Home Interviste Bullet-Proof: padre e figlio a confronto. Quando la musica è… “di famiglia”!

Bullet-Proof: padre e figlio a confronto. Quando la musica è… “di famiglia”!

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La band in questione festeggia nel corrente mese di agosto il suo primo anno di vita, sulla scia della passione per il metal vecchia scuola dei membri fondatori. Tra loro, Richard Hupka, d’origine slovacca ma ormai adottato dall’Italia e che per motivi personali, nel pieno delle sue forze come musicista, decise di appendere la chitarra al chiodo.
Le passioni, però, non si dimenticano e quando anche il figlio di Richard, Lukas, ha intrapreso la strada della musica, quello è stato il momento in cui la famiglia Hupka ha creato una sorta di family business. Richard riprende a suonare, spinto proprio dal figlio adolescente che nel frattempo ha scoperto l’amore per la batteria.
Il progetto che viene messo in piedi assume il moniker Bullet-Proof e sotto l’ala della Sleaszy Rider Record, coadiuvata dalla Truck Me Hard per la promozione, viene pubblicato l’album di debutto “De-Generation” di cui a breve vi offriremo la recensione.
In questa sede, Metal In Italy vi offre un’intervista doppia a padre e figlio che, vista la spaventosa somiglianza, possono essere tranquillamente scambiati per fratelli!

Richard Hupka

Che sensazione si prova a suonare nella stessa band?
R: E’ un misto di emozioni, è un continuo pensare sempre se trattare Lukas come figlio, come amico, come compagno della band… 😉 vantaggi e svantaggi. Devi valutare le reazioni di altri ragazzi della band quando discutiamo, anche se sanno quanto sono stronzo con tutti… Momenti in cui devi mettere da parte il rapporto figlio-padre, anche perché si tratta degli interessi della band in questo caso, giusto?

L: E’ un’emozione fortissima e indescrivibile. Come ha scritto mio papà devi stare sempre attento e valutare cosa dici. Nell mio caso cerco di rispettarlo (cosa che a volte mi sfugge). A volte ti è anche difficile esprimerti perché a tuo papà non diresti mai delle cose che andresti a dire ad un tuo amico, nonostante abbiamo un rapporto eccezionale!

Chi ha maggiore potere decisionale tra i due nella band?
R: hahahhhaha! Io! Seriamente ora. Non so… Di sicuro la maggior parte del “lavoro” viene svolto da me, di conseguenza viene naturale, ma credo che discutiamo e valutiamo ogni cosa e ogni decisione che viene presa.

L: Io non saprei cosa rispondere. Ovviamente Richard è quello che ha la mano sulla chitarra ma ci sono pezzi dove abbiamo lavorato assieme nel completare tutta la struttura di chitarre e batteria! Un esempio può essere “De-Generation”, che come l’aveva presentata al gruppo io mi ero rifiutato di suonare! Era sempre potente… ma secondo me non aveva quella spinta che ci dà la versione finale del cd!

Per Lukas: quando è iniziata la tua passione per la musica?
L: Mah…non saprei dirti. Forse quando mio cugino della Slovacchia mi ha presentato gli Iron Maiden intorno all’età di 10 anni! Mio papà non mi ha mai voluto influenzare con i gusti. Sta di fatto che prima non ascoltavo il metal. C’era Nek, Eminem e robe del genere (credo)! Poi notando che il metal mi piaceva, ha incominciato a farmi conoscere diversi gruppi! Un genere che ascolto molto a differenza di Richard è il Metal-Core! Io ne vado pazzo, nonostante sia un fan dei Megadeth a manetta!

Per Richard: avresti voluto che Lukas si concentrasse sulla chitarra o la batteria è un tuo desiderio nascosto?
R:
Qui si va qualche anno indietro. Come sai io ho mollato la musica più o meno nel periodo della nascita di Lukas per vari motivi. Semplicemente ho deciso dare la precedenza al “padre” piuttosto che al “musicista”. L’unica band seria di cui facevo parte all’epoca, ancora prima che nascesse Lukas, si è sciolta perché ognuno di noi pensava credo di più alle ragazze che alla band. Dopo di che non è mai venuto fuori niente degno di nota.
Tornando alla domanda… era un po’ che pensavo che sarebbe figo se mio figlio avesse voluto suonare un strumento ed io ero prontissimo ad insegnarli quel che potevo! Senza far differenza tra lo strumento che avrebbe scelto. E in un certo senso questo è anche accaduto. Oggi suona la batteria ed ha iniziato anche a suonare la chiatarra. Ha già composto dei riff carini per il prossimo disco! Quindi sono molto fortunato!


