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Born With A Basic Goodness: Il terzo report dal Monolith Studio

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Registrare, fare, brigare al Monolith Studio di Filippo Buono. 3a Parte

Nov. 20 2019

Sputando armoracia rusticana e bevendo digestivi in flacone: i segreti del voice recording secondo le nonne vicentine e vitulanesi.
Strumenti fatti, buoni i take, si comincia con la voce.
Vi chiederete il perché dell’armoracia. Bravi. Sapete cos’è il rafano? Una radice, che si chiama anche barbaforte o cren, o armoracia rusticana (che bel nome è?), che quando la tagli a cubetti e te la metti tra i denti e la mordi e ne succhi il succo e lo ingoi, ti fa magicamente tornare la voce. O comunque, te la mette a posto. Che è bello. Epperò non è bello farlo, perché ha più o meno lo stesso effetto di sniffare il wasabi.
Non l’avete mai fatto? Dunque non siete cresciuti guardando Jackass. Buon per voi. Però fatevi un favore e guardate Steve-O, qualche anno fa ci ha pensato lui. Dovessi descrivere la sensazione, direi che è come ricevere una cinquantina di staffilate sulla nuca, mentre delle formiche rosse ti mordicchiano allegramente l’interno del naso.
E, sì, l’ho vomitato fuori quasi tutto, quasi tutte e cinque le volte che l’ho mangiato. Però mi ha sistemato la voce. Grazie nonna.

Voce che è stata registrata (ma che robetta di attacco al secondo paragrafo ho appena scritto?, roba che neanche la Gabanelli tra un servizio e l’altro, e poi la gente si lamenta, ma dimmi te) con una coppia di microfono dinamico e microfono a condensatore. In particolare, erano un Thomann EV RE320 e un Neumann U47FET di Stam Audio. Tutti e due sono finiti in compressori stile 1176.
Poi, sulla voce qualche effettino ce lo metteremo, che altrimenti poi si sente il timbro e sembra quasi una voce umana e non è certo quel che vogliamo.

Ricapitolando: molti succhi gastrici, parecchi take, tante urla (alcune le trovate qui). Bella giornata, anche Mario Dinosauro sembrava felice, che è sempre una bellissima cosa da vedere.

Nov. 21 2019

Mi ero dimenticato della chitarra, probabilmente per colpa di un amaro alle erbe tedesco.

Mi son dimenticato di parlarvi della chitarra. Che è stata parecchio divertente. Andiamo con ordine: Phil ha splittato il segnale in modo che finisse sia in una Mesa Boogie Single Rectifier su cassa Mesa Rectifier 4×12 (con due V30 originali e due Celestion Creamback, entrambi microfonati), sia nel pre-amp di un Diezel VH4 Pedal, che a sua volta finiva nel finale di una Brunetti Mercury e poi in una cassa Marshall 1960 Classic (con coni Greenback).
Madre di dio, si fa fatica a leggerlo, tutto sto inception di segnali di chitarra che vanno da una parte all’altra. In ogni caso, se ci passavi davanti, alle due casse, avevi come risultato o di farti pettinare i capelli, o, se il volume si alzava di un mezzo decibel, di perderli proprio del tutto. I capelli di Bruno sono a posto, non preoccupatevi.

Per registrare la chitarra: più accoppiate di Shure SM57 e Sennheiser MD421, miscelate e registrate in ProTools su traccia unica. Uff. Finito.

Ma le nonne vitulanesi?

Ho un po’ detto una cazzata. Non erano nonne. Era nonna Marcello Venditti, di Overdub Recordings, che ci ha fatto scoprire uno splendido amaro alle erbe, servito in bottiglietta da 20cc impacchettata come una volta, che è una roba incredibile, tanto che ne abbiamo terminate le scorte al bar di Vitulano che lo serve, che a quanto pare è l’unico al mondo, forse ce n’è un altro a Benevento, ma mi piace pensare che lo servano solo a Vitulano.

A voler essere proprio proprio sinceri, serviva più per digerire polpettone e polpette messicane e pasta funghi e pomodoro e vino della casa e caffè e pane e ricotta salata e verze e fagioli – il pranzo di chi vuole passare un pomeriggio lavorativo molto molto molto intenso.
No, non vi dirò come si chiama. Mi piace troppo, e non voglio che arrivi in Veneto dove sicuramente finirei per pagarlo nove euro e cinquanta a bottiglietta, e me lo vedrei servito con un incurante miscuglio di chiodi di garofano, cumino nero e barba di licaonte. Vi tocca andare a Vitulano. O a Berlino, magari. Pare che anche lì lo bevano.

A presto. Giuro che ci sarà anche l’albero rosa, anche se lo so che ormai non vi fidate più di me, ma fidatevi, sono un bravo ragazzo in fondo, anche se il rafano mi ha fatto perdere una quindicina di neuroni. Ciao.
BWBG