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Brvmak: “Il marketing non è tutto, deve poggiare su brani con una valenza artistica”

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I Brvmak stanno lavorando al loro secondo album, un concept incentrato sulla Bibbia, si presentano con una nuova formazione, uno stile rinnovato e tante altre novità che scopriremo insieme nel corso dell’intervista con tutti i membri della band.

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy! Prima di iniziare a parlare del nuovo album, vorrei che vi presentaste ai nostri lettori. Chi sono i Brvmak? Quali le tappe fondamentali della vostra carriera?

Emanuele (Basso): Salve Stefano e innanzitutto grazie per lo spazio. I Brvmak sono una band death metal nata ormai oltre dieci anni fa, subendo negli anni alcuni cambiamenti di genere che hanno portato al sound attuale del gruppo, passando dal black al death e raffinando il suono death con elementi prog.
Finora la band ha all’attivo un ep, il primo full length “Captivitas” ed un nuovo album in uscita nei prossimi mesi, che stiamo registrando proprio in questo periodo.

Il secondo album è in cantiere, ma questa volta vi presentate con una formazione rinnovata. Quali sono le novità rispetto al passato?

Gabriele (Chitarra): Durante la carriera dei Brvmak ci sono stati diversi cambi di Line-Up, la formazione di Captivitas (2013) comprende 3/4 degli attuali componenti, nel 2015 Sergio è entrato nel gruppo e nel processo compositivo come chitarrista e cantante, sostituendo l’ex chitarrista Francesco ed il cantante Flavio. Ovviamente questo cambio ha portato con sé diverse variazioni dal punto di vista del sound e della composizione dei brani, nonché nel tipo voce aggiungendo le sue influenze al nostro stile.

Prima di iniziare le registrazioni avete pubblicato anche un nuovo logo, dall’aspetto elegante, molto diverso rispetto al precedente. Perché questa scelta?
Serj (Voce e Chitarra): Trovo molto importante la scelta del logo di una band, è la primissima cosa che salta all’occhio, deve rappresentare lo stile del gruppo e deve essere graficamente adatto per le locandine degli eventi. Il vecchio logo dei Brvmak non lo sentivamo più rappresentarci, probabilmente per la strada presa dal punto di vista compositivo, così abbiamo concepito questo nuovo logo che rappresenta i tratti fondamentali che vogliamo trasmettere.

Questo cambio di stile nella grafica si tradurrà anche in musica? Dai video che avete pubblicato sulla pagina ho visto anche un violino…

Emanuele: Sicuramente il genere che proponiamo con questo nuovo album avrà una sua identità molto particolare. Non mancheranno assolutamente le parti più epiche e tirate, come temi in sedicesimi e tappeti di doppia cassa, ma ci siamo lasciati andare ad alcuni movimenti o addirittura brani in cui Serj suonerà la viola o il violino per rendere il concept più interessante e nel mood in cui noi l’abbiamo immaginato.

Anche i live show saranno quindi caratterizzati da questo nuovo corso?

Emanuele: Certo, il disco è stato composto per poter essere suonato integralmente dal vivo, comprese le parti in cui Serj suonerà gli strumenti ad arco che speriamo renderanno lo spettacolo ancora più immersivo ed accattivante.

Perché avete scelto di inserire elementi neoclassici nella vostra proposta musicale?

Serj: Questo tipo di sonorità sicuramente ben si sposa con il tipico richiamo “epico” di moltissime nostre parti, inoltre io stesso, da grande appassionato di classica, ho di certo subito l’influenza dei miei compositori classici e romantici preferiti.

Da ciò devo pensare che voi siete tra quelli che preferiscono sperimentare, evolvere il proprio sound piuttosto che riproporre sempre lo stesso trademark. Giusto?

Gabriele: Potrebbe sembrare così, ma noi siamo fermamente legati al nostro Trademark, quel tipo di riffing che ti fa dire “ah, questi sono proprio i Brvmak”.
Ovviamente sempre con un certo dosaggio e cercando di proporre brani con una propria identità e diversi tra loro. La nostra firma però la dobbiamo mettere, a mio parere è un qualcosa che fa sempre affezionare il fan ad un gruppo.

