Home Interviste Black Flame: “Passione e sacrificio: la ricetta per una proposta di sostanza”

Black Flame: “Passione e sacrificio: la ricetta per una proposta di sostanza”

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Nelle scorse settimane i Black Flame hanno pubblicato “The Origin Of Fire” (la recensione).
Con questo disco la band piemontese vuole proseguire le propria strada senza compromessi, con una visione molto chiara della scena italica.

Approfondiamo questa interessante chiaccherata con m:A Fog e Cardinale Italo.

Ciao e benvenuti sulle pagine di Metal in Italy. Iniziamo subito a parlare del vostro nuovo lavoro, come sta andando la promozione? Come è stato accolto dai fan?

m:A FOG: Ave a te e a tutti i lettori di Metal in Italy. La promozione di “The Origin of Fire” sta andando tutto sommato bene, le recensioni sono generalmente positive e, cosa ancora più importante per noi, i nostri fans lo hanno accolto molto bene, in maniera più calorosa che “Septem” e secondo me anche “Imperivm”. Questo è un aspetto a cui tengo molto e che tengo a sottolineare : in un’era di gente che paga per suonare, di concerti di fronte ad un paio di parenti, possiamo dire di essere veramente orgogliosi di aver creato un seguito di fans fedeli ed attenti. Tutti i concerti che abbiamo fatto finora per la promozione di “The Origin of Fire” hanno registrato un afflusso veramente degno di nota, condito letteralmente da code al banco del merchandise.  Il significato può celarsi sicuramente dietro anni di coerente militanza underground e di serena serietà della proposta, ma direi anche e soprattutto merito del fatto di aver sempre rispettato i fans e di aver lavorato sempre duramente per offrire musica in costante crescita. A costo di essere banale sfrutto questa intervista per ringraziare ancora una volta tutte le persone incontrate negli ultimi concerti.

Avete alle spalle una carriera di ben 17 anni. Quale stimolo, a parte la passione, vi fa continuare sulla strada di voler produrre dischi, essendo un periodo nero per l’ambito musicale?

CARDINALE ITALO: Beh in un certo senso sono sempre stati periodi difficili per una band come la nostra. All’ inizio nessuno conosceva il nostro nome, eravamo solo una delle tante realtà in un mare di bands che volevano suonare Black Metal. Dovemmo lavorare sodo sin dall’ inizio per ritagliarci il nostro piccolo spazio e penso che con il tempo ci siamo riusciti. Noi non siamo mai stati una band chiacchierata, che vanta tour nei posti più impensabili, interviste e decine di videoclip; ma abbiamo sempre lavorato con coerenza, mantenendo sempre una buona media di uscite ed evitando episodi mediocri o approssimativi. Io penso che chi ci segue oggi, queste cose le sa bene.  Attualmente le cose sono cambiate in peggio. Tutti lo sappiamo e tutti ne conosciamo i motivi, ti risparmio quindi il solito monologo riguardante internet. Quando non sei addentrato in un circolo economico e quindi sostanzialmente tutto questo non lo fai per un riscontro monetario, il tuo rapporto con la musica continua a rimanere semplicemente il frutto della tua passione e del tuo desiderio nel proporre quello che sai fare, così come avveniva una quindicina di anni fa ai tempi delle prime demo. Ecco perché oggi abbiamo ancora voglia di fare i dischi: faccio tutto questo semplicemente perché non potrei non farlo.

Quali sono secondo voi le differenze tra il vostro precedente lavoro “Septem” e “The Origin Of Fire”?

CARDINALE ITALO: Sono molto diversi. “Septem” ha un approccio molto più diretto e claustrofobico mentre su “The Origin Of Fire” si respirano tutte le diverse atmosfere dalle quali, durante l’evolversi degli anni, i Black Flame sono stati caratterizzati. E’ un lavoro molto più vario e con spunti particolari che su “Septem” non c’erano.

m:A FOG: “Septem” è stato un lavoro figlio di un periodo in cui diversi eventi ci hanno portato a creare un album claustrofobico, monolitico, che si muoveva in una unica direzione sonora e che, forse per la prima volta, non mostrava tutte le sfaccettature del nostro sound. Con “The Origin of Fire” siamo andati, se vogliamo, a riscoprire alcuni aspetti spontanei e primordiali della nostra musica, che furono soffocati nel precedente album. Vedo “The Origin of Fire” molto simile a “Conquering Purity” se vogliamo… mentre invece “Septem” era una estremizzazione di alcuni aspetti toccati con “Imperivm”. Questa è una differenza non da poco, infatti “The Origin of Fire” suona molto più Black Flame del precedente album e getta delle ottime basi per una futura release….

