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Doomraiser: legno, sudore, pelli, valvole e metallo

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doomraiser band

“Reverse (Passagio Inverso)” (la recensione) è un viaggio, un percorso interiore, un’alternanza di sensazioni che trovano nel Doom delle origini la loro forma espressiva migliore. Con il quarto album in studio i Doomraiser hanno dato vita ad un vero e proprio gioiello “oscuro”. Non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione per parlarne con la band.

Salve ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. Sebbene non sia necessario, vi chiedo di presentarvi ai nostri lettori, a beneficio di chi ancora non vi conoscesse, raccontandoci le tappe fondamentali della vostra carriera.

BJ – Ciao a tutti. Bene i Doomraiser sono un’entità che si è formata nel 2004 con l’intento di rendere tributo alla musica e alla famiglia del DOOM, da noi ritenuto appunto non solamente un genere musicale, ma un vero e proprio fulcro di energie. Abbiamo dato ora alle stampe il nostro quarto album ed oltre ai full lenght abbiamo pubblicato svariati split in 7” e 12”. Per ogni disco abbiamo avuto sempre una costante attività live, per noi la dimensione più congeniale per esprimere le nostre sensazioni e per mostrare l’entità che si manifesta nel momento in cui le singole unità che le danno vita si uniscono. Alcuni tour europei alle spalle e palchi condivisi con band che spesse volte sono state quelle per cui abbiamo preso lo strumento in mano o ci hanno addirittura influenzato portandoci a suonare il tipo di musica che facciamo.

CYNAR – Il primo nucleo della band risale al 2004, con quella formazione abbiamo scritto “Lords of mercy”, che è il nostro primo album, il successore “Erasing the remembrance” e due singoli in vinile formato 7 pollici. Nello stesso tempo abbiamo preso parte a tanti live cimentandoci in vari tour in Europa. Questa è stata la prima tappa della nostra storia. Nel 2009 il chitarrista Valerio decide di lasciare la band per dedicarsi ad altri progetti musicali, viene sostituito nello stesso anno da Willer. Con questa nuova formazione giunge alle stampe il terzo album “Mountains of madness” e i due split: uno con gli americani Earthride e l’altro, più recente, con i connazionali Caronte. Nell’anno 2013 il nostro chitarrista originario Drugo decide di lasciare la band per motivi personali e nello stesso anno anche Willer, trasferitosi in un’altra città, lascia il progetto. Vengono sostituiti da Montagna e Serpico. Con la nuova line-up abbiamo fatto uscire il nostro quarto album Reverse (Passaggio inverso).

Andiamo subito al sodo: “Reverse (Passaggio Inverso)”, cosa rappresenta questo titolo e quali sono le tematiche trattate al suo interno?

BJ – Reverse è il presente che grazie al passato si potrae e si rivolge al futuro. La contrapposizione che dà inizio ad un qualcosa.

CYNAR – “REVERSE passaggio inverso”: significa arrivare alla conoscenza e alla luce percorrendo la strada buia ed oscura, ovvero la strada opposta e contraria. Si può arrivare alla luce delle “cose del mondo” tramite dei processi che sono apparentemente antitetici. Io penso che solo se si attraversano gli oscuri sentieri dell’io profondo si possa trovare la conoscenza più pura. Reverse rappresenta una sorta di viaggio di colui che ricerca attraverso la strada più buia dell’essere, solamente guardando la tenebra più nera si scopre la vera bellezza della luce. Le tematiche sono molteplici e toccano temi vicini ai mali interiori e ai mali del mondo, temi come l’assuefazione, il vizio, la condanna della condizione umana come dilemma del vivere, denunciano cospirazioni e complotti mondiali che bloccano e alienano il vero sviluppo e la vera coscienza umana, temi come la morte, l’interpretazione dei simboli che costellano la nostra vita per poter realmente risolvere le arcane condizioni che stanno dentro la parte più profonda dell’anima.

Rispetto ai capitoli precedenti ho notato un ulteriore maturazione artistica, segno che la band ha trovato la giusta quadratura del cerchio. Non più una rivelazione, semplicemente una conferma del vostro valore artistico. Siete consapevoli di aver creato un album spettacolare?

