Home Interviste Vadva: “È stimolante rendere un brano interessante senza la voce”

Vadva: “È stimolante rendere un brano interessante senza la voce”

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Domenica 15 maggio, ore 20 circa, ci troviamo alla Tenda di Modena per il concerto dei Messa; in apertura il trio modenese Vadva, con cui ci troviamo per una breve intervista di presentazione.

Iniziamo da voi tre… da dove arrivate?

Geograficamente, tutti e tre da Modena. Musicalmente proveniamo da progetti diversi, e ognuno di noi ha avuto diverse esperienze: per quanto riguarda le più recenti, io (Ivan Borsari, batteria)  ho dato vita a Oscar di Mondogemello e un altro progetto da solista con loopstation, chitarra, batteria e voce, Alle (Alessio Cortelloni, chitarra) suona nei Fakyr Thongs, progetto che forse si avvicina di più a quello che facciamo con i Vadva, e Matte (Matteo Bassoli, basso) fa parte del side project di Nergal, i Me and that Man. Matteo e Alessio hanno anche un background comune perché hanno entrambi suonato nei Donkey Breeder.

Il nome dalla band, Vadva, come nasce?

La ricerca del nome è partita parallelamente all’inizio del percorso musicale. All’inizio pensavamo a qualcosa in inglese (anche di altamente improbabile) tipo “Ocular Sex Toy” o “Tesla Death Ray”, ma poi è arrivata l’idea del dialetto e abbiamo scelto Vadva, che vuol dire Vedova. Molti all’inizio pensavano che, con il fatto che Matte è stato molto tempo in Polonia, fosse una parolaccia in polacco… Tra l’altro, per pura casualità, il primo live lo abbiamo fatto con un’altra band che ha il nome in dialetto, i Dievel (Diavolo).

Qual è la storia di questo progetto?

Abbiamo iniziato a suonare insieme io (Ivan ndr) e Alessio nell’estate del 2018 però l’intento non era quello di fare quello che ci è saltato fuori, era un’idea molto, molto più blanda e forse musicalmente neanche così tanto pesante. In realtà è cresciuta con il tempo, con un’intesa che cresceva piano piano in sala prove, spontaneamente. Nel frattempo è arrivato Matte, nel gennaio dell’anno scorso e il progetto ha iniziato a prendere la sua attuale fisionomia. Come dice Ivan, “Matte è un normalizzatore: cioè io e Alessio potremmo continuare a lavorare sullo stesso pezzo per quattro mesi e renderlo indecifrabile dall’inizio alla fine; Matte a un certo punto beatlesizza tutto e trasforma un’idea contorta in un pezzo che funziona. Quando si produce un brano, ad un certo punto, ci vuole qualcuno che dica BASTA. Ecco, nel nostro gruppo, quel qualcuno è Matte, il nostro JayZ.”

La scelta di fare solo brani strumentali è stata una scelta progettuale o è maturata man mano che scrivevate i pezzi senza cantante?

E’ stata una scelta sicuramente progettuale, i pezzi nascono per essere strumentali. In realtà, forse anche a causa degli ascolti fatti negli ultimi anni, il fatto che non ci sia la voce ci piace molto, ci solleva il fatto di non avere un cantante e di non avere uno di noi impegnato a cantare. E’ anche più stimolante la necessità di rendere un brano interessante senza l’utilizzo della linea vocale.

Abbiamo capito com’è nato il nome del gruppo… la successiva domanda spontanea è: come si fa a dare un titolo a una canzone strumentale?

Tendenzialmente a caso mentre spariamo cazzate. Di norma, una cosa che rimarrebbe una battuta, per noi può diventare il titolo di un pezzo. Oppure ci si affida ai figli: ad esempio è nata così “Calamaro di legno”… un giorno mio (di Alessio ndr) figlio mentre guardava Godzilla che lottava contro un mostro dice: ”Guarda papà, un calamaro di legno”. Ottimo, potrebbe essere il titolo di un pezzo!

Come sperate si evolva questo progetto?

Intanto, nonostante l’album sia appena stato finito, stiamo continuando a scrivere nuova musica. Nel primo disco si sente un po’ di differenza tra i primi brani fatti, abbozzati prima dell’arrivo di Matte, e gli ultimi: adesso stiamo dando un po’ di continuità e omogeneità.

Io (Matte ndr) quest’estate sarò molto impegnato in giro per l’Europa con i Me and that man, ma Ivan e Alessio continueranno a scrivere. So già che mi faranno della roba impossibile da suonare che quindi bestemmierò quando tornerò.

Dopo l’estate ci daremo sotto anche con i live: il progetto è tutto molto self-made, per cui procederemo in autonomia anche con la ricerca date… Abbiamo tutti molti contatti dovuti alle nostre precedenti e\o parallele esperienze musicali, per cui siamo molto fiduciosi.

Potete ascoltarli QUI e seguirli QUI e QUI