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Room Experience: “Room Experience” – Recensione

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Non è roba da metallari, ma a volte ci si dimentica che il metal è nato dallo sviluppo del rock, in tutte le sue forme, per cui ci sembra più che giusto segnalarvi quanto racchiuso nel self titled dei Room Experience.
Vi parliamo di un progetto che prende corpo grazie all’infinita sensibilità del suo creatore e curatore: il bresciano Gianluca Firmo, autore delle musica e dei testi, che si è circondato di musicisti e performer con alle spalle una sudata e rinomata carriera.
In definitiva i Room Experience sono un super gruppo, una band che raccoglie quanto di buono fatto dal rock melodico in questi anni e lo propone all’ascoltatore in un formato fisico dal sapore evocativo.
La voce dei Room Experience è quella di David Readman, leader dei Pink Cream 69, ma in questa sede viene messo da parte lo spirito guerriero dell’heavy in favore di un adagio accomodante per le orecchie che trasforma la “room experience” in “cool experience”.

La sensazione è che Gianluca Firmo (che in pratica diventa un po’ il Turilli dell’AOR, visto che gestisce tutto lui e da dietro la tastiera) è che si voglia puntare ad un messaggio di pace: basta conflitti, basta rivalse, basta sofferenze, ma non è riferito a ciò che accade attorno a noi. Il messaggio di pace è per il nostro “io” che deve piazzarsi in un punto specifico in mezzo al mondo, che sia appunto un’esperienza da camera o da strada.
Tutte le tracce che compongono “Room Experience” hanno la capacità di regalare una distensione interiore. Ci sono pezzi che ci riescono più di altri, sicuramente, come “Run To You” o “The Only Truth”. Altri invece vivono e si sviluppano al limite, caratterizzati purtroppo da un sound che sa un po’ di stantio e dove i ritmi moderni, che sia anche un semplice giro di batteria o di chitarra, faticano ad emergere.

E’ come se quest’album fosse stato scritto e composto 20/25 anni fa e riproposto oggi. Ma con classe.
A tal proposito segnalo l’ultima traccia “Only Goodnight” dove il Firmo si impossessa del microfono e si lascia andare a questa lullaby, una traccia capace di commuovere ma che non si sviluppa interamente su vortici sdolcinati, ma si dirama in un tappetino musicale e corale, come degna chiusura dell’album… Anche se, in realtà, dopo un minuto di silenzio vi è una sorpresa…
Ascoltare per credere!