Quale aggettivo o parola può descrivere il concept del vostro disco e perché?

CARDINALE ITALO: Io non credo che si possa parlare di concept  o perlomeno non nel senso stretto del termine. Non posso dirti: “Questo album parla di questo o di quest’ altro!” E’ un album molto profondo ed oscuro che cerca di trasformare in musica tutte quelle sensazioni che arrivano da una parte di me stesso, quella parte più intima, confusa, pericolosa e negativa. L’ origine del fuoco, l’ origine di ogni cosa, quelle forze generatrici che superano il concetto, il pensiero, la mente ed il divino. In tutto questo ognuno si rapporta in maniera personale: c’è chi ci vede la religione, chi cerca risposte scientifiche, chi forme di misticismo e così via. Io ci vedo quello che potete ascoltare e se dovessi usare una parola per descriverlo userei “Fuoco”.

Che tipo di approccio avete avuto nel comporre i nuovi brani presenti in questo disco? Qual è stata l’atmosfera che si è creata tra di voi durante la fase di songwriting?

CARDINALE ITALO: Da un punto di vista tecnico e di songwriting personalmente ho lavorato in maniera diversa su questo album, almeno per quanto riguarda le chitarre.  Questa volta ho lavorato su più linee ben distinte ed ho cercato di arricchire gli arrangiamenti e le melodie. Forse anche per questo sono notevoli le differenze con il nostro album precedente. A livello di feeling per noi non è cambiato nulla. E’ pur vero che rispetto ad una volta, per necessità, siamo obbligati a lavorare a distanza ed il grosso del lavoro viene svolto in maniera autonoma. Ma per quanto riguarda la passione, l’ entusiasmo e la dedizione che ciascuno di noi impegna nei Black Flame posso dire che abbiamo una visione unidirezionale.

Cosa ne pensate del mercato musicale di oggi? Secondo voi i vari social e le nuove piattaforme sono un mezzo efficace per promuoversi e quindi essere i manager di voi stessi? Oppure pensate che ancora le label siano un mezzo per poter far crescere una band?

CARDINALE ITALO: Come dicevo prima non sono di certo il primo ad aver capito che il mercato discografico, per come lo intendevamo un tempo è andato via via sgretolandosi. Penso che il progresso non si possa di certo fermare, ma è chiaro che internet ha cambiato drasticamente le cose. Non di certo in meglio… ma questa è solo la mia opinione. Tutto quello che internet sembrerebbe poter offrire in maniera facile e diretta è solo fumo. Come io penso di poter promuovermi da solo tramite social, canali specifici e quant’ altro, anche il rimanente 90% dei musicisti fa la stessa cosa. Quindi rimane un calderone enorme di bands che continuano a spammare ovunque la propria proposta ma spesso con scarsi risultati. Poi ci sono sempre le eccezioni ed i colpi di fortuna ma per come la vedo io, oggi più che mai serve una Label che riesca ad arrivare a circuiti più elevati anche solo ad esempio a livello di distribuzione del prodotto. Ma per Label intendo persone serie che conoscano il proprio lavoro perché purtroppo in giro è pieno di ciarlatani che vendono fumo e che riescono pure a farsi pagare dalle giovani bands.

Come intendete promuovere il nuovo disco? Cosa ci dobbiamo aspettare dai Black flame nel 2015?

m:A FOG: Abbiamo appena terminato una sessione di concerti fatti in immediato supporto all’uscita dell’album e stiamo preparando ulteriori concerti per la stagione autunnale. Come al solito cercheremo di suonare ovunque verranno presentate delle proposte sensate, che siano rispettose per la Band e per il pubblico. Come ho accennato prima: questa è un periodo cruciale per la musica underground : le bands devono avere meno frenesia, devono calpestarsi di meno i piedi e soprattutto devono scegliere di suonare quando le condizioni lo permettono. Questa frenesia di apparire, di far vedere che si è attivi, di vedere il proprio nome ovunque sta portando a dei meccanismi che sono assolutamente malsani: slot a pagamento, concerti in perdita, strumentazione indegna e non all’altezza nemmeno di una sagra di paese. Ci dobbiamo ricordare che il Black Metal è una musica che dovrebbe incarnare lo spirito di rivolta, una musica che dovrebbe tenere alto lo spirito dell’avversario luciferiano, non conformarsi agli standard, non vendersi alla pura estetica, non prosituirsi per un panino ed un “pubblico” di 20 paganti.

Lascio a voi i saluti e vi ringrazio per la vostra disponibilità.

m:A FOG: Saluti a te e a tutti i lettori. Serpens Vigil Est !!!