Home News Verano’s Dogs: “Dal Punk al Grind siamo una grande famiglia”

Verano’s Dogs: “Dal Punk al Grind siamo una grande famiglia”

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Nati nel 2015, i romani Verano’s Dogs hanno recentemente pubblicato l’album “Summoning The Hounds”, un concept che ruota attorno all’aldilà, inteso come passaggio verso l’oltretomba attraverso le porte terrene, i cimiteri. In questa chiacchierata la band ci racconta delle proprie radici, legate alla città eterna, alle tematiche trattate, passando attraverso l’affluenza ai concerti e alla necessità, attraverso lo streaming, di diffondere il più possibile la propria musica.

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy! Iniziamo subito con le presentazioni: chi sono i Verano’s Dogs e qual è la genesi del vostro nome? È fortemente legato alla città di Roma, giusto?

Ciao Stefano, innanzitutto grazie a te ed a tutta la redazione per lo spazio concessoci. I Verano’s Dogs nascono alla fine del 2015, la genesi di tutto è a Roma, più specificamente nel Malatempora, pub metalpunk sito nel quartiere di San Lorenzo ed il nostro moniker si lega doppiamente all’immaginario cimiteriale: il Verano è il più celebre cimitero romano ed il cane è in alcune culture l’animale che accompagna le anime defunte nell’aldilà.

Provenite da altre esperienze musicali, come mai avete deciso di fondare una nuova band e darle un’impronta musicale che unisce Grind e Death?

Proveniamo tutti quanti da realtà, sì legate al metal, ma partendo da situazioni più coese a squat e posti occupati, abbiamo tutti un background punk sia musicale che prettamente attitudinale. Detto questo, ci legava la voglia di far qualcosa di veloce, ma allo stesso tempo marcio ed oscuro. Quindi sfociare in un grindcore con forti tinte di death malato è praticamente venuto quasi spontaneo e naturale. Poi logicamente la cosa fondamentale che ci ha portato a metter su una nuova band insieme è la forte amicizia che ci lega, se c’è questa all’interno di un gruppo sei già a metà dell’opera.

“Summoning The Hounds” è il vostro primo album, le cui tematiche sono legate anche al nome della band. Potreste spiegarci di cosa si tratta?

“Summoning the Hounds” affronta tematiche di un concept che ruota attorno all’aldilà inteso in una concezione romantico/straziante e legato al “passaggio” verso l’oltretomba attraverso le porte terrene, intese come cimiteri, tramite la figura del cane, con un summit di esperienze che legano questo rappresentante della forma neotenica del lupo all’immaginario collettivo sotto il punto di vista più oscuro, dalla mitologia greca con il guardiano degli inferi Cerbero, alla mitologia egizia con il protettore del regno dei morti Anubi, passando per trame di letteratura come “Il mastino dei Baskerville” di Arthur Conan Doyle o attraverso il primo approccio del ciclo di Cthulhu di Howard Phillips Lovecraft. È un viaggio attraverso l’immaginario più macabro e più reale del malessere della mente umana, appunto la morte, unica certezza della mera vita.

Per quanto riguarda l’artwork so che vi siete rivolti a Roberto Toderico…gli avete chiesto qualcosa in particolare, delle direttive da seguire?

Con Roberto Toderico ci siamo affidati, oltre che ad un’artista di primissimo livello, ad un fratello di tante peripezie. Ci lega una profonda amicizia oramai da oltre 15 anni. Vi racconto un aneddoto, volevamo contattarlo già per fare il primissimo logo tramite la sua pagina “ufficiale”, guardavo il suo stile e lo consideravo perfetto alla realizzazione di quello che avevamo in mente. Poi le cose per varie ed eventuali andarono diversamente. In tutto ciò non avevo associato il nome ad un volto (anni ed anni di acceleratore grind ha reso la mia memoria legata ai nomi un po’ come una flebile melodia), quindi dopo più di un anno e mezzo, alle soglie dell’entrata in studio lo contattai sul profilo personale e mi misi a ridere veramente di gusto (quella fotografica di memoria è ancora una bomba eheh). Quindi il tutto fu veramente molto semplice e spontaneo, gli inquadrai il concept e la volontà di avere dei cani che simboleggiassero il passaggio nell’aldilà e tutto il resto è legato alla sua bravura di legare l’anima dell’album alle sue opere grafiche, partendo praticamente da carta bianca. La sua prima bozza ci convinse immediatamente, ed infine realizzò anche l’attuale logo.