Come vi siete divisi il lavoro per “De-Generation”?

R: Ho cominciato a suonare e discutere con Lukas le varie parti di batteria, ritmica, ecc, sentendo i pareri di Diego (bassista), dato che non avevamo la seconda chitarra. Un sacco di tempo per trovare il posto e il sound iniziale più convincente possibile per la batteria. Lukas è stato bravissimo, in poco tempo ha registrato le sue parti. Poi Diego ha fatto le sue parti di basso, io tutte le ritmiche e miei assoli, e siccome che nel frattempo abbiamo trovato il secondo chitarrista (Andrea Demasi), lui ha fatto i suoi assoli; poi le voci, (quando ero senza voce, hahahaha!), mix e master e ritorno a casa. Qui va un ringraziamento ai ragazzi dello studio “Officine Underground” di Montebelluna! 9 giorni di lavoro in tutto.

L: In realtà io non ho mai visto una vera e propria divisione! Lui veniva con un riff e poi elaboravamo assieme quello che non ci piaceva. Io ho cercato sempre di dare il mio parere in ogni pezzo! Come in “You (Heroine)”, dove ho voluto fare una batteria strasemplice con un passaggio sui tom che viene ripetuto diverse volte durante la canzone. Ho cercato di rendere il pezzo più ascoltabile, “batteristicamente” parlando(come Phil Rudd degli AC/DC,dove con i suoi 4/4 non sbaglia mai), rendendolo forse leggermente commerciale? :/ 🙂

Per Lukas: ti piacerebbe sperimentare altri generi?
L: La musica è varia. Io amo fare le jam session… imparare da diverse persone! Quindi ti dico di sì!

Per Richard: la nuova frontiera potrebbe essere un disco padre-figlio solo chitarra e batteria (come accade, tra l’atro, nella traccia strumentale del vostro album)?
R: Mah… a dire la verità, ancora prima di aver messo insieme Bullet-Proof, ho sempre voluto fare un disco strumentale, ma non del tipo che trovi sul cd. Più soft e completo. E qualche demo a casa abbiamo registrato con Lukas, solo per noi. Future will tell… per ora abbiamo da proporre questo progetto e disco. Poi si vedrà!

Grazie ragazzi, le ultime parole sono per voi, ma vorrei che Lukas scrivesse qualcosa che non ha mai detto a Richard e viceversa.
R:
Boh..? Non saprei… credo di aver detto a Luky tutto. A parte quello che non dirò mai!
Devo ringraziare davvero a te per le domande e il tempo dedicatoci Silvia!! Non è facile avere l’attenzione di giornalisti essendo un gruppo sconosciuto. Grazie al resto della band, al ostro nuovo membro, il talentuosissimo Mattia Carli! Grazie a chi ci conosce già e chi ci vorrà conoscere. Grazie a Aldo e all’agenzia Truck Me Hard! Per il resto… vorrei solo dire a chi legge di darci un ascolto. Vi saremo grati del parere, che sia positivo o negativo! Come dico anche: ascoltate tutta la musica degli altri! Bisogna dare la possibilità alle band nuove di essere ascoltate e viste dal vivo. Se la band merita e vale, deve avere la chance di andare avanti. E questo accade solo non snobbando. Se non è valida, è giusto fare presente che qualcosa non va. Un po’ si è perso l’interesse nell’andare a vedere le band nuove…

L: Un semplice GRAZIE per TUTTO! Ma non solo al papà… a tutti quelli che mi stanno vicino, la mamma, Diego, ce ne sono tanti… ( la mia ex ragazza Yvonne)! E grazie anche a te Silvia della possibilità che ci hai dato! Alla prossima METALHEADS.

 

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