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Mataleòn: “Il fattore che ci accomuna è l’energia che mettiamo quando suoniamo assieme”

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Quello dei Mataleòn è un debutto discografico di grande spessore, “Metamorfosi” è un album nel quale musica e testi svolgono un ruolo di grande importanza, fatto che denota un grande impegno da parte della band in fase compositiva. Un concept sugli stati d’animo dell’essere umano è sicuramente impegnativo, ma la band ha centrato in pieno l’obiettivo…

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. Prima di entrare nel vivo dell’intervista e parlare del vostro primo album, vorrei che vi presentaste ai nostri lettori. Chi sono i Mataleòn? Quali le tappe fondamentali del vostro percorso musicale?

Ciao Stefano e a tutti gli amici di Metal in Italy. Siamo una band alternative rock con cantato in italiano della provincia di Milano, Sesto San Giovanni per l’esattezza. Il nostro progetto nasce nel maggio del 2012 con la pubblicazione del singolo “Fuoco nella testa” registrato da Olly Riva (Shandon/The Fire/ Rezophonic). Nell’aprile 2015 abbiamo pubblicato il nostro primo Ep intitolato “Prospettiva di un’idea” registrato sempre da Olly. Il 3 marzo del 2017 è invece uscito il nostro primo vero disco intitolato “Metamorfosi”, un concept album dedicato ai sentimenti, composto da 10 tracce, ognuna delle quali ha come tematica centrale uno stato d’animo. Nel periodo cha va dall’uscita dell’ep a quello del disco abbiamo avuto il piacere di poter suonare su palchi prestigiosi quali il Brianza Rock Festival come band d’apertura di Bluvertigo ed Eugenio Finardi e su quello dell’I-Days Festival nella giornata che vedeva protagonisti Biffy Clyro e Suede.

“Metamorfosi” è un concept basato sugli stati d’animo dell’essere umano. Perché avete scelto di affrontare questo tipo di riflessione? Si tratta di un argomento impegnativo…

Il termine “Metamorfosi” ci è sembrato appropriato per raccontare quello che è successo nel corso di questi anni, anche nella vita privata e non solo in quella musicale. Sì, è un argomento impegnativo ma sentivamo la necessità di raccontare a modo nostro questa tematica. Il cambiamento è alla base della Natura stessa e associare alcuni stati d’animo alle nostre canzoni ci sembrava davvero un bel modo di raccontarlo.

Al giorno d’oggi andiamo sempre di fretta, gli impegni si moltiplicano, abbiamo ancora la capacità di fermarci e riflettere sui nostri stati d’animo?

Come dici tu Stefano, oggi giorno la società nella quale viviamo ci impone un ritmo davvero forsennato, senza troppi spazi per pensare. Ma per fortuna ci sono ancora persone che hanno voglia di ritagliarsi un po’ di tempo per le proprie emozioni. A noi Mataleòn piace farlo e soprattutto poterlo trasmettere.

L’album si apre con “Metamorfosi”, un testo recitato da Mario Zucca, doppiatore, attore ed autore teatrale. Come è nata questa collaborazione? Il testo è una profonda riflessione sul cambiamento. Ritenete che l’essere umano sia spaventato dai cambiamenti che deve affrontare nel corso della vita?

La collaborazione con Mario è nata davvero per caso. Tommaso (cantante) voleva fortemente come prima traccia del disco un qualcosa che ponesse l’ascoltatore subito al centro di tutto e una traccia parlata era la cosa più idonea per questo scopo. Per fortuna il padre di Giorgia (compagna di Tommaso) è un carissimo amico di Mario e si conoscono da tempo immemore. Parlando con lui ci aveva detto di questa amicizia, ci ha dato il suo contatto e, dopo avergli spiegato il nostro progetto, ha deciso di donarsi alla causa. Con nostra grandissima felicità ovviamente.
Il testo che abbiamo scritto è, come dici tu Stefano, una riflessione cambiamento. A volte diamo per scontato che siamo fatti in un modo solo. Ma non è così. La natura cambia e con essi anche ciò che siamo. In Metamorfosi abbiamo voluto raccontare questo. Involontariamente ci adattiamo a ciò che ci circonda, alle persone, alle situazioni. Ma ogni volta lo facciamo in maniera diversa.

Ci sono anche altre collaborazioni; di chi si tratta ed in che modo questi musicisti hanno arricchito le tracce dell’album?

