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Pandorea: “Ci dicono che siamo pazze a lasciare il lavoro, però per noi è adesso o mai più”

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E’ la prima volta che siete ospiti da noi su Metal in Italy, quindi partiamo dall’inizio: Quando e come è nato questo progetto? E, soprattutto, cosa avevate in mente all’epoca e cosa avete in mente adesso?

Siamo nate verso la fine del 2015, grazie alla perseveranza di Sara Valenti, una delle nostre due chitarriste, che con il mito delle Hole e di Joan Jett ha sempre voluto creare la sua all-female band. All’epoca la nostra unica aspirazione era suonare insieme e divertirsi… abbiamo iniziato facendo cover, perché, per iniziare e conoscersi, è la cosa più facile, ma molto presto abbiamo scritto i nostri primi brani.Dopo 6 anni insieme, le cose sono cambiate sotto alcuni punti di vista, abbiamo alle spalle due due EP, un altro brano che è uscito tre settimane fa, una consapevolezza diversa, siamo cresciute molto mentalmente, a livello di approccio alla musica da un punto di vista un po’ più professionale… Però i fondamenti di base, l’essere una seconda famiglia, quelli ci sono e rimangono.

Per conoscervi meglio, facciamo questo giochino: descrivete ognuna di voi con una parola e spiegatecene il motivo

Partendo da Ambra la definirei sicuramente come “la mente” del gruppo. Noi internos l’abbiamo sempre definita un po’ come la nostra generale, perché è la nostra guida in tutte le varie attività che la band deve portare avanti, quella che tiene un po’ un po’ le fila di tutto quanto.

Per quanto riguarda Sara, la definirei invece “la impezzatrice” perché è una frequentatrice abbastanza assidua di locali e concerti, è quella che si occupa di intrattenere, di andare a caccia di gestori di locali, procacciare date… sicuramente tra di noi è quella più estroversa.

Noce è un po’ “la spiritosa”, se vogliamo un po’ più brillante e, tra l’altro, è anche la più modesta. Nonostante abbia delle capacità incredibili, si tiene sempre un passo indietro rispetto alle altre, ma in realtà è persona top. Quando cominci a parlarci è davvero simpaticissima.

Virna la potremmo definire sicuramente “la perfezionista”, il cuore pulsante della band perché è veramente una potenza dietro la batteria… è la più concentrata e sicuramente la più seria, quella che non è mai abbastanza contenta di quello che scrive e di come suona, quindi cerca perennemente di migliorarsi ancora di più, nonostante sia già fenomenale

Io (Giulia, ndr) mi definirei “la conciliatrice”, perché sono quella dal carattere un po’ più pacato e che soprattutto detesta vedere le amiche che discutono per qualsiasi motivo, quindi cerca sempre di riportare un po’ gli animi in pace.

Quindi a che punto siete del vostro percorso? E cosa come pensate di andare avanti?

E’ una bella domanda… adesso stiamo sempre più cercano di “tastare” un ambito sempre più professionale, provando a dare concretezza al nostro sogno nel cassetto, cioè fare musica di mestiere. Naturalmente sappiamo che è molto complesso e molto complicato e ci vogliono tantissimi sacrifici, però direi che adesso sia questo ciò cui vogliamo arrivare.
Sappiamo che c’è un sacco da lavorare per migliorare per performance live e i brani, però nel frattempo stiamo cercando sempre di più di espanderci, di non rimanere solo in Emilia. Noi vogliamo andare e spaziare perché vorremmo veramente vivere di questo… naturalmente in tanti dicono che siamo delle pazze a lasciare il lavoro, lo stipendio fisso… però, per noi, è “adesso o mai più”.

Se state perseguendo questo obiettivo, sarete sicuramente consapevoli che non bastono solo 5 musicisti… quindi chi e cosa c’è intorno alle Pandorea?

Sì, sicuramente non bastano, non basta essere brave a suonare e cantare, non basta “solo” impegnarsi. Innanzitutto, al giorno d’oggi, bisogna anche avere una presenza, avere un’immagine, saper comunicare, sapersi presentare avere anche qualcuno sicuramente più introdotto nell’ambiente che ti aiuta a trovare dei locali, delle serate, dei contesti all’interno dei quali inserirti per farti conoscere sempre di più ed è per questo motivo che ormai da un anno o due un anno e mezzo siamo seguite da un’agenzia, Superbia Music, che ci offre supporto e consulenza per la nostra immagine sia personale si di gruppo, quando andiamo a fare uno shooting fotografico piuttosto che un video abbiamo dietro qualcuno che ci cura gli outfit, le luci piuttosto, la scenografia ecc., ma anche la nostra immagine social. Tutto quello che il pubblico vede su Instagram, Facebook, Tik tok eccetera nasce da un confronto che c’è stato precedentemente con la nostra agenzia, da piano di comunicazione studiato ad hoc… abbiamo uno staff che ci segue: un grafico che realizza i contenuti e generalmente collaboriamo con videomaker e fotografi che sono sempre affiliati all’agenzia. Ormai possiamo dire che intorno a noi cinque c’è un team che è diventato imprescindibile per quello che dobbiamo fare e per il tipo di attività che dobbiamo portare avanti.

