicale?

Per caso. Quando vidi per la prima volta i video dei Guns, dei Moltley, dei Poison…Pensai che fosse un gran bel modo di stare al mondo e quelle sonorità devono essermi entrate nel cervello da molto piccolo, perché mi è sempre venuto più che spontaneo comporre musica del genere.

“Dreamers’ Paradise” è il vostro ultimo EP, come lo descriveresti a chi ancora non lo conosce? Quali i punti in comune tra i quattro brani in esso contenuti?

I testi di “Dreamers’ Paradise” sono in coerenza fra loro e con il nuovo concept della band. Parlo di quelli che sono i miei reali pensieri riguardanti la mia percezione delle cose, soprattutto delle società moderna. Non soltanto dal mio punto di vista a dire il vero, ma cercando di mettermi nei panni di coloro che più possono aver subìto le ingiustizie che tutti hanno visto nel corso della lunga crisi mondiale che c’è stata da dieci anni ad oggi. In Dreamers’ Paradise parlo di una fuga da una realtà intollerabile, che sfocia in un totale distacco idealistico e persino morale da quelli che sono gli schemi proposti, anzi dettati. Questo anche a costo della finta serenità tanto ambita dai più.

In “So We Are” parlo del momento in cui realizzi come realmente gira il mondo. Dell’incredulità che ti affligge, della collera. Persino dell’odio che tutti provano, ma che preferiscono spesso nascondere. Di certo non sono per il porgere l’altra guancia, perché non è mai esistito un fenomeno di vero cambiamento nel corso della storia senza una rivolta. Credo che l’abbassare la testa faccia perdere il personale senso di dignità.

“Malcom” parla di una folle che fa una brutta fine, ma lasciando un reale vuoto negli altri.

“Unlucky Motions” parla di quanto possa diventare assurda, ridicola e malsana una relazione fra due individui al giorno d’oggi e di come il voler seguire, anche inconsapevolmente, il “modello di famiglia cristiana” , possa logorare. Spesso le azioni della gente sono basate su percorsi a loro volta basati su pure congetture. Mi sono rotto le balle.

Qual è dal punto di vista concettuale, a vostro avviso, il “Paradiso dei Sognatori”?

Adesso vi annoierò un po’. Si parla della sottile linea che esiste fra l’essere e l’apparire. Il nostro logo è una maschera, anche se è sempre cambiata in ogni disco. Molti pensano che l’indossare una maschera sia qualcosa di sbagliato, se non una mancanza di sicurezza. Secondo me non è vero. Dietro a una maschera chiunque può diventare capace di azioni che riteneva impossibili, poiché con una maschera smetti di essere un individuo e diventi un’idea. Un po’ come per il concetto della maschera di Guy Fawkes. Il “Paradiso dei sognatori” è in realtà un puro stato mentale. Il senso di vera libertà, un concerto utopico… Questo brano lo scrissi pensando a Dave Lepard, l’ex cantante dei Crashdiet. Conosco un po’ la sua storia, raccontatami anche da sua madre Liz. Mi ha molto ispirato.

Prima dell’uscita di questo lavoro c’è stato un periodo di pausa e cambi di line up. Cosa è successo in questo lasso di tempo?

Nel frattempo mi sono capitate cose pessime. Per esempio per un periodo ho lavorato in azienda. Alcuni lutti, alcuni viaggi…e sono dimagrito 10 Kg. Adesso ho una perfetta linea. Sono molto contento dell’attuale band. Forse è perché’ siamo più vecchi, ma ora riusciamo ad organizzarci molto meglio. La disorganizzazione compulsiva c’ha sempre remato potentemente contro.

I Jolly Rox sono sempre stati un trio? Ritenete che una formazione a tre sia adeguata per il genere proposto?

Quasi sempre. Siamo stati 4 per i primi due anni, forse meno. Poi un altro periodo tra il 2015 e il 2016. Però alla fine torniamo sempre un trio… Ci troviamo meglio così.

Qual è secondo voi il collante all’interno di una band? Cos’è che mantiene vivo ed alimenta l’affiatamento tra i musicisti?

Non sono la persona giusta a cui chiederlo. Abbiamo cambiato formazione tante di quelle volte che non credo di ricordarmeli tutti. Del resto credo che per far funzionare un gruppo di cervelli sia necessario mettere da parte l’ego almeno un po’. So che è praticamente un’antitesi se si parla di Glam, però purtroppo l’ego è ciò che ti impedirà sempre di vedere, e quindi valutare, il punto di vista altrui. Sono sempre più rare le formazioni che durano immutate nel tempo.

Passiamo all’attività live: quali sono gli impegni previsti per questa estate? Quanto è importante per voi esibirvi dal vivo, sia in Italia che all’estero?

Considerando che io vivo parte dell’anno all’estero, ci dobbiamo un po’ organizzare. Comunque abbiamo già diverse date fissate in nord Ntalia, centro e, per la prima volta, persino a sud. Credo che ci potremmo divertire… L’ospitalità sudista può davvero sorprendere. Per noi è veramente una passione ed un divertimento fare musica e direi che la parte live sia fondamentale, non solamente quando sei sul palco a splendertela, ma anche quando hai la possibilità di conoscere tanta gente nuova che spesso ti guarda con ammirazione. Siamo abituati a fare amicizia col pubblico.

Dal momento che i Jolly Rox sono in attività dal 2005, qual è il vostro pensiero in merito alla scena Glam Metal italiana? Quali le differenze rispetto a formazioni straniere?

Secondo me le band italiane non riescono a curare l’”immagine” allo stesso livello delle band nord europee o americane. Il gruppo italiano lo riconosci immediatamente da una sola foto. Anche le produzioni audio purtroppo spesso non sono a livello. È difficile perché in italia non ci sono bravi produttori artistici specializzati sull “Hard Rock” in generale. Quando iniziammo noi, quasi 15 anni fa, era letteralmente impossibile registrare qualcosa di competitivo, se non (Forse) a Milano. Oggi i mezzi stanno un po’ migliorando, ma trovo ci sia ancora quel margine di differenza dovuto a limiti tecnici.

Prima di lasciarci vorrei sapere cosa state programmando per il futuro. Ci sono altre release sulle quali state lavorando o ritenete opportuno continuare con la promozione dell’EP?

Stiamo pubblicizzando questo EP insieme alla nostra nuova etichetta, la Hurrikan Blitz. È bizzarro perché il Boss è Andrea De Paoli dei Labyrinth, mentre al basso nelle registrazioni in studio c’è Andrea Tower Torricini dei Vision Divine. Tuttora non ho idea di come ho fatto a collaborare con due elementi dalle più grandi metal band italiane di Power Metal… Voglio dire, loro sono musicisti per davvero…Comunque stiamo già iniziando a registrare i provini per il nuovo album. Il prossimo sarà un Full. E che dire… Ci farete sapere se vi è piaciuto, se sopravvivo…

Grazie mille per la disponibilità, ti lascio l’ultima parola, un messaggio per i nostri lettori. A presto!

Grazie Stefano, grazie Metal in Italy e grazie tutti quelli che adesso andranno a vedersi i nostri video su youtube.
Stay Rox!

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