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Metal In Italy vi presenta i My Haven My Cage, Heavy/Thrash da Palermo

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Il progetto My Haven My Cage è nato nel 2015 dalle ceneri di un vecchio gruppo di nome Haven, che non esiste più, con l’idea di ridare luce ed una registrazione quantomeno dignitosa ai pezzi che composti circa 15 anni fa e di cui esistono solo registrazioni in musicassetta.

Mentre Mauro Cardillo, unico membro della band, rispolverava, rielaborava e registrava i vecchi brani, ne sono stati composti altri 10, per un totale di 16, che verranno distribuiti in due album. Il mixaggio è stato effettuato con il vecchio chitarrista degli Haven, Ignazio Scontrino.

La prima parte del progetto è “The Woods Are Burning”, checontiene 9 brani, 8 completamente originali più la cover di Running Free degli Iron Maiden, è stato “coverizzato” anche il testo per adeguarlo all’album. La matrice è Thrash metal e buona parte del cantato in growl,ma le influenze all’interno sono molte, principalmente Death ed Heavy metal classico con accenni di Power e Progressive.

Ci sono brani più tirati come “Darkness” e “Kill The King”, brani più lenti ed introspettivi come “Full Of Grace” ed “Unspoken”, altri folli come “The Woods Are Burning” e “Matthew Song”.

La copertina rappresenta un mulino delle saline del trapanese a cui sono state aggiunte delle fiamme, riprendendo simbolicamente il titolo dell’album.

Un accenno ai brani, così come li presenta Mauro.

“Darkness” è un pezzo veloce con finale lento composto nel 2001, ma ora è completamente diverso. Il testo ha sfumature di misantropia e voglia di oscurità. “Full Of Grace” è una preghiera, mentre “The Woods Are Burning” è un pezzo folle, cambi di tempo e arpeggi che spezzano. Parla degli incendi in Sicilia. “Crying” è brano lungo, complesso anche nel registrarlo. Nato nel 2000 con questa struttura, ma arrangiamenti e riff di nuova stesura. È una sorta di inno all’empatia “Could I” è sostanzialmente una canzone d’amore, una ballad atipica. “Running Free”, cover degli Iron Maiden, che ha subito anche un cambio nel testo, parla di correre liberi dopo aver rotto le catene. “Matthew Song” è molto personale come canzone, molto sentita, con arpeggi veloci e riff pesanti. “Unspoken” è il “non detto” che può ferire il prossimo ma può disintegrarti. Mid tempo massicio. “Kill the King”, il cui titolo originale era “t(h)rash” e doveva essere un elogio al thrash metal, è stato poi modificato in pensando alla politica italiana.

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