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Warmblood: Non c’è solo internet, non lasciate morire le band!

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Ricordano con piacere il live con gli Impaled Nazarene il giorno di Pasqua, ma affermano che a volte è più divertente condividere il palco con band meno famose, i Warmblood oltre a parlarci del loro ultimo album “God Of Zombies” lanciano un appello a tutti gli amanti del Metal in generale: “Non lasciate morire la vostra/nostra passione!”. Abbiamo parlato di questo e di tanto altro con il chitarrista/cantante della band Giancarlo Capra.

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. I Warmblood sono attivi dal 2002, ma il vostro promo risale al 2006, fino ad ora avete pubblicato tre CD, quali sono le tappe fondamentali della vostra carriera?

Ciao Metal in Italy, riassumendo velocemente la nostra storia direi che la svolta è stata l’inserimento nel 2006 di Davide Mazzoletti come seconda chitarra e la decisione, da quel momento, di suonare con due chitarre e senza basso, questo ci ha dato la possibilità di comporre in maniera molto diversa da prima e di essere decisamente più motivati e produttivi. Abbiamo comunque tardato un po’ prima di riuscire a pubblicare il nostro primo album “Necrocosmos Destination”, uscito nel 2009 sotto un etichetta inglese ormai scomparsa la Valley of Death records. Da quell’album in avanti le cose sono state molto più rapide e semplici, nel 2010 esce il nostro secondo album “Timor Mortis”, sotto l’etichetta italiana Punishment 18 Record con la quale stiamo ancora lavorando e che ci ha permesso di pubblicare nel 2014 anche il nostro terzo lavoro “God of Zombie”. Grazie alla pubblicazione di questi ultimi due album e alle recensioni positive ricevute abbiamo potuto intensificare la nostra attività live e condiviso il palco con molte grandi band, italiane e straniere.

Agli esordi il vostro sound risentiva delle melodie svedesi, successivamente avete indirizzato le composizioni verso un Death Metal di stampo americano. Come mai questa scelta?

È avvenuto tutto in maniera molto naturale, diciamo che con gli anni sono un po’ cambiati i nostri gusti musicali e questo ovviamente ha modificato il nostro modo di comporre. In ogni caso quando creiamo un brano non ci preoccupiamo molto se suona più “svedese” o più “americano”, più old school o più brutal. Credo che una delle nostre caratteristiche principali sia quella di riuscire a mischiare più sottogeneri del metal senza perdere l’identità, o perlomeno noi ci proviamo. Se ascolti i nostri brani puoi trovare parti melodiche, altre più prog, altre più brutali, magari interrotte da un assolo di heavy metal classico, il tutto sotto una voce decisamente death metal!

Oltre all’aspetto puramente legato al genere, come è cambiato il vostro modo di comporre dagli esordi ad oggi?

A parte il discorso di genere, il nostro “processo” creativo non è cambiato molto. Di norma compongo io sia la musica che i testi. Creo la parte strumentale di un brano, la passo agli altri ragazzi della band, insieme troviamo il giusto arrangiamento e proviamo che tutto suoni nella maniera giusta; dopo di che quando la parte strumentale è completa compongo il testo.

L’ultimo album pubblicato è “God Of Zombies”, registrato all’Elfo Studio di Piacenza, masterizzato da Stefano Morabito ai 16thCellar Studio di Roma. Perché avete optato per questa soluzione?

Andiamo da anni a registrare all’Elfo studio di Piacenza dove ci troviamo sempre bene e dove possiamo lavorare con Daniele Mandelli, un fonico veramente bravo oltre che un amico. Volevamo però per il mixaggio ed il mastering quella marcia in più che solo Stefano Morabito dei 16th cellar poteva darci.
In effetti il lavoro svolto è stato di gran lunga sopra le aspettative. Entrambi i fonici hanno dato il meglio per esaltare il nostro sound e siamo pienamente soddisfatti del risultato, tanto che per il prossimo album abbiamo deciso di lavorare nello stesso modo.

Dal punto di vista lirico la vostra ultima fatica è un concept che si ispira alla figura di Lucio Fulci ed alle sue pellicole sugli Zombie. Siete affascinati da questo argomento?

