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Nümph: “Theories Of Light”

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Accuratezza, ricerca dei dettagli e del meglio che la piazza potesse offrire. Per il loro primo full-lenght, i Nümph hanno deciso che era il momento di entrare nel mercato discografico con il botto, come si dice in gergo.
Chiare influenze di Opethiana memoria, forzando un po’ la mano, caratterizzano “Theories Of Light“, ma il prodotto finale rispecchia esattamente ciò che la band ha trascorso prima di trovare la quadra, partendo dalla composizione della line-up che nel giro di 4 anni si rinnova.
Il titolo “Theories Of Light” non è di quelli scelti a caso: tutto il disco sembra interrogarsi sull’evolversi naturale della luce e degli effetti prodotti, innanzitutto sull’ “io” persona.
Bella la sorpresa nella prima traccia, la titletrack, dove le contaminazioni progressive sono interrotte dalla versatile voce di Marco Bartoli, in gentile concessione di un powerful growl che spiazza tutti.
Altra bella sorpresa è l’alchimia che i membri della band hanno creato, probabilmente (e sapientemente) accentuata dal missaggio ad opera di Matt Bayles (Mastodon, Isis, The Sword), quindi non il primo sconosciuto della porta accanto.

Tutte le tracce di “Theories Of Light” sono caratterizzate da una certa lunghezza: non sono propriamente delle long tracks, ma la formula utilizzata sembra funzionare, in quanto assistiamo ad un incipit utile a creare il giusto mood per fare entrare voce e strumenti. La perfetta commistione esplode poi nella parte finale dove o la voce di Bartoli o la chitarra impetuosa di Luca Giampietri, si rendono protagonisti.
Finale quasi epico in “Dust Of Souls”, notevole il ritaglio strumentale che emerge in “Death and Rebirth”.

Il disco scorre veloce e piacevole, ma è sul finale che i Nümph si concedono (e concedono) la perla della release. L’ultima canzone, l’evocativa “An Angel”, è una lullaby che ti mette in pace con il mondo e se la si ascolta ad occhi chiusi si ha l’impressione di fluttuare nell’aria e se l’animo è particolarmente sensibile, si può anche avvertire un leggero tepore attraversare corpo e mente. Una sensazione così bella che ti costringe a premere replay.