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At The Dawn: “Land In Sight” – Recensione

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Prova molto convincente quella fornita dagli At The Dawn, i quali con il nuovo album “Land In Sight” dimostrano ancora una volta, dopo il debutto avvenuto con “From Dawn To Dusk”, di essere musicisti molto preparati ed in grado di comporre brani di pregevole fattura.

Il genere proposto è un Power Prog con profonde venature sinfoniche ed elementi che richiamano alla mente atmosfere neoclassiche ricche di pathos ed epicità. Lo stile dei Nostri non è comunque focalizzato sulla mera ostentazione delle capacità tecniche del singolo, che vengono invece poste al servizio dell’intero disegno musicale al fine di dar vita a composizioni molto accattivanti. L’album vede anche la presenza di due ospiti molto importanti: nella titletrack “Land In Sight” troviamo Simone Mularoni, il quale si è tra l’altro occupato di registrazione, missaggio e masterizzazione presso i Domination Studio, e Letizia Chiozzi (Synful Ira) nelle tracce “Siren Call” e “The Revenge”.

Apre le danze “Through A Darkned Sky”, con pioggia e voce narrante in latino, la quale dopo questa breve intro parte subito in quinta innalzando i toni, ben riuscito il chorus che rimane impresso nella mente sin dal primo ascolto, unitamente all’assolo di chitarra di Michele Viaggi di gusto barocco. Di alto livello anche la già citata “Land In Sight”, il cui incipit ha il sapore di una cavalcata epica e maestosa, impreziosita dalla chitarra di Simone Mularoni. Inizio acustico ed in sordina per “Siren Call”, brano atmosferico che con la voce di Letizia Chiozzi può far leva su un appeal davvero irresistibile; azzeccatissimo anche in questo caso il ritornello che merita di essere cantato a squarciagola. Una melodia malinconica delle tastiere di Marco Iaffaldano attraversa “The Deserter” e fornisce il giusto spunto per le linee vocali di Stefano De Marco. Anche nella seguente “Overture” possiamo apprezzare le doti del tastierista, il quale dà vita ad un brano dalle atmosfere impalpabili, che danno l’idea di essere in riva al mare a scrutare malinconicamente l’orizzonte. La stessa intensità emotiva viene riversata in “The Offense”, traccia che vede il già citato Marco Iaffaldano fare da tappeto musicale alle vocals di Stefano De Marco. Con “The Revenge” si chiude un trittico di brani che presentano un filo conduttore comune, anche se in questo caso tornano in scena gli altri musicisti per dar vita ad una composizione che rientra pienamente nello stile At The Dawn, nella quale si incanstona perfettamente la voce di Letizia Chiozzi. Un approccio decisamente più sinfonico caratterizza invece “The Day When Heroes Die”, che innalza nuovamente i toni, unitamente alla successiva “Tiger Within”. E’ da sottolineare anche l’ottimo lavoro svolto dalla chitarra ritmica di Michele Vinci, dal basso di Vittorio Zappone e dal drumming di Mattia Ughi, i quali con le loro qualità tecniche contribuiscono a creare il sound degli At The Dawn.

Con le ultime due tracce “Ladyhawke” e “A Crow With No Wings” i toni vengono stemperati e viene posta maggiore attenzione verso la creazione di passaggi atmosferici, dai toni imperiosi e sinfonici. Conclude l’album “Revelation” degli Iron Maiden, rivisitata in chiave At The Dawn e molto ben riuscita.

“Land In Sight” è un album convincente, che verrà apprezzato dagli amanti del genere, ci consegna una band molto ispirata ed in continua crescita, anche se personalmente preferirei che venissero approfondite composizioni quali “Overture” e “The Offense”, per rendere più dinamico e variegato il sound.