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Wisdom Crew: First Book Compilation

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wisdom crew compilation

“First Book Compilation” è la sublimazione dell’impegno che la Wisdom Crew mette mensilmente per la realizzazione del magazine che si occupa di metal a 360° ed arte; in questo caso le parole si trasformano in musica e ci troviamo difronte a ben quindici tracce che dipingono un quadro dalle mille sfumature.

Ascoltando i vari brani ci si rende conto di quanto i ragazzi abbiano fatto del loro meglio per offrirci uno spaccato dettagliato e variegato della scena italiana, raggiungendo davvero un ottimo risultato. La scelta è ricaduta su gruppi di sicuro interesse, rendendo così questo prodotto fruibile dagli amanti della musica cercando di coprire il più ampio ventaglio possibile di generi e sottogeneri.

Ad aprire le danze ci pensano i teramani Nibelheim con “Oblige”: il loro Thrash Death irrompe come un vero e proprio assalto frontale, una brano senza fronzoli, tiratissimo, dotato di un groove davvero prorompente, ma che non disdegna parentesi più riflessive e melodiche. A seguire i Möhn con “Estivazioni”: il Rock Elettronico e sperimentale della band di Olbia colpisce per le melodie estranianti, i suoni industriali che fanno da tappeto al cantato recitato di Valerio Asara, le liriche in italiano, dipingono immagini ansiogene e decadenti. Gli In Aevum Agere con “Dominio” costruiscono con assoluto buongusto atmosfere teatrali e poetiche, che prendono forma dal cantato che alterna parti recitate ad altre dai toni decisamente più epici; di assoluto valore anche il songwriting, forte del lavoro svolto da musicisti tecnicamente preparati, come nel caso delle parti soliste delle chitarre.

Il Metal estremo si materializza con i Frastimu che con “Pedde Mala” colpiscono l’ascoltatore con un glaciale Black Metal, con sfumature Death, primordiale e velocissimo, cantato in lingua sarda, un assalto che non fa prigionieri, ma solo vittime. Non poteva mancare il Metal classico, ecco che i Wolfsinger con “The Commander” ci ricordano quelle che sono le radici di questo genere: puro metallo pesante, pestato, veloce, ma che non disdegna parentesi orientate verso la melodia. Proiettati verso il futuro gli Eskimada, band di Olbia, che con “Battle In Your Head” ci propongono un crossover molto accattivante, che trova nell’elettronica il punto cardine del proprio sound, regalandoci un brano arrembante nelle parte più tirate, ma allo stesso tempo parentesi melodiche ben congegnate. I toni si fanno più pacati con le melodie degli Alchem, band che riesce a dare un’immagine perfetta di Rock Metal progressivo e sognante, in “Spirits Of The Air” a farla da padrone sono le melodie create dalla voce di Annalisa, delicata e dinamica, ottimamente supportata sia dal comparto ritmico che dalla chitarra di Pierpaolo Capuano.

Con i Blood Thirsty Demons, band di Cristian Mustaine, prendono forma scene horror ed oscure: le atmosphere di “Black Insanity” sembrano uscire direttamente dagli inferi, o dal peggiore degli incubi, un vero e proprio concentrato di malvagità. Seguono i Dalia Nera con “The Hedonist”, brano tratto dal loro album omonimo, che fonde ottimamente groove e spirito progressivo, che si traduce in strutture di grande impatto e parentesi melodiche di assoluto pregio, il tutto condito da un assolo di chitarra al fulmicotone. Parentesi Horror Punk quella dei Dead & Breakfast, i quali con “They’re Only Good For The Flies” ci inducono ad un headbanging sfreanto alla velocità della luce, un brano senza orpelli, strutture semplici, ma efficaci.

A riportarci su sentieri Progressive ci pensano i Controsigillo, band di Serravalle Sesia (VC), che con “Infected Oxygen” dimostrano di essere musicisti tecnicamente dotati, che riescono a creare attraverso un riffing serrato, di chiara matrice Heavy Thrash, parti soliste tiratissime e fraseggi ricercati, melodie create dal singer Enrico Pulze, un sound che cattura l’attenzione. I L.E.D. (Light Emitter Death) ci propongono invece “Don’t Call Me Now”, una traccia di Metal Moderno, anche qui con sfumature progressive, le cui parti melodiche sono molto lineari e facili da tenere a mente, il tutto supportato da riff di chitarra articolati ed un drumming incalzante.

I Terebra con “Eternal Limbo” forniscono un’ottima prova di Gothic Metal, impossibile non lasciarsi rapire dalla voce di Myriam Raska, le cui melodie trovano il giusto supporto nelle chitarre di Kone e Ross, così come il piano e le tastiere di Oscar creano un perfetto tappeto sonoro che viene accompagnato da una sezione ritmica possente. I The Mughsots, che vantano una collaborazione con Dick Wagner (Alice Cooper, Lou Reed) ci propongono invece con “In Disguise” un Rock dal sapore noire molto accentuato, come del resto nella migliore tradizione della band. A concludere la compilation ci pensano i Warmblood, il trio bresciano con “Eucharist Dead Flesh” presenta un Death Metal classico e maligno, che alterna parti veloci e martellanti ad altre fatte di mid tempos pachidermici, un brano che può essere tradotto con una sola espressione: “una mazzata in pieno volto”.

Si conclude così il viaggio attraverso “First Book”, un spaccato, come detto in apertura, dell’underground italiano di qualità. Un plauso va sicuramente rivolto alla Wisdom Crew, che ha saputo scegliere, ma ha anche avuto il coraggio di imbarcarsi in questa avventura, al fianco delle band che popolano il sottobosco musicale del Bel Paese. Non ci sono generi che prevalgono, ma solo la volontà di fare buona musica. Ricordiamo che la compilation è scaricabile gratuitamente.