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Audyaroad: “Best Days” – Recensione

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I Beatles non sono mai stati così rock. Rendere un tributo ai Fab Four è sempre cosa difficile, perchè non si sa mai se eccedere nell’interpretazione, omaggiare il pezzo originale o che altro.
Gli Audyaroad rendono un pezzo “brit” decisamente “western” e partiamo proprio dalla cover di “Come Together” per raccontarvi l’ascolto dell’EP “Best Days“.
La band di Milano propone sei brani da strada, nel senso che il loro street rock è delicato, mai eccessivamente rumoroso, ad accompagnare in maniera discreta il passeggio. Che sia a piedi o in auto, il percorso intrapreso con gli Audyaroad diventa una piacevole compagnia.
Come detto, il lavoro dei rockers meneghini è pulito: non vi sono eccessi nè dal punto di vista stilistico, nè da quello della resa vocale. Ci si concentra sulla scelta pregevole di melodie orecchiabili ma non banali, dove non passa inosservato il ricorso alle backing vocals in, praticamente, tutti i pezzi.
Si parte con “Limitless”, la traccia più aggressiva, anche dal punto di vista del testo. I ripetuti accordi di chitarra la fanno da padrone, con l’aggiunta di una buona dose di sensualità vocale.
“Dust In The Wind” non ha nulla a che fare con i Kansas, anche perchè l’intro racchiude leggeri richiami a scene orientali, scandite poi da battute di cassa nel corso del pezzo che riporta il tutto alla fluidità del sound Audyaroad.
Anche nella titletrack i virtuosismi di chitarra sono gli assoluti protagonisti, fino ad arrivare a “No More Light” dove finalmente il cantante sale in cattedra e ruba la scena. Osare di più non avrebbe fatto male a questa band che ha indubbiamente del talento, ma l’impressione è quella di voler rimanere in un terreno recintato e sicuro, senza volersi prendere troppi rischi. Cosa che viene fuori leggermente in “The Beating Of Your Heart”, dove lo strano cuore fa “Tic Toc” piuttosto che “Bum Bum”… e l’insieme regala sprazzi di personalità frizzante, distanti dalla seriosità dell’intera release.
Chiudiamo come abbiamo iniziato: gli Audyaroad propongono, quindi, la cover di “Come Together”. Ascolti il pezzo ed immagini Marco J. e company appoggiati al muretto, da belli e dannati. E ti trovi a muovere la testa non solo per accompagnare il brano, ma anche in senso di approvazione. Perchè tutto sommato la band ci sa fare, si vede che ha studiato, nonostante si resti con la consapevolezza che sia in grado di offrire qualcosa in più anche a livello emotivo. D’altronde… non è questo l’augurio che il gruppo fa a sé stesso con “Best Days”?