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Padrini: “Demoni” – Recensione

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Padrini Demoni

Non chiamatelo solo Punk/Rock, quello che propongono i Padrini con “Demoni” è qualcosa di più profondo e ragionato, perché la loro musica è sì ritmata e festaiola, ma testi e melodie fanno riflettere e scavano nel profondo dell’animo umano.

Indubbiamente c’è della rabbia in ciò che hanno composto, ma i Nostri hanno avuto la capacità di rendere il tutto meno superficiale e scontato, grazie ad un songwriting semplice e scorrevole, ma che racchiude al suo interno un ricerca sonora di tutto rispetto. Pensiamo al chorus di “Rondini”, ad esempio, che appare di semplice assimilazione, ma ad una più attenta analisi mostra il tentativo di andare più a fondo.

Le soluzioni sono comunque accattivanti, c’è una giusta alternanza tra parti più tirate e veloci con altre distensive e raccolte, segno di una band che sa bene come coinvolgere l’ascoltatore in passaggi “caciaroni”, mantenendo però un punto fermo, ovvero quello di un’accurata riflessione sull’essere umano e sulla componente emotiva del vivere quotidiano.

La band cagliaritana dimostra grande maturità e freschezza compositiva, elementi che si traducono in composizioni che scorrono via velocemente e piacevolmente allo stesso tempo. Le tracce hanno la capacità di colpire direttamente al cuore, grazie a melodie avvolgenti, a tratti quasi nostalgiche, ma non mancano episodi più energici ed altri decisamente più sbarazzini.

Se volessimo fare dei paragoni, potremmo chiamare in causa band quali Blink 182, NoFx, Foo Fighters, ma i Padrini hanno comunque una loro impronta, ben riconoscibile, che trova ampio spazio nell’aspetto introspettivo dei brani.

“Demoni” è un album carico di emozione, che chiede di essere cantato a squarciagola, perché ci sono diverse composizioni che trascinano l’ascoltatore e lo rendono partecipe del viaggio intrapreso dalla band. Gli amanti del Punk/Rock troveranno in questa release sicuramente spunti interessanti.