Parliamo della dimensione live: quanto è importante per voi salire sul palco? Ovviamente mi riferisco al rapporto con la dimensione “studio”, perché immagino che per attitudine siate più “animali da palco”.

Salire sul palco e condividere la propria rabbia, il proprio malessere con chi ti viene ad ascoltare è tutto praticamente. Sudare, ascoltare la carne che impatta altra carne, incrociare urla ed affanni con il pubblico è lo spirito del grind. In un vecchio video degli amici Buffalo Grillz (Forrest Grind), si può ascoltare un ragazzo che all’inizio della clip dice: “Il grind… si subisce, il grind”. Ecco, non dobbiamo aggiungere altro.

Rimanendo in tema: che tipo di locali frequentate di solito con la band?

Nasciamo e siamo mentalmente affini a tutto quello che gira tra squat e posti occupati. Veniamo tutti da un background che getta le sue radici nell’ approccio più punk che metal ed abbiamo sempre pascolato il tipo di idee che sono figlie ad un concetto anticonsumistico, anarchico ed antifascista. Suoniamo e suoneremo anche in locali, ma che abbiano una peculiarità legata saldamente a quello appena detto.

Come giudicate l’affluenza ai concerti? Mi riferisco sia a quelli dei Verano’s Dogs che ad altri ai quali assistete da spettatori…

Questo è un argomento abbastanza ostico in quel di Roma, per gli eventi “grandi” bisogna veramente investire tanto tempo ed energie per far sì che la gente muova il culo dalla sedia di casa, sia per pigrizia, che a volte per la concomitanza di più eventi affini. Di base c’è poco ricambio generazionale, anche se negli ultimi sei mesi le cose sembrano cambiar pian piano. Ai nostri concerti la gente non manca mai, perché abbiamo alcol e croccantini che girano a bestia (eheh). A parte gli scherzi, anche se il giro romano è “sempre quello”, è molto coeso e legato, dal punk al grind siamo una grande famiglia che cammina insieme.

Il vostro album è disponibile anche in streaming, come mai questa scelta? Deriva forse dal fatto che ormai ci sono poche persone che comprano i CD e quindi tanto vale diffondere la propria musica il più possibile?

Guarda, potresti legare questa domanda tranquillamente a quello detto nella risposta precedente. Innanzitutto c’è una grande volontà di diffondere la propria musica e magari di legare questo aspetto del digitale al vecchio spirito del tape trading. Poi c’è anche l’aspetto che oramai le “nuove leve” comprano il merch, ma il disco lo scaricano. In ogni caso il full è stato messo online dalla nostra etichetta (la Metal Age Productions), lo stesso giorno del release, ed è solo ascoltabile, in pieno, ma non scaricabile. Detto questo comunque confidiamo sempre nei vecchi romantici, come noi, a cui piace sfogliare il libretto durante l’ascolto, leggere i testi, insomma entrare in sintonia empatica con il disco al 100%.

Prima di lasciarci vorrei sapere quali sono i vostri progetti per il futuro: ci sono eventi da segnare in agenda? State lavorando su qualcosa di nuovo?

Il primo progetto è sicuramente abbaiare in giro per lo stivale dall’inizio di Settembre, abbiamo una data confermata l’8 al Malatempora (come ti dicevo casa nostra), poi altre due tra fine Settembre e Novembre, ma tutto ciò non solo nel capitolino. Il secondo è cominciare a comporre materiale nuovo e qualche idea è già in cantiere, star fermi non è nelle nostre corde!

Bene ragazzi, vi ringrazio per la disponibilità e lascio a voi le ultime parole, un messaggio ai nostri lettori. A presto!

Sicuramente ancora grazie a te per la pazienza ed il tempo dedicatoci. Un saluto a tutti i lettori di Metal in Italy, ci si vede presto nei peggior canili dello stivale! Let’s bark with us!

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