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Mataleòn: “Metamorfosi” – Recensione

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“Metamorfosi” è un viaggio introspettivo fatto di melodie, momenti raccolti che si alternano a passaggi più rocciosi ed accattivanti, i Mataleòn si presentano così e dimostrano di aver dato vita ad un album ben riuscito sotto ogni punto di vista.

Il concept, che vede la partecipazione di Paolo Fresu, Mario Zucca, Max Zanotti ed i violini di Simone Rossetti Bazzaro, è incentrato sui sentimenti e si articola su 10 tracce, ognuna delle quali ha come tematica uno stato d’animo. Proprio perché l’animo umano è caratterizzato da diverse e, a volte, contrapposte sfumature, i Nostri si destreggiano tra brani sognanti, quasi impalpabili, ed altri episodi in cui mostrano i muscoli e picchiano duro. I Mataleòn ci propongono una miscela di Rock Alternative e Metal, elementi che ben rappresentano l’identità musicale della band, senza per questo limitarne il potenziale. Questi quattro ragazzi sono riusciti a tirare fuori brani che fanno subito presa sull’ascoltatore, ma non perché siano scontati e ruffiani, piuttosto perché hanno la capacità di toccare l’animo umano.

La voce di Mario Zucca in “Metamorfosi” ci spiega il significato del cambiamento, così come lo percepisce l’animo umano, a volte incapace di adeguarsi all’assenza di qualcosa, alla mutazione di ciò che ci circonda e ci si immedesima subito nelle immagini “dipinte” dalle sue parole. Si parte subito con “John Locke”, che vede la partecipazione di Max Zanotti, ed ecco che l’essenza dei Mataleòn emerge sin dalle prime battute: riff portante roccioso e voce graffiante che si unisce ad un refrain che rimmarà sin dal primo ascolto ben impresso nella mente. La forza della band risiede proprio nella naturale propensione a creare parti coinvolgenti quando è necessario essere incisivi, facendo in modo che nell’ascoltatore nasca subito la voglia di seguire le parole del singer Tommaso Di Blasi.

Alle atmosfere intime e raccolte di brani quali “Blue”, “Lady In Rock” ed “Uroboros” si contrappongono “John Locke”, “Carrie”, “Elliot” e “Castello Di Carte”, episodi che sono in grado di generare un poderoso headbanging. Questi esempi mettono in bella mostra l’animo più Heavy dei Mataleòn, con un accento particolare posto sulla creazione di riff di grande impatto. Essenziale ed efficace anche la sezione ritmica, perché in un contesto Heavy/Rock ciò che conta è il coinvolgimento, senza voler strafare.

“Metamorfosi” è un album che verrà apprezzato da tutti gli amanti del genere e, quasi senza rendersene conto, ci si ritroverà ad intonare ognuna delle composizioni.