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Coffee Overdrive: “Pagare per suonare con un gruppo grosso? No grazie!”

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Il 7 dicembre mi ritrovo al Condor dark club di Rubiera (RE) per fare il foto report del release party dell’album “Murder Dinner”, dei Coffee Overdrive; ne ho approfittato anche per scambiare due parole con Oleg, fondatore e anima del gruppo… il bello di parlare con Oleg è che tu pensi di fargli tre domande e lui, grazie ai suoi poteri telepatici, risponde a tutte e tre, prima che vengano fatte.

Ciao, Oleg inziamo con una piccola presentazione di questo album.

Oggi siamo al Condor Dark club di Rubiera per presentare il nostro terzo album. Si chiama Murder Dinner: murder può essere tradotto come omicidio o come stormo di corvi, quindi può essere una cena con omicidio o una cena da uno stormo di corvi per dei miei viaggi mentali che si possono intuire leggendo il testo all’interno del booklet del CD. Dicevamo che è il terzo album e chiude una trilogia sui pasti: i precedenti sono Revolution Breakfast e Rocket Lunch. In realtà non c’è un collegamento diretto con il tema “pasti”, è più una casa nata e morta per caso: poi si vedrà, magari la prossima volta faremo un disco sulla fame o sulla carestia.

Ad ogni modo è un disco molto onesto, otto brani. Abbiamo cercato di pensarla come i dischi che ci piacevano da ragazzi (quindi si parla di primi anni 90): quelli degli Iron Maiden, dei Metallica, album con pochi pezzi tutti belli, tutti potenzialmente dei singoli. Abbiamo cercato di dare il nostro meglio mantenendo un po’ di varietà sonora: non è un disco monogenere, è hard rock così come è metal, ci può essere del grunge, del punk; cerchiamo di mantenere la nostra voglia di non darci dei limiti.

Rispetto ai precedenti, una grossa novità è che l’abbiamo registrato tutto live: batteria, basso e le die chitarre le abbiamo registrate tutte assieme nello stesso momento quindi il feeling da live era quello che volevamo dare; abbiamo sovrainciso solo le voci e qualche assolo.

A livello di suoni, di impatto sonoro, non ci sono delle gran differenze fra i dischi, tutti parlano di una sorta di risveglio (da qui il nome del gruppo, Coffee Overdrive). Magari il primo concettualmente era animato da tematiche post adolescenziali, questioni di cuore, personali, il secondo, Rocket Lunch, era più orientato sui problemi nella società pur non parlando esplicitamente di politica il senso era quello. Questo è più “vita e morte”, più esistenzialista, pur essendo diretto e non certo un “pippone” filosofico

Ma musicalmente c’è un’evoluzione, senti che siete cresciuti rispetto ai primi due?

Secondo me sì, più che altro dal punto di vista della costruzione dei pezzi: se a livello qualitativo abbiamo sempre avuto sempre alti standard, un’evoluzione c’è stata soprattutto a livello di approccio ai pezzi. Nel primo c’erano delle belle idee, ma sfruttate in maniera troppo ingenua, parti troppo tirate per le lunghe, certe intro magari erano eccessive, certe parti cantate in cui certe volte ci mettevo più parole di quelle che servivano…

Forse anche col primo album solitamente c’è sempre voglia di dimostrare più di quello che sarebbe necessario

Esatto… c’era un po’ di fotta, abbiamo messo tanta carne al fuoco: è venuta cotta bene, ma magari qualche pezzettino bruciacchiato c’era. Nel secondo, Rocket Lunch, ci siamo spinti più sulla sperimentazione, abbiamo messo più cose che esulano completamente dai contesti tipicamente hard rock e metal come ritmiche reggae o ska; certa gente ci ha anche insultati, però suonavamo bene e non ce ne frega un…

In Murder Dinner, i pezzi, pur avendo tecnicamente delle parti complicate, sono più essenziali, “cincischiamo” meno ed arriviamo dritti al dunque, anche, come dicevo prima, per il numero di pezzi: è stato fatto qualcosa di sintetico, senza perdersi in momenti superflui, era tutto… secondo me il bello di questo disco rispetto agli altri, l’unico vero vantaggio che vedo è che ci siamo persi meno in certe lungaggini e che è tutto molto più essenziale. Poi magari l’altra differenza che noto è che è un pelo più dark, un po’ più scuro, ma qui perché si ricollega alle tematiche di cui parlavo prima, si parla un po’ di vita ed un po’ di morte, quindi nei pezzi in cui c’è più di mezzo la morte e sono un po’ più cupi

Siccome, ormai, non di soli contenuti si vive, come pensate di muovervi per quanto riguarda la promozione?

