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Node: quando nel 1995 aprimmo il concerto dei Death a Milano…

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Il 13 dicembre del 2001, ovvero 17 anni fa, ci lasciava Chuck Schuldiner, chitarrista di Death e Control Denied. La sua scomparsa all’età di 34 anni, a causa di un tumore, viene ricordata ogni anno dai fan di tutto il mondo, perché il segno lasciato da Chuck rimarrà per sempre.

Non è solo la musica ad averlo contraddistinto, ma anche il suo carattere e i suoi piccoli, grandi gesti, come quello che ci racconta Gary D’Eramo dei Node quando, con la sua band, aprì il concerto dei Death a Milano nel 1995. Nelle parole di Gary non c’è il riassunto di quella che, per una formazione all’epoca nata da poco, sarebbe stata una serata memorabile per l’occasione di condividere il palco con i Death, ma c’è la citazione di un singolo particolare…

Ecco le parole di Gary:

Era ottobre del 1995, ricevemmo la proposta di sostituire i Benediction come band opener dei Death in occasione della data milanese del Symbolic tour, concerto inizialmente previsto al Factory di Via Ricciarelli a Milano e spostato all’ultimo momento al Rainbow club di via Besanzanica.

Ho ancora addosso l’emozione che precedette quella esperienza, era la prima volta che i Node aprivano per una band di quel calibro, band che personalmente dall’ uscita di “Human” qualche anno prima io letteralmente veneravo (ricordo che vendetti a un amico il mio biglietto di quella sera acquistato tempo prima appena avemmo la conferma). Non voglio fare né il report del live né raccontare nulla di quella giornata, voglio solo raccontare la mia esperienza con Chuck Schuldiner e condividere, con chi non lo ha conosciuto, il racconto riguardante che persona era.

Appena entrati nel locale e riposta la nostra roba, ci venne incontro il promoter della serata, insieme al loro tour manager, che gentilmente ci spiegarono che purtroppo, a causa del cambio location improvviso non c’era posto sul palco per montare due backline, e di conseguenza noi non avremmo potuto suonare ma potevamo assistere allo show e incontrare la band per parlarne anche con loro riguardo al contrattempo doloso per noi. Nel mentre, quando la delusione era arrivata al massimo arrivò questo ragazzo incappucciato nella sua felpa, pantalone corto in pieno ottobre, senza calze e ai piedi un paio di espadrillas, con un’aria tra lo stanco e l’incuriosito, che con due occhi vivacissimi si avvicinò e interruppe la discussione con un timido “Hi guys” e si presentò a tutti..era lui, e vi garantisco che la delusione sparì in un nanosecondo…

Finiti i saluti cominciò a discutere col suo tour manager e chiamò un paio dei suoi roadies, gesticolando verso il palco…tempo zero i ragazzi si misero a spostare indietro gli ampli e vollero il nostro drumset per prendere le misure, il tutto sotto i nostri occhi…poi dopo aver parlottato con il tour manager si girò verso di noi sorridendo, e ci disse: “Nessun problema amici, fate un bello show Stasera!!! Ci vediamo dopo…”

Credo che questo riassuma in pieno chi era Chuck Schuldiner e ogni altra parola sarebbe assolutamente superflua, mi fermo qui.
Credo che Persone come lui manchino in questo mondo, in ogni ambito.
Grazie per tutto ciò che hai regalato a tutti noi con la tua musica.