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Seraphic Eyes: “Unity” – Recensione

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Voce e chitarra, basso e batteria. Il combo è tra i più semplici perchè semplice è il sound che i Seraphic Eyes intendono ottenere. Un grunge da garage, come nella più classica delle accezioni. Ma d’altronde il “fatto in casa” è una peculiarità di questa band di Biella alla prova del disco con “Unity”, uscito via Bagana Records.
La stella polare che guida i Seraphic Eyes è senz’altro quella della costellazione The Doors. Non a caso, infatti, è inserita la cover di “Break On Through” che, oltre a mostrare le qualità al basso della Laura, si inserisce perfettamente nel book musicale della band.
Belle le soluzioni scelte per “The River”, dove con il rivolo d’acqua in sottofondo si creano commistioni atmosferiche che regalano anche una sorta di umanità ai pezzi, rompendo, nel caso specifico, l’idea del “fatto in casa” in quanto il pezzo è più “open space”.

Le tematiche del quotidiano e del vissuto la fanno da padrone nelle lyrics, con una vivacità insolita, con ghigno irriverente come in “Lies”, o nel british mood di “Noise” in perfetto stile punk.

Seppure l’insieme non sorprenda in termini di originalità, gli spunti interessanti sono da ricercare nel finale. “My Own Will” è sicuramente il pezzo più dark: un’oscurità che fa prendere al gruppo una virata che schiva la boa del doom e che forse regala punti in più a “Unity”, segno che una rotta da seguire evidentemente c’è.