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Cellulite Star: “Out Of The Cage” – Recensione

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E’ l’album della libertà, quella cercata per potersi esprimere.
E’ l’album della fatica, dei sacrifici, per uscire non solo dalla gabbia, ma anche dal mondo dei pregiudizi.
Nel panorama hard and heavy targato Italia, le Cellulite Star sono una novità. Una ventata di freschezza che sinceramente mancava. E non è stato facile arrivare a questo punto di svolta.
Come dichiarato proprio a Metal In Italy dalla cantante Isabella Tuni (Izzy) durante le registrazioni di “Out Of The Cage” vi sono stati cambi in formazione che hanno, per forza di cose, rallentato i lavori ed in qualche modo scombussolato i piani della band veneta.
“Out Of The Cage” segue l’album d’esordio “Explicit Attitude” targato 2008. La carica esplosiva è rimasta intatta. Ciò che forse è stato aggiunto è quel tocco punk, sapientemente unito a due gocce di glam. Ne viene fuori un album dove non ci sono pause.

Per far capire chi comanda ci pensa la track d’apertura “Alpha Woman”: un concentrato di girly rock con pochi fronzoli e molta sostanza.
Izzy e socie hanno deciso di puntare sulla titletrack, primo singolo estratto e di cui è stato realizzato anche il video, ma per quanto la scelta sia stata idonea, se non altro per il messaggio da veicolare, le Cellulite Star avrebbero potuto tirare a sorte.
Avrebbero potuto puntare su “The Maze That I Am”, cattiva e roboante, oppure su “Old Inside”, vero e proprio inno all’autoproclamazione d’indipendenza.

Durante l’ascolto dell’album è impossibile non muovere un piede, una mano… Tenere il tempo, insomma. L’intera release è uno shaker nelle mani di un barman (figo) che agita e riagita il suo cocktail, prima di versarlo nella coppa. Il sorseggiare del drink diventa piacevole oltremodo quando il player si ferma su “Cruel”: una power ballad che accoglie anche le note vocali di Damna degli Elvenking (che dell’album è produttore), la maestria del guitar hero Ethan Brosh e le tastiere di Fede degli Hell In The Club.
Chiude il disco “Vivo Perchè Sogno”, cantata in italiano appunto, che riprende un po’ il concetto della libertà provata nel momento in cui quella gabbia si piega e si apre. Lodevole il fatto che la credibilità della band resti assolutamente la stessa. Si sa che cantare nella lingua madre può rappresentare un limite per le band che si cimentano in questo genere. Il coraggio delle Cellulite Star viene premiato dalla riuscita del pezzo in quanto le ragazze hanno dimostrato di essere a proprio agio anche con la song italiana, preservando l’anima rock on the road che le ha accompagnate in questo stupendo viaggio.