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Ars Onirica: “Il ritorno alla vita, dopo oltre un decennio di silenzio”

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Dopo oltre un decennio di inattività il progetto Ars Onirica è rinato grazie alla volontà del chitarrista e cantante Alex. Con lui abbiamo ripercorso un po’ di storia del Metal romano, del primo appuntamento live il prossimo 6 maggio al Monk per la serata “A Night Of Doom And Death In Rome” e dei progetti futuri.

Ciao Alex, benvenuto sulle pagine di Metal In Italy. Gli Ars Onirica nascono nel 2003, nel 2005 esce il demo “Utopia: A Winternight’s Traveler”, poi l’attività cessa sino al 2018. Perché questa decisione e, soprattutto, quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a tornare?

Ciao Stefano, grazie per lo spazio concessoci. In realtà gli Ars Onirica non si sono mai formalmente sciolti, onestamente se ci penso mi viene anche un po’ da sorridere perché dopo la realizzazione del demo eravamo talmente giovani ed inesperti che non sapevamo esattamente come muoverci, mandammo qualche pacchetto a qualche etichetta e facemmo un paio di live ma niente più, all’epoca internet non era ancora alla portata di tutti e anche solo organizzare le prove (bisognava telefonarsi e organizzare catene di chiamate) spesso portava via molto tempo, mettici poi che non tutti venivamo da Roma…insomma per due anni ci siamo armati di entusiasmo e forza di volontà ma dopo aver realizzato il demo e non sapendo bene come promuoverlo ci siamo “persi per strada”. Successivamente i membri del gruppo hanno cominciato a dedicarsi ad altri progetti, io ai Lykaion, mentre Alessio e Luca al loro progetto indie/post-rock Astrid Hotel e da lì gli Ars Onirica sono stati accantonati, ma senza mai sancire una vera e propria fine. La voglia di riportare in vita il progetto è nata dalla mia volontà di riprendere in mano un discorso interessantissimo che si è interrotto senza una reale e specifica ragione.

Da quali membri è composta l’attuale formazione e quali le precedenti esperienze?

Attualmente mi stanno aiutando nel progetto, per portarlo dal vivo, i fidi compagni di sempre ovvero i membri dei Lykaion e degli Invernoir. I membri originali hanno dato il loro consenso all’iniziativa ma senza parteciparvi attivamente, visto che alcuni di loro sono fuori dal metal da quando abbiamo smesso di suonare ed altri hanno proprio abbandonato l’attività musicale.

Nell’ambiente romano come è stato accolto il vostro ritorno?

Direi molto bene, per molti è stata decisamente una sorpresa inaspettata.

In merito al sound attuale affermate che alla base c’è ancora il Metal di stampo scandinavo degli esordi, ma con elementi Black. A cosa è dovuto questo cambio, o meglio questa integrazione, nella vostra musica?

Gli Ars Onirica di oggi mantengono intatto quello che era già l’intento agli esordi, proporre metal estremo con break acustici decadenti, atmosferici e dal grande impatto emotivo. Le maggiori influenze black, ma anche doom, sono riconducibili al fatto che semplicemente lì reputo come i generi più interessanti da ascoltare e che si stanno evolvendo nella maniera più creativa, penso agli Shining, alla carriera solista di Ihsahn degli Emperor, ai Swallow The Sun, a Myrkur agli MGLA, tutti progetti che oltre alla furia sonora sono caratterizzati da un costante ricerca atmosferica mai banale.

Immagino che con la ripresa dell’attività stiate anche lavorando a qualcosa di nuovo. Ci sono già dei brani pronti o comunque una nuova release in vista?

Certo, scrivere nuova musica è stata la prima cosa, ho terminato la scrittura di 6 tracce che andranno a comporre il nuovo album. Le registrazioni sono previste per questa estate ma non so darti una data di pubblicazione.

Il prossimo 6 maggio sarete sul palco del Monk con altre band, potreste presentarci la serata chiamata “A Night Of Doom And Death In Rome”?

Siamo molto emozionati all’idea, prima di tutto perché suoneremo con gruppi che ammiriamo profondamente come gli In Mourning (dove milita l’ex batterista dei Katatonia, altra band che ha influenzato pesantemente il mio percorso artistico) e i Clouds, ma soprattutto perché riportare in vita questa idea/band e battezzare il nuovo corso aprendo un live del genere non può che riempirci d’orgoglio e motivazione, per questo vorrei ringraziare la Dark Veil Productions per averci dato questa splendida opportunità.

Dopo questo evento ci saranno altri appuntamenti live in programma?
Per ora non sono previsti altri live, ci concentreremo maggiormente nell’arrangiamento dei nuovi brani e sulla loro registrazione.

Come è cambiata secondo voi la scena musicale italiana da quando avete terminato l’attività ad oggi? In particolare com’era Roma dal punto di vista musicale nel 2003?

La scena è cambiata enormemente a livello nazionale e mondiale, nello specifico a Roma se mi metto a pensare a tutte le evoluzioni che ci sono state, gruppi nati, sciolti, riformati, di successo e non, Locali aperti e poi chiusi ti occuperei pagine e pagine, ancora giravano i demo in cassetta…è stato bello anche vedere come persone che all’epoca gravitavano intorno al mondo Ars Onirica abbiano fatto strada nel mondo musicale. Il demo per esempio lo abbiamo registrato nella prima sede dei 16th Cellar Studios di Stefano “Saul” Morabito (altro non era che la cantina di quello che allora era il chitarrista degli Hour Of Penance, ora negli Hideous Divinity, Enrico Schettino) era un’unica stanza e pensa che quando si registrava non ci dovevamo muovere o parlare sennò rientrava tutto nei microfoni e la take sarebbe stata da rifare… ora grazie alle sue abilità Stefano è diventato un producer di fama internazionale ed essere stati non dico tra i primi ma quasi ad aver lavorato con lui ci riempie di orgoglio e siamo contenti che sia arrivato a certi livelli. Oppure mi viene da pensare a Marco Mantovani che all’epoca aveva un gruppo black metal con il nostro batterista Alessio i Throne Of Decadence e poi ha dato vita agli Hopes Die Last ora Alphawolves. A livello di band c’erano gruppi veramente ottimi come i Black Thorns Lodge, poi diventati Room With A View, che purtroppo non esistono più, gli enDECLIN, Gli Oblivio. Tra quelli invece rimasti ci sono ovviamente i Novembre, i Klimt 1918, ma potrei veramente continuare per ore menzionandoti gruppi come VII Arcano, Corpse Fucking Art, Theatres des Vampires, Prometheus Unbound e tanti altri più o meno conosciuti, ma che in un modo o nell’altro hanno fatto o continuano a far parte di una scena ricca ed interessante.

Bene Alex, ti ringrazio per il tempo che mi hai concesso, lascio a te le ultime parole…

Grazie a te Stefano, saluto i vostri lettori invitandoli al Monk questo 6 maggio a Roma per sentire il nuovo materiale e a mettere un bel “mi piace” sulla nostra pagina Facebook. A presto.

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