Nel disco, oltre a Mario Zucca sono numerose ed importanti le collaborazioni: Paolo Fresu, trombettista jazz noto per la sua ecletticità, Max Zanotti, voce dei Deasonika e Casablanca, cantautore dal forte spessore artistico e nel brano “Blue” è presente, inoltre, Simone Rossetti Bazzaro, violinista di incredibile talento, che ha suonato con Giovanni Nuti, Fiorella Mannoia, Zucchero, Sursumcorda e molti altri. Per completare questo discorso guest noi menzioniamo sempre anche Stefano Bonazzi, giovane artista ferrarese che ha ideato tutto l’artwork del disco, che ci ha donato un’opera unica. Non abbiamo voluto lasciare nulla al caso.

Dal punto di vista musicale il vostro sound è caratterizzato da elementi Rock e Metal, riff potenti abbinati a spunti melodici molto accattivanti. Quali ritenete siano i punti di forza dei Mataleòn?

Il nostro punto di forza? Mah guarda Stefano, noi siamo fondamentalmente quattro entità molto diverse, sia per gusti musicali che per carattere. Ognuno di noi ha portato all’interno dei Mataleòn un elemento che per qualche strana ragione riesce ad equilibrarsi molto bene. Tommaso (cantante) ama il rock italiano anni delle band come Timoria, Afterhours, Litfiba, Deasonika e il grunge degli Alice in Chains, Pearl Jam e Soundgarden. Andrea (chitarra) ama il blues di Miles Davis e Michael Jackson e la musica in generale. Manuel (basso) è un grande amante dei grandi classici dell’hardrock e del metal come Led Zeppelin, Deep Purple e Metallica. Daniele (batteria) ama particolarmente le sonorità metal moderne di gruppi come Lamb of God, Gojira e Meshuggah ma è un grande fan del progressive dei Genesis, Toto per esempio e per questioni di studio il Jazz.
Tutti questi elementi fanno sì che la nostra musica non sia “delimitata” da un genere solo.
Il fattore che ci accomuna è l’energia che ci mettiamo quando suoniamo assieme.

Pensate ci sia un brano che rappresenti al meglio il concept? O magari una o più tracce alle quali siete particolarmente legati?

Pur essendo un concept album tutte le canzoni reggono da sole. Hanno in comune ovviamente il tema dei sentimenti e degli stati d’animo. Non ci sentiamo di dire che preferiamo una piuttosto che un’altra. Molte delle canzoni sono state ispirate a personaggi di serie televisive (Elliot, Castello di carte, Carrie, John Locke) mentre altre son più personali (Blue, Lady in Rock). Abbiamo cercato di prendere in esame alcune caratteristiche di questi personaggi e delle loro sfumature. Si sono prestati davvero bene a rendere i testi davvero interessanti. Prese le canzoni singolarmente sicuramente ci sono delle preferenze ma se dobbiamo fare un discorso più ampio come band possiamo dirti che ci sentiamo legati a tutte le canzoni che compongono “Metamorfosi”, per il concetto stesso del disco che volevamo raccontare. La nostra è un’evoluzione.

Recentemente si è tenuto il release party. Come è andata? Qual è stata la risposta del pubblico?

E’ andata benissimo! Il locale era pienissimo. I nostri amici sono stati davvero fantastici. Hanno cantato con noi sia le vecchie canzoni dell’Ep che quelle del nuovo disco. Ci hanno sorpresi. Abbiamo la fortuna di avere delle persone che ci seguono molto calde. Siamo fortunati.

Prima di concludere l’intervista vorrei sapere quali sono i vostri progetti per il futuro. Quali le iniziative a supporto di “Metamorfosi”?

Al momento stiamo facendo promozione per il nuovo disco. E’ uscito da poco il video del singolo “Carrie” e a breve uscirà lo studio diary delle nostre registrazioni in studio. Stiamo pianificando anche l’attività live; il 27 maggio saremo sul palco di un festival nella provincia di Como, a breve daremo tutti i dettagli. Abbiamo in programma anche altri video che lanceranno i nuovi singoli del disco. Non vediamo l’ora!

Grazie mille per il tempo che mi avete concesso. A voi l’ultima parola, lasciate un messaggio ai nostri lettori. A presto!

Se è possibile volevamo cogliere l’occasione per ringraziare tutta la nostra magnifica squadra: Olly Riva e Andrea “Bernie” De Bernardi per la parte sonora, Giorgia Brandolese e Francesco Pucci della The Tape Angency per la parte comunicazione/video. Mario Zucca, Paolo Fresu, Max Zanotti, Simone Rossetti Bazzaro e Stefano Bonazzi per la pazienza che ci hanno donato e per aver creduto in noi.
Siamo davvero fieri di questa team. Ci teniamo sempre a dirlo perché siamo una band totalmente autoprodotta ed avere al nostro fianco persone di questa professionalità non è da poco.

Grazie a te Stefano e a Metal in Italy per la vostra disponibilità come sempre.