Home Interviste Burn After Me: “E’ difficile differenziarsi”. Così scelgono Dante Alighieri

Burn After Me: “E’ difficile differenziarsi”. Così scelgono Dante Alighieri

SHARE
burn after me band

Come Dante Alighieri trovò la sua guida in Virgilio, così i Burn After Me per il loro nuovo album ispirato alla Divina Commedia hanno trovato in Simone Mularoni l’uomo disposto ad accompagnarli in questo viaggio.
E’ anche grazie al grande “Mula” che la band di Arona ha trovato il giusto equilibrio per dar vita al concept sulla Divina Commedia che uscirà a settembre.
La ricerca di quel quid che possa fare la differenza, scoprendo poi che non bisogna fare tanta fatica per farle venire fuori.
Questo è stato gran parte del lavoro dei Burn After Me negli ultimi mesi.

L’intervista:

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. Iniziamo subito col presentare il vostro nuovo lavoro, si tratta di un concept sulla “Divina Commedia”, un viaggio attraverso i tre regni descritti da Dante. Da un punto di vista puramente concettuale, quali sono le tematiche affrontate e come legarle ai tempi nostri?

Ciao Stefano, è un piacere essere qui con voi! Diciamolo subito, le tematiche affrontate sono molte e differenti per ogni canzone, ma ci concentreremo principalmente su una molto attuale che ci ha colpito e secondo noi di particolare rilevanza. Fermo restando che tutte le canzoni hanno un approccio di questo tipo oltre a un filo conduttore che lega, chi più chi meno, i modi di pensare e agire delle persone nella vita quotidiana, alcuni brani sono stati ispirati in modo diretto da alcune persone con le quali abbiamo avuto occasione di parlare, come nel caso della terza canzone dell’album riguardante il settimo cerchio dell’inferno (violenti). Essendo molto attivi sui Social ci è capitato di parlare con un ragazzo di Donetsk nel periodo forse più problematico della guerra tra Ucraina e l’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk. Lui ci ha offerto la sua visione sul campo del contesto, una voce che dai media non si potrà mai sentire che denota una situazione molto più contorta nel contesto politico in quell’area. Nel testo non è presente alcun riferimento esplicito riguardante quella guerra ovviamente perché tutti i tipi di avvenimenti come questo hanno da offrire voci sul campo come quella di questo ragazzo, dunque ci sembrava sbagliato puntare il riflettore solo su una ma leggendolo capirete di che si tratta. Un indizio? Spesso una bandiera nasconde altre bandiere che non vi aspettereste mai. Ora non intendiamo dilungarci troppo descrivendo ogni canzone perché non vorremmo che i lettori si stancassero di leggere già alla prima risposta! Avremo modo di sviscerare ogni canzone più avanti.

Dal punto di vista prettamente musicale avete optato per una suddivisione ritmica ben definita, potreste indicarci come sono suddivise le tre parti? Che esperienza è stata quella di rimanere fedeli a determinati schemi e dare comunque libero sfogo all’estro creativo?

Questa volta saremo un po’ più precisi delle precedenti interviste: nell’inferno abbiamo utilizzato trentaduesimi, sestine, cinquine (vorremmo non averlo mai fatto!) e sedicesimi. Nel Purgatorio ottavi, ottavi puntati, quarti, terzine di ottavi. Nel Paradiso esclusivamente accordi dai due quarti in su o terzine di quarti. Attenzione, ci riferiamo alla parte ritmica dei pezzi, lead e voci hanno potuto liberamente “suonare” sopra queste basi ben definite ma, nel loro caso, sono state influenzate dalle melodie e dalle armonie, nonché dalla tipologia di vocalità utilizzata. L’esperienza è stata a volte frustrante ma incredibilmente “liberatoria” nel momento in cui si è trovato l’incastro giusto ed essendo obbligati a dover fare una determinata cosa, le nostre menti hanno potuto “viaggiare” maggiormente e tirare fuori il meglio. È stata una sfida, ci siamo divertiti, abbiamo ampiamente discusso in diverse occasioni e alla fine abbiamo risolto ogni “situazione” nella maniera più congeniale. Abbiamo scoperto di poter tirare fuori cose che se non “obbligate” probabilmente non sarebbero uscite mai.

Quali sono i tratti distintivi di questo lavoro che lo differenziano rispetto al passato? E soprattutto come mai avete deciso di dar vita a questo tipo di cambiamento?

Pensiamo che un album debba in qualche modo raccontare qualcosa, una storia, un viaggio, un’esperienza. Rispetto al vecchio lavoro avremo una crescita canzone dopo canzone, un’evoluzione netta e facile da cogliere, cosa che nel precedente “Ascent” era quasi totalmente assente. Non ci sono dei tratti distintivi che lo differenziano rispetto al passato, l’album stesso è il tratto distintivo ma ci viene difficile spiegarlo. Abbiamo voluto sperimentare e mettere alla prova tutte le nostre capacità. Abbiamo deciso di dar vita a questo cambiamento per una sfida contro noi stessi. Se l’avremo superata, lo deciderà il pubblico.

