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My Dying Bride: “Siamo tristi e macabri, ma abbiamo bisogno del calore del pubblico”

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Era il 1996, in piena esplosione goth, vidi un titolo folgorante “Like Gods Of The Sun”, un album magnifico che mi fece perdere la testa per i My Dying Bride. Poi andai a ritroso: The Angel and the Dark River, Turn Loose The Swans e da allora non li ho più abbandonati. Una band dalle capacità uniche, abile nelle metamorfosi e nei ritorni ma ostinata a non cedere mai alla bassa qualità. Persino un EP con tre canzoni uscite dalle session di registrazione del precedente The Ghost Of Orion, racconta molto e ci regala ancora una volta una band in forma smagliante. Non avevo però mai chiacchierato prima con Aaron, il cupo frontman di una band che ha fatto della malinconia e della disperazione il proprio trademark. Tutto mi aspettavo tranne di farmi un sacco di risate, perché Aaron è di una educazione spaventosa ma è anche estremamente ironico.

Ciao Aaron e benvenuto tra le pagine virtuali di Metalinitaly!

Grazie mille Marco, il piacere è tutto mio!

Prima di tutto parliamo del presente, di questo nuovo EP Macabre Cabaret uscito da pochi giorni, come mai questa release nello stesso anno di The Ghost Of Orion? Perché proprio ora e non sfruttare questi tre pezzi per un album futuro?

Ad essere sinceri è stata un’idea della casa discografica e a noi non è dispiaciuto. Diciamo che visto il periodo storico particolare la Nuclear Blast ha deciso di tenere il nome in pista visto che altro non si può fare.

Musicalmente siete sempre molto riconoscibili, il vostro trademark è una garanzia, ma la titletrack è un qualcosa di veramente eccezionale, 11 minuti di puro viaggio MDB!

Grazie davvero, fa sempre piacere ricevere apprezzamenti per la tua musica. Diciamo che il trademark è quello anche perché le tre canzoni di Macabre Cabaret fanno parte delle session di registrazione del precedente album The Ghost of Orion. Da Feel the Misery sono passati cinque anni, avevamo tanto materiale. Quando la casa discografica ci ha proposto un Ep abbiamo solo ritoccato un po’ il missaggio. Per questo, e mi rifaccio alla domanda precedente, non abbiamo conservato questi pezzi per un futuro disco dei MDB, perché fanno comunque parte del periodo attuale, sono figli di The Ghost of Orion, ma vista la lunghezza possono anche avere uno spazio proprio.

A proposito di stile musicale e di trademark, quando ero ragazzo fui uno dei pochi ad aver apprezzato la svolta di 34,788% Complete, sono un fan degli anni 80 e dell’elettronica, in quel periodo i giganti del goth europeo flirtavano con l’elettronica, ricordo i Paradise Lost, i Moonspell, i Tiamat…e poi 34,788% Complete, un album che lasciò molti cuori spezzati, non il mio. Credi che nel futuro dei MDB ci sia ancora spazio per la sperimentazione e l’elettronica?

Sono felice che quell’album ti sia piaciuto, non è un album semplice ma la concessione all’elettronica non fu tanta come per esempio come i Paradise Lost. Resta pur sempre un album metal al 100%, tuttavia, come ho detto prima, non è un album semplice. Però se in un futuro dovessi tornare a sperimentare con certe sonorità credo che sarebbe con un side project e non come MDB. Anche io sono un fan degli anni ’80, sono cresciuto con quelle sonorità quindi non si sa mai, ma non in questo momento e non come MDB.

Nel presskit ho letto un po’ la storia di questo pezzo, Macabre Cabaret appunto, tocca in maniera contorta la tematica relativa al sesso e alle sue dinamiche più cupe…

Si, abbiamo voluto parlare del sesso visto nella maniera più cupa, il rapporto che gli esseri umani hanno con esso, ma il focus è la sessualità incontrollata, quando il desiderio diventa rabbia. Però a me piace molto incontrare le varie opinioni sui miei testi, questo è uno dei passaggi più belli ed importanti che ancora mi legano alla musica e al rapporto che l’ascoltatore ha con essa. I nostri testi parlano di argomenti specifici ma hanno sempre l’intento di stimolare l’attenzione e far sì che chi ascolta interpreti a proprio piacimento il significato. È un aspetto che adoro perché fa sì che esista sempre un legame tra noi ed i nostri fan. E gli stimoli, dopo tanti anni di carriera, sono vitali sia per noi compositori sia per gli ascoltatori.

Trent’anni di carriera non sono pochi per una band, dove trovate ancora le motivazioni per andare avanti e perché tanti musicisti del passato non fanno più parte della band? Praticamente siete solo tue ed Andrew gli unici membri fondatori.

