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Born With A Basic Goodness: Il secondo report dal Monolith Studio

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Secondo appuntamento con i Born With A Basic Goodness, formazione Metalcore/Post-hardcore, che ci raccontano l’esperienza al Monolith Studio con Filippo Buono per registrare il debut album. In collaborazione con Overdub Recordings, la band ci racconta l’esperienza in studio.

Registrare, fare, brigare al Monolith Studio di Filippo Buono. 2a Parte

Nov. 18 2019
Se tu fai giusto, sbaglio io. Ma se paghi da bere, t’accìd.

Che titolo catchy, bravi bravi. Al secondo giorno ci svegliamo in orario, chi con qualche ora di sonno e chi meno, il solito. Colazione a base di nastrine e caffè, tutto gentilmente offerto dagli albergatori, pausa di riflessione post-sigaretta moltiplicata per quattro, guidiamo fino allo studio, guida Bruno, accende i fari, li spegne, quattro frecce, acqua per pulire il vetro, si riprende, parte, in studio. Ciao Josh. Josh è il cane di Phil, pastore tedesco con una discreta faccia di bronzo quando in vena di grattate (Josh, non Phil).
Ciao Dinosauro, ciao Phil. Tutto bene, bello il posto di ieri, come cribbio fa a costare solo un euro e cinquanta la birra?, i fritti!, mi viene da vomitare, hai il rafano, che ho mal di gola?
In studio. Pezzi numero sette otto nove dieci oggi, che ieri i ragazzi sono andati bene.

Bon, cominciamo subito con le cose belle.

In Studio
Consolle vintage DDA DRM12 a 48 tracce. Tra l’altro, è talmente vintage che la mia ricerca di 2.5 minuti su internet non ha portato risultati. Bizzarramente però, ho trovato molte consolle da ingresso in acero, in pieno stile vittoriano, che starebbero benissimo di fianco al mio nuovo albero rosa.

Phil mi raccomanderebbe di aggiungere che ci sono anche i convertitori SSL, che abbiamo registrato tutto in presa diretta e poi l’abbiamo fatto finire in Pro Tools perché non è il 1943.

E basta col nerding. Anzi no, sticazzi, è bello il nerding. Per registrare::

Cassa: 1 microfono kick in, 1 microfono kick out, 1 sub-kick autocostruito
Rullante: 1 microfono Neumann KM84 sopra; 1 microfono Audix i5 sotto (l’ultimo tenuto molto basso, per dar colore alla cordiera)
Battenti tom: microfoni Sennheiser MD421
Risonanti tom: microfoni Shure SM57, senza trasformatore interno
Overhead: 2x microfoni ribbon con condensatore a diaframma largo
Room: riprese stereo da terra con 2x Oktava MK012; riprese “mono room” con un ribbon autocostruito distorto e compresso

Nov. 19-20 2019

Due in uno, perché siamo pigri.

La sera, dicevo, siamo andati a fare un aperitivo in centro a Vitulano.
Tutti ci offrono da bere, una selva di gentilezza che non vedevo dall’ultima volta che sono uscito dal Polesine (non che ci abiti, ma fa più ridere). Locale, pioggia, belli, ridono, belli.
Poi penso di andare ad offrire un goccio. Mi si dice di no. Riprovo. Mi si dice di no. Mi arrendo. Eh, quello si incazza, se provate a pagare, molto bene, accetteremo il nostro destino.

Sono gentili i ragazzi, sono gentili. Sicché si finisce un po’ così, contenti, lunghi. Ma non divaghiamo, stavamo parlando di un disco.
Parla Filippo Buono: “Per l’intero disco abbiamo optato principalmente per pre-amplificatori API e CAPI. Per la batteria ho pensato ad un approccio albiniano diciamo, decisamente meno moderno rispetto agli standard dei dischi metal attuali. [segue descrizione batteria; se volete, la trovate qui, ndr.] Del basso abbiamo registrato sia un segnale D.I., sia l’amplificatore: un Ampeg Micro VR su cassa Ampeg Classic 4×10. Per registrarlo, ho usato un MD421 e un EV RE320, miscelati tra loro. Tra i vari segnali, compressori 1176 e DBX160. Poi, abbiamo aggiunto un’ulteriore traccia di basso, processata con un amplificatore digitale: Ampeg Heritage di Brainworx.”

Lo sento che vi state toccando, bassisti che leggete. Smettetela, non è carino, come ha ampiamente dimostrato Harvey Weinstein. Su.

Alla mattina del 19 ho ancora mal di testa, o forse per la prima volta, non ricordo.
Due tracce da finire, e finiscono rapide e tranquille, grazie soprattutto a Capitano Kirk che ancora non ha riacquistato la parola e sembra un turnista assunto apposta per l’occasione. Quell’altro con la chitarra si ostina a portare pantaloncini che sarebbero stati corti per Christina Aguilera quando ancora girava con Redman, e il terzo ha il 40% delle dita a disposizione fasciato con del nastro isolante. È tutto molto strano e intrigante, tipo quando, avete presente?, come quando quella volta di cui vi parlavo che eravate con la vostra o il vostro partner e avete per la prima volta, dai che vi ricordate, con la mano lì che si infila e la faccia di uno dei due – il ricevente di solito che, ahi!, figlio di, sbagliato ingresso come le chiavette ma qui è peggio perché adesso la suora ci sta guardando male.

Torniamo presto, con gear chitarra e voce, col resto dei take, una storia a base di rafano vomitato su parabola televisiva e, per correttezza nei confronti di chi vuole un racconto esaustivo e sincero, con un albero rosa. NSFW, sicuramente.

BWBG