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V-Anger: “In Shovel We Trust” – Recensione

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v-anger in shovel we trust

“In Shovel We Trust”, basta premere play e si catena l’inferno… è doveroso avvisare tutti coloro i quali decideranno di imbattersi nel debut album dei V-Anger. La band milanese non reinventerà la ruota con questa uscita discografica, ma distribuirà bastonate come se non ci fosse un domani, questo è da apprezzare.

Occorre precisare che i quattro membri della band non sono dei novellini, la formazione originaria risale infatti al 2006, ma sotto il monicker di Hate4All. Dopo aver registrato un Ep, dopo diverse peripezie e cambi di line-up, la band si scioglie per poi rinascere come V-Anger qualche anno dopo, il tempo di affilare le armi e nel 2012 un nuovo Ep “This Is My Life” vede la luce. Le cose sembrano girare per il verso giusto, ma i V-Anger non sono sodisfatti dal lavoro svolto dal cantante Davide, così viene sostituito da Alex: basta una prova e la band trova subito la quadratura del cerchio.

Il loro stile è una miscela esplosiva di Heavy Metal, Hardcore, Death Metal ed una dose immancabile di Thrash. La componente Groove del sound dei Nostri è quella che riesce maggiormente a rendere appetibili i brani, sebbene la formula proposta sia basata su soluzioni ben rodate, è impossibile rimanere indifferenti dinanzi a tanta violenza sonora. Sin dalle prime note dell’opener “Revenge” è chiaro che “In Shovel We Trust” sarà un album al cardiopalma, non si ha nemmeno il tempo di preparare i padiglioni auricolari che i V-Anger iniziano a picchiare duro, la velocità è quella tipica del Thrash Metal. Molto accattivante il breakdown del brano, ricorda la migliore tradizione rappresentata da band quali Sepultura ed Hatebreed in primis. Con “No More” la sostanza non cambia: si viaggia su ritmi indiavolati e la chitarra di Max Maestrelli gioca un ruolo fondamentale, perché le ritmiche non sono particolarmente articolate, ma ciò non è necessario: gli accordi sono quelli giusti! Stesso discorso per il drumming di Marc Sarina, sempre puntuale e martellante come un fabbro sull’incudine incandescente, coadiuvato nella sezione ritmica dal basso di Danilo Cordaro.

“Mad For Hate” ricorda molto i Sepultura di Chaos AD, imperiosa nell’incedere cadenzato, con il cantato graffiante di Alex Dominizi che tiene testa al resto degli strumenti. I tredici brani scorrono velocemente e si ha la costante sensazione di essere su un treno in corsa che non ha la minima intenzione di arrestarsi. Il tributo stilistico ai già citati Sepultura trova il giusto compimento nella cover di “Biotech Is Godzilla”, sapientemente riproposta nello stile V-Anger. Tra gli altri brani occorre citare sicuramente “This Is My Life”, “Dead Man Walking” e la conclusiva “V-Anger”, vero e proprio manifesto della band.

Da rimarcare l’ottimo lavoro svolto in fase di registrazione e produzione svolto da Marco “Cinghio” Mastrobuono, il quale si è prestato come guest guitarist su alcuni brani, e Matteo Gabbianelli presso i Kick Recording Studio.

Il debutto dei V-Anger non cambierà la storia del Metal, non credo sia questo l’intento della band, ma ci consegna un quartetto in ottima forma, che sforna brani adrenalinici, dotati di grande appeal e groove a vagonate, componenti fondamentali per un album irresistibile.