Francamente non sappiamo più come funziona il mercato adesso, il problema grosso è questo, che non capiamo qual è la via. Noi ci siamo finanziati la registrazione e la stampa, dopodiché ci proporremo per vedere se qualcuno crede nel progetto ma, a me, pagare delle “mazzette” per far da spalla a qualche gruppo grosso o per organizzare dei Tour fatti apposta per spillarti soldi, non interessa.

Questo disco lo abbiamo fatto più per una voglia personale che per un bisogno di farci conoscere o di rivalsa. Questo apparteneva più al primo album, il primo sì che abbiamo spinto, avevamo avuto dei contatti seri, poi sfociati in nulla per vari motivi; quest’ultimo lo stiamo affrontando molto più per una questione di soddisfazione personale che altro, e, se deve venir fuori, deve venir fuori più con un passaparola e con l’apprezzamento della gente, ecco, se qualcuno incappa sul nostro prodotto e pensa che sia una cosa valida su cui investire noi siamo qua, se pensa che siamo un bancomat no!

Quindi per ora avete stampato solo il cd?

Si; lo metteremo online ma per ora, sempre per uno stile vecchio stampo, l’idea era di avere avere solo la copia fisica del cd da vendere ai live che abbiamo in programma da gennaio alla primavera anche perché abbiamo fatto un lavoro molto curato, partendo da un bel libretto con tutti i testi, alle immagini aggiuntive… un prodotto che è bello avere in mano e che ti dà tutto il senso dell’opera; poi lo metteremo ovviamente su spotify e portali vari, ma prima volevamo toglierci lo sfizio di fare un po’ di date e vedere se c’è gente che ancora gli frega di prendere i dischi veri.

Attualmente molti stanno estremizzando il discorso passato\futuro, saltando la copia fisica del cd e facendo solo il vinile e il prodotto digitale

L’idea del vinile non ci dispiace perché, a livello di sonorità, il nostro album più che una compressione digitale si presta ad essere pompato da un bel vinile con delle belle casse di una volta, ma il problema, detto senza mezzi termini, è che costa un’ira di Dio…  ad un livello come il nostro è un po’ proibitivo, perché non abbiamo garanzie di vendita e costa veramente tanto… i quantitativi minimi sono veramente alti, quindi abbiamo preferito fare una cosa un po’ per gradi: ci piacerebbe, se magari qualcuno fosse anche interessato, anche una piccola etichetta, condividere le spese e stamparlo.

Altra novità rispetto agli album precedenti è la formazione, come sta andando?

Per quanto riguarda la sezione ritmica, il batterista, Riccardo, che nel disco precedente aveva suonato solo due pezzi, perché era entrato nella band da poco, in questo album ha suonato ed arrangiato lui le sue parti e ha fatto tutto, mentre il bassista, Davide, suona con noi ormai da tre anni. Nell’album la chitarra l’ha suonata Gionata Bellei, che è sempre stato il chitarrista storico della band che però adesso non è più con noi: abbiamo il Nino che è un ragazzo veramente in gamba che si è inserito in maniera molto naturale nelle dinamiche di gruppo, riesce a suonare le cose ce faceva prima Gionata che non sono per  niente facili e poi vedremo cosa metterà del suo le prossimo volte… però per questo c’è tempo.

Su Youtube potete vedere il video di Distraction Therapy, primo singolo tratto dall’album Murder Dinner

Foto Report REM Photography by Matteo Virga

Coffee Overdrive

Jolly roger in Apertura di serata