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Distruzione: “Distruzione” – Recensione

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I Distruzione fanno parte di quella schiera di band italiane che appartengono alla storia, perché ne sono partecipi e continuano a scriverla anche a venticinque anni di distanza dagli esordi, l’album “Distruzione” ne è la prova lampante.

Potremmo stare qui a ripercorrere tutta la carriera del combo parmense, ma è decisamente meglio focalizzarci sulla nuova fatica discografica. I testi sono ovviamente in italiano, lingua prediletta e mezzo migliore attraverso il quale riversare tutta la rabbia e la voglia di denuncia sociale. Il singer Devid Roncai, con il suo timbro cavernicolo, si amalgama alla perfezione con le distorsioni rabbiose delle chitarre. Le liriche vengono letteralmente vomitate in faccia all’ascoltatore, non ci sono linee melodiche da seguire, solo distruzione!

Il Thrash/Death degli esordi, duro ed arcigno, ha lasciato progressivamente il posto ad un Death Metal di chiara matrice nordeuropea, At The Gates in primis, The Haunted, Entombed, ma che non disdegna ritmiche che richiamano alla mente i Carcass di “Heartwork”. Massimiliano Falleri e Gianluca De Lillo giocano un ruolo primario, perché attraverso riff abrasivi suonati a velocità siderali alternati a progressioni più cadenzate ed ipnotiche riescono a conferire ad ogni traccia la giusta dose di dinamismo, così il sound risulta corposo, un vero e proprio wall of sound insormontabile.

Superlativo anche il lavoro svolto dalla sezione ritmica, con il basso di Dimitri Corradini e la batteria di Dave Colombo che scandiscono i tempi di composizioni frenetiche ed indiavolate, impreziosite da frequenti stop and go che “vivacizzano” il tessuto sonoro. È il drummer ad emergere in modo particolare, il suo stile è tutt’altro che scontato, una vera e propria macchina da guerra. La devastazione sonora trova però anche qualche attimo di respiro, derivante da passaggi più rallentati e forieri di melodie sinistre ed oscure, altro elemento che rende ancora più interessante l’album.

Difficile citare uno o più brani, “Distruzione” si presenta come un continuum efferato e carnivoro, che divora e polverizza tutto ciò che incontra sul proprio cammino. I Distruzione hanno fatto nuovamente centro e ribadiscono, se ancora ce ne fosse bisogno, che spetta loro un posto nell’olimpo delle band storiche del panorama nazionale.