MONTAGNA – Beh, grazie per lo Spettacolare! Abbiamo trovato un bellissimo equilibrio in questa formazione a livello sia compositivo che personale. Ci abbiamo lavorato parecchio con il giusto (tantissimo) entusiasmo anche se in breve tempo, ci siamo scontrati dove serviva, ci abbiamo rilavorato su e ci siamo trovati con l’album fatto in men che non si dica. Noi ne siamo entusiasti, e non ti nascondo che potrebbe diventare uno dei miei dischi preferiti..
BJ – Siamo consapevoli di aver fatto un buon lavoro per questo disco, grazie anche alla personalità che stiamo costruendo negli anni e, a come ha già detto Montagna, all’equilibrio che si è creata con questa formazione. C’è grande sintonia, partecipazione, voglia di parlare in questo modo a noi tanto caro di esprimerci e di dar suono alle nostre sensazioni. Abbiamo lavorato sodo e grazie all’alchimia che si è creata siamo riusciti a preparare l’album in breve tempo dal momento in cui abbiamo messo mano al nuovo materiale.
CYNAR – Siamo consapevoli di aver fatto un buon lavoro quello si, del resto sta agli altri giudicare! Comunque siamo lusingati dei vostri apprezzamenti e vi ringraziamo. Abbiamo sempre voglia di creare qualcosa di nuovo pur rimanendo ancorati ad una proposta e ad una linea di pensiero musicale e concettuale. Ogni album è un passo avanti, una visione delle cose, una sfida, un approccio alla vita, quindi una nuova esperienza che ci arricchisce come musicisti e come uomini. L’arte rende sublimi i mali.

Quali sono i punti in comune rispetto al precedente album? Ritenete che il cambio di line up che ha visto un avvicendamento alle chitarre abbia influito sul songwriting?

CYNAR – Sicuramente la nuova line-up, quindi l’inserimento di Serpico e Montagna, ha dato un nuovo approccio e una nuova linfa vitale al progetto. In poco tempo siamo riusciti a trovare la giusta armonia per incominciare a scrivere l’album in questione. Penso che comunque non si sia perso il nostro marchio di fabbrica, anzi come un sistema a ritroso siamo tornati indietro per recuperare quella che era la nostra vena più grintosa e heavy dei primordi miscelandola a nuove formule di scrittura. Sicuramente Reverse si discosta un po’ dal suo più lisergico predecessore, esso è più oscuro, ha una maggiore grinta di fondo e nello stesso tempo è intimista e profondo.

BJ – E’ normale che l’ingresso di due nuovi chitarristi da un album all’altro porti alcuni cambiamenti. Mi piace comunque raccontare, visto credo faccia capire come è nato il nuovo disco, quello che ci si diceva con Cynar quando pensavamo al nuovo disco, ancor prima di cominciare a lavorarci. Parlavamo di come la nostra evoluzione, partita dal suonare come tributo e grandi fan, doom nella maniera migliore possibile potessimo riuscire nel primo disco, portarlo poi una nostra dimensione nel secondo per poi nel terzo renderlo più visionario, come continuare nella nostra evoluzione. Si ragionava sul fatto che eravamo arrivati all’apice della “psichedelia” da noi interpretata e per noi come band e di come comunque il punto a cui eravamo arrivati doveva essere mantenuto, ma dovevamo allo stesso tempo riprendere quel suono, quel doom primordiale che ci apparteneva come esseri, come persone, riaggiungere una maggiore componente metal (anche da qui il titolo Reverse, evoluzione che nasce tornando indietro). Casualmene i chitarristi, già nostri amici, che sono entrati a far parte dell’entità Doomraiser avevano ed hanno nella loro indole, questo suono più metal radicato dentro di loro e chi già non lo aveva fatto in passato, voleva sposare delle sonorità che invece nei Doomraiser erano presenti. Con stupore ci telefonavamo e ci dicevamo vedi alla fine chi sta suonando con noi ora, è un segno. Nulla avviene realmente per caso. Ci sono delle energie che noi convogliamo, anche inconsciamente e che condizionano o rendono possibili degli eventi.