Negli ultimi singoli pubblicati, ma, in realtà, in tutta la vostra carriera, ci sono sempre strati drastici cambiamenti sia di immagine, a livello di tema grafico, palette di colori ecc. che musicali, nelle sonorità e nel passare indifferentemente dall’inglese all’italiano… Questi cambi fanno parte di un percorso di ricerca di identità ancora aperto, o possiamo dire che sia proprio il cambiamento la vostra identità? (Ringrazio Marzullo per aver ispirato la domanda)

Diciamo che XX, il nostro primo EP era effettivamente un po’ un “fricandò”, c’erano molti stili, ma lì veramente dovevamo trovare la nostra dimensione perché non ci conoscevamo dovevamo capirci, capire che cosa effettivamente volevamo fare. Con Bed of Thorns abbiamo proprio deciso che non vogliamo limitarci, fermarci al solo italiano o al solo inglese, a un solo genere, abbiamo capito che probabilmente noi siamo fatte così, ci piace cantare sia in inglese che in italiano, ci piace avere sonorità molto energiche o, a volte, cupe. Adesso abbiamo trovato un buon bilanciamento, forse in futuro potremo un maggiore equilibrio, ma al momento abbiamo 5 stili differenti, 5 sensibilità differenti e vogliamo dare spazio a ognuna di esse. Vogliamo rimanere Pandorea, ecco.

Per quanto riguarda la produzione musicale invece come siete organizzate? La curate voi? Avete una produzione artistica, oltre che tecnica?

Partiamo sempre e comunque dai idee nostre originali, non ci piace andare dal produttore e chiedergli di scriverci le canzoni. Ci abbiamo sempre tenuto molto, anche perché abbiamo un sacco di cose da dire, di messaggi da comunicare… Di canzoni da scrivere ce ne sarebbero tantissime, quindi partiamo sempre noi. Non c’è una persona nella band dedicata a scrivere i testi, piuttosto che arrivare con dei riff. Diciamo che la prima che ha un’idea di qualsiasi tipo la porta e poi ci si lavora tutte insieme… generalmente si arriva al punto in cui siamo sature e magari non riusciamo più a migliorare il pezzo perché più lo ascoltiamo e più non capiamo cosa non va: è da quel punto che subentra la figura del produttore (e Dio lo benedica) e no abbiamo adesso. Ultimamente abbiamo lavorato con Giuseppe Bassi e, per l’ultimo brano, con Jarno Bellasio: con entrambi ci siamo trovati benissimo, l’ aver cambiato da Giuseppe a Jarno non è dipeso solo dalla volontà di sperimentare ulteriormente…

A livello di strategia questo spingere quasi più i singoli che l’album è una cosa molto moderna: è una scelta che avete fatto voi oppure vi è stata proposta dall’agenzia?

Allora dal punto di vista strategico, noi ci fidiamo molto di Superbia… detta come va detta adesso bisogna allungare il brodo: gli investimenti di tempo e denaro sulla produzione sono molto impegnativi, quindi ogni prodotto deve essere sfruttato al meglio. Questa modalità ti permette anche di fare dei brani con un pochino più di calma e di buttarli fuori probabilmente più soddisfatti e non come un che magari inizi ad odiare perché le tue canzoni le hai fatte velocemente senza la giusta attenzione. E’ comunque bello anche per noi stesse poter vedere il “pacchetto” completo per ogni canzone, con il suo video, la sua immagine e poterle presentare con la giusta cura.

Cosa dobbiamo aspettarci, per i prossimi mesi?

Innanzitutto, l’uscita di un altro singolo già pronto per essere sfornato, anche se possiamo anticipare nulla; nel frattempo, indubbiamente, continueremo a scrivere. Queste settimane, dopo l’uscita di “mare in tempesta” e che precedono l’uscita dell’altro brano, ci serviranno anche per vedere il feedback da parte del pubblico. Capire come viene recepita questa svolta verso la lingua italiana che stiamo intraprendendo, perché ci interessa capire se e quanto il pubblico apprezza. Per il momento siamo soddisfatte.
Per quanto riguarda i live, il 24 di novembre saremo al Rock and Roll Club di Rho per una buonissima causa: è la settimana contro la violenza sulle donne, tema che, naturalmente, sentiamo molto vicino, per cui ci metteremo tutta la cazzimma possibile, insieme alle Wicked Asylum e alle Shaskull.

Chiudiamo con un consiglio pratico per chi inizia adesso… insomma, un consiglio che avreste voluto avere nel 2015

Allora dovete avere una pazienza enorme: è molto complesso fare qualcosa che gli altri non fanno ed essere una mosca bianca, bisogna buttare giù dei sassoni enormi ma se volete fare questo, continuate. Mette in conto tantissimi sacrifici, uscite con gli amici, divertimenti, rinunce, anche economiche… Magari non ti potrai comprare il vestito, la scarpa ecc. perché quei soldi li devi investire su te stesso, sul tuo progetto… e ce ne vorranno tanti.
Un altro consiglio è quello di andare ad ascoltare tante musica dal vivo, sia underground che mainstream… c’è sempre da imparare! Supportate la musica locale, la musica emergente: bisogna sostenersi a vicenda e affidarsi a qualcuno quando se ne ha la possibilità, come abbiamo fatto noi!