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Ponte Rock: report e galleria fotografica della nona edizione

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A Cicerone piace il rock! E’ passata in rassegna la nona edizione del Ponte Rock di Arpino, perla della provincia di Frosinone, un gioiellino che ha dato i natali allo storico oratore.
Per la nona volta consecutiva, e non senza difficoltà, l’Associazione ProssimaMente ha portato al Parco Sangermano quella vibrante adrenalina che solo il sano rock sa dare, affidandosi al brio delle bande emergenti e alla voglia di spaccare il mondo da parte dell’underground nazionale.

Tre le band che si sono esibite sul palco del Ponte Rock. Ad aprire la serata sono stati i Deaf Autumn: band ciociara (loro dicono che sono “un po’ di Arce (FR)” votata alle sonorità hard-core con un pizzico di nu-metal per gradire. Particolarità della band: i 4 componenti (anche se la lead guitar non figura nella line up ufficiale) si chiamano tutti Davide. Sembrerebbe un’operazione studiata a tavolino ed invece, proprio come accade per i Neri Per Caso che si presentarono al colloquio dal manager tutti black dressed, c’è solo lo zampino del destino.
C’è anche lo zampino della “This Is Core” Records, ma questa volta per la pubblicazione del full lenght “What Was To Be Known”: ed è proprio sulle canzoni di questa release che i Deaf Autumn hanno fatto scaldare il pubblico del Ponte Rock.

Accoglienza calorosa riservata anche agli istrionici John Canoe i quali, contrariamente a quanto visto in altri live, hanno abbandonato le maschere amazzoniche e si sono presentati sul palco con il loro look Nerd ed il loro sound da jukebox da anni 70.
Da un punto di vista prettamente musicale i John Canoe hanno vinto la sfida della resa pulita dei suoni: nessuna sbavatura o imperfezione, ma probabilmente questo “eccesso di zelo” non ha permesso alla band di creare quel filo con il pubblico fatto di coinvolgimento che invece ha contraddistinto l’esibizione della band headliner.

Fast Animals And Slow Kids, segnatevi questo nome e se non li conoscete già informatevi su di loro. Una sola parola: bravi.
Un’ora di concerto senza tregua, senza riposo per la voce (al secondo pezzo, a quei livelli, io sarei già diventata afona) o anche per le mani. Cambi repentini di amiche a sei corde a seconda del pezzo da suonare, ottimo il feeling cretosi con il pubblico che ha cantato i testi pur non conoscendoli. Tra l’altro i FAASK, abituatissimi ai live con i loro 80 concerti fatti nell’ultimo anno, hanno dichiarato di essere particolar-mente legati alla provincia di Frosinone, avendo tenuto ad Isola del Liri (la città della cascata) uno dei loro primi concerti.

Guastatevi la galleria fotografica del nostro Stefano Mastronicola e restate sintonizzati perché a breve vi faremo vedere e sentire le interviste realizzate ai protagonisti della serata arpinate!

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