Avete registrato l’album presso i Kick Recording Studio con Marco “Cinghio” Mastrobuono, come sono andate le fasi di registrazione?

BJ – Siamo molto contenti della scelta che abbiamo fatto di registrare il nuovo album con Cinghio presso i Kick Recording Studio. Potevamo non porci limiti su come ottenere in studio il nostro suono, il nostro wall of sound e Marco oltre ad essere un fonico veramente in gamba, è riuscito ad entrare e capire quelle che erano le nostre esigenze, la nostra anima, non lavorando passivamente, ma anzi dandoci giusti consigli per rendere al meglio quando era necessario.
CYNAR – È stata una session di registrazione molto intensa e rilassante allo stesso momento. Abbiamo lavorato nella maniera più libera sotto tanti aspetti e Cinghio ci ha aiutati a far uscire la naturalezza del nostro marchio di fabbrica.

MONTAGNA – Cinghio ormai è una certezza: abbiamo parlato un po’ del tipo di sound che avremmo voluto per questo album, è venuto in sala ad ascoltare i pezzi ultimati, e ci ha aiutato a creare al meglio . Se arrivi in studio con le idee chiare e hai fatto il tuo lavoro da musicista, lui fa il suo da fonico, ed ha tutta la strumentazione per farlo. Non nascondo certo che ci siano stati dei momenti che hanno richiesto l’utilizzo di stratagemmi per migliorare la resa del sound, come ad esempio dei “santini” di Kerry King che hanno decisamente appesantito dei palm muting non troppo incisivi.. hehe…

Nel presentare lo streaming dell’album il buon “Cinghio” ha utilizzato un tag molto eloquente #ivstdalliargatto, segno del fatto che non ci sono diavolerie elettroniche nella registrazione, ma solo i vostri strumenti, vero?

MONTAGNA – Legno, sudore, pelli, valvole e metallo. Questa la strumentazione usata per la registrazione dell’album! Non siamo amanti delle diavolerie digitali, per quanto queste rappresentino una comodità in molti casi, ed in linea con Cinghio abbiamo usato quanta più strumentazione avevamo a disposizione (e ti assicuro ne abbiamo portata tanta…). Con lui condivido la passione per strumenti, amplificatori ed effetti analogici, e credo di non riuscire a ricordare quanti ne abbiamo usati in studio!!

BJ – Diavolerie elettroniche? Il doom è l’heavy metal delle origini e come tale deve essere suonato e registrato. Mentre registravo avrei dovuto mettermi un tappeto sotto i piedi per asciugare il sudore che usciva per il calore che usciva dalle valvole delle testate che ho usato ed altre macchine ahahah…

Ho apprezzato molto anche l’artwork dell’album. Si tratta di un’opera di Roberto Toderico, che ha lavorato su vostre direttive. Soddisfatti del lavoro che ha svolto? Cosa rappresenta l’immagine di copertina?

CYNAR – Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto dal nostro amico Roberto, è stato bello condividere con lui questa visione ultima di Doomraiser, non solo perché è un amico ma anche e soprattutto perché è un grande artista, si è cimentato completamente nello spirito del discorso ed è riuscito ad arrivare subito all’intento. La copertina raffigura Doomraiser girata di spalle, davanti a lei un grande braciere in cui essa brucia tutte le sue più grandi paure, i suoi vizi, mette alla luce i segreti dell’anima e svela al contrario se stessa, e lo fa di notte all’interno della grotta buia dell’io, nella parte più intima dello spirito esorcizza il suo subconscio più atavico. Brucia sentimenti, passioni, sacrifica se stessa per ritrovare in seguito se stessa.

BJ – Bob ha fatto un bel lavoro. Abbiamo lavorato, anche se per via mediatica, a stretto contatto ed ha interpretato bene quello che era il nostro concetto pur mantenendo un certo stile che abbiamo intrapreso a livello grafico da un po’. Le copertine dei nostri lavori sono tutte collegate tra loro ed infatti, dall’apertura della grotta da cui si intravede l’esterno si vede il paesaggio che era nel precedente artwork. Il legame non è solamente grafico, ma anche concettuale. Doomraiser che fin dal primo disco è con noi e ci sta conducendo nel nostro percorso, questa volta, pur se di spalle ci rende partecipi di quanto sta facendo in quanto noi, e chiunque guarda la copertina, è dietro di lei partecipe del rituale che sta celebrando.