Se poteste accostare lo stile dei Brvmak a quello di altre band, quali citereste e perché?

Serj: Sicuramente il sound dei Brvmak è un qualcosa di molto personale e variegato ed è il risultato di influenze personali di ognuno dei componenti, i quali portano nello stile il loro proprio lignaggio musicale. Probabilmente se dovessi paragonare delle band famose ai Brvmak, direi che per quanto riguarda le parti prettamente metal e death siamo un buon compromesso tra Amon Amarth per i riff dal catch epico, Behemoth per il riffing e la voce e Opeth per le atmosfere e il mood di alcune nostre parti. Molte delle parti con voce clean hanno un sapore Prog Rock, che richiamano alla mente Pink Floyd e Porcupine Tree, due band che mi hanno profondamente influenzato da sempre.

Dal punto di vista lirico ci sono delle tematiche particolari che affrontate nei testi?

Serj: Il concept del nuovo disco, del quale a breve sveleremo molti dettagli, riguarda eventi della mitologia biblica. Ogni brano tratterà una storia tratta dalla Bibbia, non con intenzioni ascetiche ma, al contrario, come chiave per capire l’uomo e quello che ne concerne i suoi comportamenti nella sua dimensione più terrestre possibile. Il nostro disco è quindi una storia di passione ed amore, di odio, rabbia e gelosia; ispirato non propriamente dalla mitologia cristiana ma dal modo in cui un libro, obiettivamente così importante come la Bibbia, dovrebbe essere letto, ovvero come spunto di riflessione metaforico per capire l’uomo.

Avete già deciso quando uscirà il prossimo album? Come intendete supportarlo? Live? Video?

Davide(Batteria): Non ci sarà molto da aspettare per l’uscita di questo album, ma per la data ufficiale dobbiamo attendere la notizia dall’etichetta. Sicuramente l’uscita verrà promossa con dei videoclip sui quali già stiamo lavorando e dei quali più in là sveleremo qualche anteprima… Inoltre stiamo preparando una serie di live in vari club in giro per l’Italia come release party, dove divideremo anche il palco con molti gruppi grandiosi della prolifera scena italiana.

Quali sono secondo voi le “mosse” giuste che una band dovrebbe compiere per farsi conoscere e quali quelle da evitare assolutamente?

Davide: La cosa più importante è sicuramente la composizione, perché anche se il marketing del gruppo è eccellente bisogna che esso sia appoggiato su brani che abbiano una reale valenza artistica. Inoltre la mossa migliore è quella di curare molto la parte live, i suoni e l’esecuzione; il consiglio migliore che posso dare è quello di cercare di fare il maggior numero di live possibili, per acquisire l’esperienza necessaria a risolvere qualsiasi problema che può presentarsi e per avere la familiarità più alta possibile con lo stage. Queste sono cose che il pubblico nota, apprezza e permettono a noi artisti di essere più liberi di esprimere la nostra musica e creare un contatto con gli spettatori.

Una band italiana dovrebbe farsi conoscere prima in casa e poi all’estero, per creare una fan base consolidata, o ritenete che bisogna rivolgersi direttamente fuori dai propri confini?

Davide: Grazie alle varie piattaforme di streaming che si hanno a disposizione oggi il lavoro di una band nel farsi conoscere può essere impostato in un determinato modo; farsi conoscere nella propria regione e in Italia con i live e nel frattempo farsi conoscere virtualmente anche all’estero, spianando la strada per l’attività live.

Bene ragazzi, vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato, a voi l’ultima parola. Lasciate un messaggio ai nostri lettori.

Salutiamo i lettori di Metal In Italy e li invitiamo a seguire la nostra pagina per essere informati sui concerti più vicini e delle novità inerenti al disco. Ringraziamo inoltre Metal In Italy per l’interesse che ci ha dimostrato e ci complimentiamo per il lavoro svolto finora al servizio delle realtà italiane da Stefano, Silvia e Marco.