L’ispirazione è l’amore per la musica, non potremmo stare senza. Abbiamo le nostre vite, i nostri hobby, le nostre famiglie, ma la musica non ci abbandona mai. Almeno per me ed Andrew è così, abbiamo sempre avuto intenti e visioni comuni riguardo la band, siamo ancora coinvolti nel processo evolutivo della band e abbiamo ancora tanta voglia andare in tour. Forse è proprio questo aspetto che ha minato negli anni la stabilità della band, non voglio giudicare gli ex membri, ognuno ha fatto le sue scelte. Alcuni non hanno retto certi ritmi, altri hanno continuato a suonare roba diversa, altri forse si aspettavano di più, più soldi, più popolarità ma non siamo mica rock star, abbiamo il nostro pubblico da trent’anni ma non ci si può arricchire con una band come la nostra.

Qualche mese fa ho parlato con Greg dei Paradise Lost e gli ho chiesto quale fosse la sensazione per una band vivere un periodo come questo, dove le regole comuni sono il distanziamento sociale e, per i più fragili, il totale isolamento. Ironicamente mi ha risposto “Beh noi siamo inglesi e già siamo sociopatici di natura, quindi non è cambiato molto” e giù un sacco di risate. Questo per domandarti com’è attualmente lo stato della band e dei suoi equilibri durante la pandemia?

Beh in effetti Greg ha ragione (ride), si non siamo famosi per il rock’n’roll lifestyle, abbiamo sempre mantenuto una certa distanza dal music business quando non siamo in tour o in promozione. Non è una questione di privacy, è proprio una questione di caratteri e personalità. Amiamo la vita tranquilla e molto spesso anche la solitudine, le passeggiate nella natura… Però ecco adesso è tutto diverso e, nonostante siamo persone riservate non riesco proprio ad abituarmi a tutto questo. Non ci crederai ma ho una voglia matta di suonare dal vivo ed andare in tour, ma non è possibile e non lo sarà per molto tempo ancora, spero di sbagliare ovviamente! Fortunatamente la tecnologia aiuta a tenerci in contatto e a continuare a fare musica, ma non è la stessa cosa, ci si abitua ma non è per niente la stessa cosa!

Come lo vedi il futuro della band proprio in relazione alla pandemia?

Parlare di futuro oggi è prematuro, intanto in questi giorni è uscito l’Ep, abbiamo un videoclip promozionale (proprio di Macabre Cabaret, un video di 11 minuti, fantastico ndr). È importante proprio in questo momento tenersi vivi e far capire di esserci. Poi il resto verrà da sé. Molti colleghi si sono attrezzati o si stanno attrezzando per fare dei concerti in streaming, io sinceramente non so se sarei capace di fare una cosa simile. Mi sembra tutto così assurdo, così strano. I MDB nonostante siano tristi e macabri (ride) hanno bisogno del calore del pubblico, è una alchimia fondamentale. Non so forse lo faremo anche noi ma già ti dico che per me sarebbe molto difficile.

A Marzo, quando in Italia è cominciato il lockdown cercavamo di incoraggiarci a vicenda ripetendo a noi stessi “andrà tutto bene” oppure “Ne usciremo migliori”. Ne siamo usciti invece a pezzi, è emersa tutta la cattiveria e la frustrazione degli esseri umani. Secondo te, come sarà il futuro dopo tutto questo?

Marco vedi, non è un periodo semplice. Spesso non so cosa pensare perché è tutto così surreale. Un politico inglese qualche tempo fa rivolgendosi a noi musicisti-attori-artisti ci ha consigliato di trovarci un vero lavoro, ancora non siamo considerati come veri lavoratori e tutto ciò è molto triste (tranquillo Aaron, in Italia ne sappiamo qualcosa!). È una considerazione cruda ma forse anche piuttosto realistica visto che di viaggiare e tornare a suonare live non se ne parla ancora. Credo che prima di tornare in tour usciremo con un altro album e questo è davvero tremendo. Non so come ne usciremo, non so se siamo o saremo migliori ma già gli scontri sociali iniziano ad emergere e non la vedo affatto bene. Cerchiamo ovviamente di non abbandonarci alla rabbia e di essere mentalmente stabili ma più si allunga questa situazione e più sarà difficile restare sani. Incrociamo le dita e speriamo che tutto ciò ci lasci presto.

Mai banale Aaron, lucido e schietto. Si congeda mandandomi un selfie con la nuova birra targata MDB… Nonostante il periodo un brindisi anche virtuale con Aaron Stainthorpe è una soddisfazione immensa per un fan di vecchia data come me, cheers!