Avete dichiarato che con questa release non ci saranno dogmi imposti da genere e sottogeneri, questa voglia di rifuggire da facili catalogazioni scaturisce da un tentativo di differenziarsi dalla massa?

Nel 2016 pensiamo sia davvero difficile “differenziarsi dalla massa” o quanto meno è molto complicato riuscire a farlo in modo netto. È vero che questo lavoro non sarà nel complesso attribuibile a un dogma o ad un genere particolare all’interno del metal (perché di metal comunque si tratta) ma conterrà moltissime sfumature ed influenze di altri generi amalgamate in modo personale nei momenti e contesti che abbiamo ritenuto più opportuni all’interno dei nuovi brani. Ci piace però stuzzicare l’interesse degli ascoltatori, spingerli alla scoperta del materiale nella speranza di potergli far scoprire qualcosa di interessante dandogli la possibilità di giudicare loro stessi dopo l’ascolto. Riguardo alla nostra “fuga” dal precedente genere non la definiremmo come
tale. Si è trattato semplicemente di una scelta musicale differente per poter cercare di esprimere al meglio un lavoro basato su un concept di questo tipo. Del resto ogni contesto della vita ha una musicalità ed un colore diverso in base alla situazione.

L’album è stato registrato da Simone Mularoni. Che esperienza è stata registrare con lui? Tra l’altro sarà presente come guest in uno dei brani…perché la scelta è ricaduta su questo artista ed il suo studio?

Ogni volta che si esce da casa e si entra in studio da Simone è come non essere mai usciti dalla porta. L’esperienza è stata magnifica, lui è un grande professionista e riesce a farti sentire pienamente a tuo agio agevolando le registrazioni e “mettendoci del suo”, dunque da qui a fargli fare un super assolo nei nostri brani il passo è stato breve. La scelta è ricaduta su di lui perché in precedenza con noi aveva svolto un ottimo lavoro con “Abductions” e in seguito con “Ascent”, dunque sapevamo che scegliendo lui saremmo riusciti ad ottenere ciò che volevamo. Insomma, Simo è una garanzia.

Simone vi ha trasmesso delle informazioni di cui avete fatto tesoro e che hanno arricchito il vostro bagaglio musicale?

Assolutamente si, ma dovrete aspettare il prossimo album per assaporarle!

Qual è stata la sequenza in base alla quale avete registrato gli strumenti? Ci sono stati dei cambiamenti in corso d’opera? Intendo modifiche a qualche arrangiamento che avete apportato una volta in studio…

Si è partiti con le chitarre, il basso poi la batteria, le voci sporche/pulite e in seguito i cori, sia puliti che “hardcore”. Ci sono stati dei cambiamenti in corso d’opera su consiglio di Simone e non vorremmo dirlo ma l’ultima canzone dell’album è stata scritta per l’80% lì in studio al momento così come ci è venuta in mente. Per noi è stato abbastanza “traumatico” questo fatto essendo solitamente abituati a rivedere molte volte le canzoni durante la fase di scrittura ad avere tutto pronto e stabilito prima di registrare.

L’uscita dell’album è prevista per settembre, avete già una data precisa? State preparando anche un release party?

Certamente! La data esatta è settembre! No, in realtà non abbiamo ancora deciso il giorno esatto perché abbiamo ancora qualcosa in ballo. Saremo in grado di specificare meglio tra qualche settimana, quindi tenete d’occhio la nostra pagina. Il release party ovviamente ci sarà ed è una delle cose in ballo.

In che modo verrà supportata l'uscita dell’album? Avete intenzione di girare un video per qualche brano in particolare?

Verrà supportata in maniera “artistica”. Solo seguendoci potrete capire cosa intendiamo e assolutamente sì, gireremo un videoclip della penultima canzone dell’album, con lo scopo di far domandare all’ascoltatore come si sia arrivati a quel punto e quindi intraprendere il viaggio attraverso le dieci canzoni precedenti. Se vi state chiedendo perché allora non dell’ultima canzone, lo dovrete scoprire ascoltando l’album stesso… In seguito, in base al riscontro del pubblico, abbiamo intenzione di girare altri due video ufficiali, rispettivamente per un brano del purgatorio e per uno dell’inferno così da raccontare ancor più in modo approfondito come si è arrivati alla fine del cammino.

Bene ragazzi, vi ringrazio per il tempo che avete trascorso con noi. L’ultima parola spetta a voi, lasciate un messaggio ai nostri lettori. A presto!

Grazie a voi per le vostre domande, è stato un piacere poter approfondire qualche punto con voi. Ai lettori diciamo solo questo: essendo “nell’antinferno” che precede l’uscita dell’album, “Lasciate ogne speranza, o voi ch’intrate”. Insomma seguiteci, sarà un piacere per noi accompagnarvi nel viaggio attraverso l’inferno, il purgatorio e il paradiso, così come fecero Virgilio, Stazio Beatrice e S.Bernardo con Dante, nella speranza di potervi offrire spunti di riflessione su voi stessi e ciò che vi circonda.