Home Recensioni Witches Of Doom: “Obey” – Recensione

Witches Of Doom: “Obey” – Recensione

SHARE
witches of doom obey

Il panorama Stoner/Doom italiano è popolato da tante band di valore, i Witches Of Doom con il loro album d’esordio “Obey” entrano di diritto tra le migliori in circolazione.

Il loro sound non è riconducibile esclusivamente a questi generi, ma risulta contaminato da tinte oscure e gotiche, dal Rock che attinge dagli anni ’70 e ’80, creando così una miscela intrigante ed a tratti psichedelica. Nonostante questi richiami ad epoche passate, i Witches Of Doom sono comunque moderni, attuali e dannatamente catchy, perché riescono ad affiancare soluzioni tradizionali ad altre di più ampio respiro. È così che troviamo band quali 69 Eyes, Sister Of Mercy, ma anche Type-O-Negative ed Him, con questi che emergono prepotentemente in alcuni passaggi di “Needless Needle”. Non manca la componente Southern, che li avvicina ai Black Label Society, merito soprattutto del riffing coinvolgente del chitarrista Federico Venditti, il quale ci delizia anche con assoli ben congegnati, ed il singer Danilo Piludu che appare a proprio agio tanto nelle parti più oscure e gravi, che in quelle melodiche e trascinanti.

Non bisogna essere degli amanti dei generi citati in precedenza per lasciarsi coinvolgere dai cinque ragazzi romani, perché accanto a quanto detto finora i Nostri riescono a stupirci anche con parentesi dalle melodie estranianti e sofferte, come nel caso di “Crown Of Thorns”, una ballad dal titolo scontato ma che regala intense emozioni. Questo brano fa largo uso delle tastiere, permettendo anche al basso di emergere e farsi apprezzare, peraltro protagonista anche della successiva “Dance Of The Dead Flies” in versione distorta/effettata.

L’anima più riflessiva ed introspettiva della band si palesa anche in “It’s My Heart (Where I Feel The Cold)”, in cui sofferenza e malinconia giocano un ruolo fondamentale, brano che precede la conclusiva ed onirica titletrack “Obey”.

Il debutto discografico dei Witches Of Doom è convincente, cattura l’attenzione dell’ascoltatore e tiene ben alta l’attenzione, grazie anche ad un’alternanza di emozioni che non appesantiscono il tappeto musicale e lo rendono fruibile anche a coloro i quali non sono estimatori di Stoner e Doom. La band possiede un’impronta decisa e ben riconoscibile, speriamo che le prossime release confermino queste impressioni.