Il fanatico di Lucio Fulci sono io!!! è tutta mia la colpa! Ahahah
Adoro le sue pellicole fin da quando ero ragazzo e film come “Zombie 2” e “L’aldilà” sono tutt’ora due tra i miei film preferiti di sempre. Per questo motivo ho pensato di scrivere un concept ispirato ai suoi film ed in particolare a “Zombie 2”. Il film, come molti di voi ricorderanno, inizia con una nave senza controllo che entra nel porto di New York trasportando alcuni zombie, che ovviamente iniziano a diffondere l’epidemia mordendo il malcapitato di turno. Il film si sposta poi sull’isola di Matool per poi tornare a New York solo nell’ultima scena e mostrare una città ormai sotto il dominio dei morti viventi.
Quello che è avvenuto nel frattempo a New York è lasciato all’immaginazione.
Il mio concept vuole riempire proprio questo “buco” e vuole raccontare quello che accade a dopo l’arrivo della nave e come il virus inizia a diffondersi per tutta la città, il tutto attraverso gli occhi di uno “strano” zombie che, nonostante la sua condizione, riesce in qualche modo a rendersi conto della situazione e a ricordare il suo passato da “vivo”.

Attualmente state lavorando a qualcosa di nuovo? Ci sarà qualche nuova release prossimamente?

Attualmente tra un live e l’altro stiamo lavorando sui nuovi pezzi. Il nuovo album uscirà probabilmente verso ottobre-novembre del prossimo anno e come ti dicevo sarà registrato di nuovo all’ELFO studio di Piacenza e al 16th cellar di Roma.

Nel corso degli anni avete acquisito molto esperienza, condiviso palchi con band di grande spessore, c’è un ricordo particolare, un evento live che ricordate con piacere?

Abbiamo un ottimo ricordo di un concerto del 2011 al Rock’n’roll Arena di Romagnano Sesia con gli Impaled Nazarene. É stato molto divertente, tra l’altro era il giorno di Pasqua e suonare con il “Nazareno impalato” la domenica di Pasqua non è male….ahahah!
Ricordiamo sempre molto volentieri anche il piccolo tour che abbiamo fatto lo scorso anno nell’Europa dell’est con gli amici Ira e Integral. È stato fantastico, soprattutto le due date in Polonia dove abbiamo trovato un pubblico entusiasta.
In generale sono molti i live che ricordiamo con piacere, non sempre è necessario dividere il palco con band famose per far rientrare quel concerto nella lista dei concerti memorabili, a volte ci siamo divertiti di più a suonare con piccole band, ma in un atmosfera ottimale e con un bel pubblico.

C’è invece qualche esperienza di cui avreste fatto volentieri a meno?

Molti anni fa quando cercavamo un contratto discografico per fare uscire il nostro primo album ci siamo imbattuti in etichette molto improvvisate e decisamente poco serie. Tornando indietro avrei evitato di fidarmi di certe persone che ci hanno solo penalizzato e fatto perdere molto tempo…d’altronde eravamo inesperti e questo ci ha fatto fare scelte discutibili. In ogni caso poi si è sistemato tutto e ora siamo felicissimi di collaborare con persone serie e professionali.

In Italia abbiamo tantissime band, non è facile emergere dal momento che ci sono tante uscite discografiche, quale pensate possa essere la giusta soluzione per ritagliarsi uno spazio nel mercato discografico?

Non ci sono ricette o formule magiche, occorre lavorare sodo e suonare buona musica. Credo che come in qualsiasi altra professione distinguersi dalla massa sia possibile solo impegnandosi al massimo e ovviamente occorrono buone idee, buona tecnica, tanta passione, umiltà e coraggio.
Non so dirti sinceramente se nel nostro ambiente musicale ci sia o meno meritocrazia ma sicuramente alla lunga viene premiato chi propone buona musica!

Bene ragazzi, vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato, lascio a voi il compito di concludere l’intervista con un messaggio ai nostri lettori. A presto!

Grazie a voi! Vorrei chiudere ricordando a tutti gli appassionati della “nostra” amata musica e non solo che è molto importante andare a vedere le band dal vivo. Non esiste solo internet, facebook o YouTube, esistono locali che si fanno un culo gigantesco per poter far suonare band che a loro volta sudano sangue per poter continuare a fare musica e tutto questo svanirà senza il vostro supporto!
Se non si supporta la musica dal vivo, le band underground, i piccoli produttori, i locali ecc. moriranno.
Non lasciate morire la vostra/nostra passione!!!!
Un abbraccio.
Giancarlo e WARMBLOOD