Mixing e mastering sono stati affidati a Billy Anderson, di certo non l’ultimo arrivato…come mai la scelta è ricaduta su di lui?

MONTAGNA – Billy era un sogno di vecchia data che finalmente siamo riusciti a realizzare! E’ stata dura lavorare a distanza, ma i risultati ci hanno dato ragione: siamo pienamente soddisfatti di come ha interpretato e capito il sound dei Doomraiser, e di come ha reso l’atmosfera ed il mood dell’album. Io personalmente quando ho ascoltato il master dell’album avevo i brividi come un adolescente che sente per la prima volta l’album della sua band preferita.

BJ – Avevo in mente di lavorare con lui e lo avevo proposto già ai tempi di Erasing the remembrance, perché mi è sempre piaciuto il suo modo di lavorare e far rendere al meglio l’anima di alcuni dischi. Quella volta non se ne fece nulla per una questione di budget e tempistiche, ma era stata la scusa di prendere contatto con lui. Nel corso del tempo mi è capitato anche di incontrarlo personalmente e scambiare quelle che erano le nostre produzioni parlandone.

CYNAR – Perché sapevamo come lavorava, conoscevamo tantissime produzioni fatte dalle sue mani e dalle sue orecchie, e per la concezione che avevamo dell’album era ottima la scelta. Il disco è molto oscuro e pesante, noi volevamo renderlo ancora più oscuro e opprimente, pensavamo fosse in grado di sublimare tutto ciò, e così è stato, siamo contentissimi del lavoro svolto dal guru dei watt.

Tre tracce vedono anche due guest appearances, ovvero Labes C. Necrothytus (Abysmal Grief) e Valentina Rocchi. Come sono nate queste collaborazioni e qual è stato il loro contributo?

BJ – Con gli Abysmal Greaf ci conosciamo da diverso tempo e abbiamo un buon rapporto anche non essendo persone che si frequentano assiduamente. E’ capitato d’incontrarci in occasione delle diverse volte in cui abbiamo condiviso il palco e nell’ultimo anno era successo più di una volta. Abbiamo sempre inserito nei nostri dischi strumenti diversi da quelli che utilizziamo in sede live, per arricchire il suono in studio, quando live non ce ne sarebbe comunque bisogno essendo due dimensioni diverse. Nel momento di mettere inserire un piano ed un organo ci è sembrato bello collaborarore con Labes essendo loro una delle migliori realtà italiane. Stesso motivo l’inserimento del violino, che nessuno di noi sa suonare e non amando strumenti che riproducono sinteticamente il suono di uno strumento molto più bello se si riesce ad ascoltarlo con il legno con cui è costruito, abbiamo trovato aiuto di Valentina.

Nel corso degli anni avete avuto modo di calcare palchi importanti con band di assoluto prestigio, cosa dobbiamo aspettarci in futuro? Ci sono delle date che dobbiamo tenere a mente?

BJ – Non possiamo fare a meno di esprimerci in sede live. Siamo prossimi alla partenza per il nostro nuovo tour Europeo che faremo in compagna con gli Shores of Null e che farà tappa in Italia per una data il 18 febbraio a Bologna. Poi sì ci sono altre date da annotare, sia in Italia che all’estero, ma al momento dobbiamo aspettare che vengano annunciate per poterle comunicare. Vi arriveranno sicuramente.

CYNAR – Tra un po’ di giorni sveleremo molte novità.

L’intervista è conclusa, vi ringrazio per il tempo che avete dedicato a Metal In Italy, vorrei che foste voi a concludere l’intervista lasciando un messaggio ai nostri lettori. A presto. Doom on!

BJ – Grazie a voi per lo spazio ed il supporto che ci avete dato. Ci si vedrà spero in giro per scambiare ed unire le nostre energie nel nome del metal delle origini.

CYNAR – Grazie a voi, ci vediamo presto on stage, DOOM ON!