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The Shiver: “Adeline” – Recensione

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Che bravi questi The Shiver. Ecco una delle poche band che quest’anno abbiamo visto (ascoltato) cimentarsi con un alternative rock ringiovanito, che ti fa venir voglia di premere sul tasto “play”, over and over again.
Adeline” è il terzo lavoro in carriera per questa band che è sì giovane, ma che potrebbe insegnare molto a chi bazzica da un po’ nell’ambiente. Loro sono un po’ la risposta italiana ai Paramore, volendo trovare un accostamento, con la cantante Faith (Federica Sciamanna) che in studio è una bomba e dal vivo ancor di più.

Per il nuovo disco la band ha deciso di essere ancora più diretta: pochi fronzoli anche nei titoli, spazio dedicato alla voce della Faith e alle distorsioni di chitarra, senza girarci troppo attorno. Anche perchè una delle particolarità di questa band è quella di spaziare con notevole leggerezza tra un genere ed un altro, ma solo con accenni, senza per forza restare confinati in un unico contesto. La voce della singer fa il resto. Accarezza la melodia come in “How Deep Is Your Heart, How Dirt Is Your Soul”, mentre qualche pezzo dopo è capace di spaccare tutto, come accade in “Miron Aku”: una bomba, guai a farla incazzare.
Non è un caso, infatti, che la già citata “How Deep…” sia l’unica traccia “tranquilla”, non saprei dire se sia davvero una ballad: errato quindi pensare che, avendo come leader una donna, i The Shiver preferiscano atmosfere meno crude. Anzi.

Con quella voce, la Sciamanna potrebbe fare quello che vuole e chissà che non sia tra i suoi progetti un album in acustico, così da assaporarne ogni singola sfumatura.
Fino ad allora, continueremo a godercela in questa band che è capace di sfornare perle come “Rejected”, dove tutto è molto equilibrato ma efficace allo stesso tempo o come “Electronoose”, brano strumentale che chiude l’album e che mette in evidenza una naturale attitudine nei confronti dell’Electro Rock che, come dicevano in apertura di recensione, si mostra giovane e fresco, nel senso che non pretende di rifarsi alla scena a cavallo tra gli anni 90 e 2000, ma che al contrario libera dal vecchiume quelle atmosfere e ce le rende in una veste assolutamente contemporanea.