Home Interviste Dramanduhr: “Vivo e scrivo la mia musica a pochi passi dal mare”

Dramanduhr: “Vivo e scrivo la mia musica a pochi passi dal mare”

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Ieri vi abbiamo presentato in esclusiva “Tàhn Stun Karràh” di Dramanduhr. Oggi vi proponiamo l’intervista al mastermind della band.

Diamo il benvenuto sulle pagine di Metal In Italy al progetto Dramanduhr. Prima di entrare nel vivo della chiacchierata, ci rivolgiamo alla mente della band: come nasce Dramanduhr? Sappiamo che si tratta di una one man band…

Si verissimo, Dramanduhr è una one mand band, un progetto da studio che nasce da un’esperienza personale molto forte, accaduta il 25 dicembre del 2020. L’evento ha scatenato in me una serie di meccanismi interni che mi hanno portato al concepimento di questa “entità artistica”. Quando quel giorno mi sono imbattuto in questa musa, ho visualizzato tutta una serie di immagini correlate ad essa. Ho visto vulcani in eruzione e templi all’interno dei quali si svolgerebbero riti di evocazione celebrati in una lingua misteriosa e accompagnati da cori e percussioni. Per me, Dramanduhr appartiene a questo scenario.

Perché hai deciso di intraprendere questo cammino? Quali sono le tue esperienze precedenti e come sei arrivato al “Metal”, inteso come genere estremo…

In verità, inizialmente non è stata una vera e propria scelta. Mi sono sentito letteralmente preso per mano e accompagnato a scrivere da questa entità. Ciò che ho fatto è stato solamente lasciare andare il flusso creativo per fare in modo che quei contenuti si potessero esprimere nella nostra realtà. Provengo dal mondo del pop/rock e le band alle quali mi sono da sempre ispirato e che mi hanno
“insegnato” a suonare gli strumenti che suono sono state band storiche come i Beatles, gli U2, gli Oasis o i Cranberries. Insomma, quella musica immortale che puoi suonare intorno ad un falò in spiaggia con gli amici. Ma crescendo ho imparato a essere elastico e, andando oltre, mi sono avvicinato al mondo delle distorsioni apprezzando gli Him, i Korn, i Linkin Park, i Rammstein fino ai Death Spell Omega. Di questi ultimi, oltre alla musica, apprezzo molto anche il fatto che praticamente sono come dei fantasmi nel web, niente social, niente sito web, solo musica interessante e qualche immagine d’impatto.

Personalmente non sono molto favorevole alle “etichette”, quando si parla di generi musicali, ma non posso fare a meno di citare quanto riportato sule sito della band: “Esoteric, Mediterranean, Avantgarde Metal Project. Perché hai deciso di inquadrare così la tua musica?

A dire il vero, sono stati i primi comunicati stampa e i primi feedback ricevuti dal pubblico a definire la musica di Dramanduhr con queste caratteristiche. All’inizio, ciò che sapevo di sicuro era che fosse qualcosa di esoterico, almeno a livello intimo. Ma sono stati i feedback dei primi ascoltatori che, abbastanza all’unisono, hanno captato delle suggestioni sonore mediterranee e d’avanguardia.
E devo dirti che sono stato molto sorpreso quando l’aggettivo “mediterraneo” è saltato fuori perché ho pensato che forse, senza volerlo, con questa musica ho portato a galla una parte della mia storia molto più profonda e radicata. In effetti, vivo e scrivo la mia musica a pochi passi dal mare, sono siciliano di nascita e con origini greche per via paterna, quindi la definizione mi ha fatto piacere e ho deciso
di prenderla sul serio.

Ho ascoltato i brani già pubblicati, mi ha incuriosito, oltre all’aspetto musicale, anche quello linguistico. Qual è la lingua che usi e perché questa scelta?

La lingua utilizzata è più un linguaggio che esalta il significante delle parole piuttosto che il significato ed è fatto di glossolalia. Inizialmente cominciai ad emettere suoni vocali che andavano bene con la parte strumentale, non mi importava di scrivere parole che dovessero raccontare chissà cosa. L’esperienza mi chiedeva un’atto estremo di follia senza storie da raccontare, apparentemente
senza un senso e senza razionalità. Volevo solamente lasciarmi andare al flusso artistico e alle visioni di cui ero pervaso. Poi, giacché l’esperimento funzionava, in un secondo momento decisi di trascrivere lettera per lettera quelle improvvisazioni e di organizzarle come un vero e proprio testo, con tanto di strofe e ritornelli. Così, decisi di battezzare quel linguaggio con il nome di “Dahrmonium”. Ma ciò che
realmente conta è che ogni volta che canto quei versi, mi sento come se cantassi una costante Alleluja verso qualcosa. Le parole del Dahrmonium non si possono tradurre perché mirano più alla forza delle vibrazioni che emettono, in unisono con la parte musicale. L’effetto su di me è che quando canto queste parole mi sento in continua comunicazione con qualcosa o qualcuno di divino.

Abbiamo presentato in anteprima sulle pagine di Metal In Italy “Tàhn Stun Karràh”. Puoi presentarci il brano?

Tàhn Stun Karràh è il terzo estratto dalla mia prima raccolta, brano che ho la fortuna di presentare qui in anteprima sulle pagine di Metal in Italy. Detto ciò, non mi sento di influenzare l’ascolto della canzone in nessun modo, preferisco che chi
vorrà ascoltarla sia assolutamente privo di condizionamenti.

Immagino che queste uscite singole facciano parte di un progetto più ampio…è prevista l’uscita di un album? Sarà digitale, fisico o entrambi?

Verissimo. Ho un album pronto e uscirà entrò quest’anno. Sicuramente sarà in formato digitale e potrà essere acquistato direttamente sul profilo bandcamp di Dramanduhr. Tuttavia, i miei collaboratori ed io, non sappiamo ancora se stampare digitalmente o meno. Il progetto è ancora troppo giovane per poter capire quanto questa mossa possa essere conveniente.

Rimanendo in tema, negli ultimi anni si è riscoperto il valore del formato LP, più come cimelio, oggetto da collezione che per la riproduzione audio. Qual è il tuo punto di vista in merito a questo argomento?

Purtroppo fatico molto ad accogliere nuovamente il vinile dentro la mia vita. Ero bambino quando li ascoltavo ed erano i primi anni Ottanta. All’epoca però si compravano per essere riprodotti mentre adesso, come dici tu, immagino che sia più una moda. A me piace collezionare fumetti, non dischi ma come collezionista, capisco benissimo che l’oggetto da compare e tenere nella propria libreria o
discoteca è importante e fornisce valore all’opera. Quindi anche se non sono un fruitore del vinile, rispetto moltissimo il collezionismo di tali oggetti, sarebbe bellissimo se anche Dramanduhr potesse uscire in formato LP.

Tu sei di origine siciliana, come si vive il “Metal” dalle tue parti? C’è la possibilità di portare la propria musica sul palco? Ovviamente tralasciando la questione pandemica che ha bloccato tutto…

In Sicilia è difficilissimo portare la propria musica sul palco, ho avuto sempre molta difficoltà a suonare il pop/rock, figuriamoci il Metal. Sono pochi i locali predisposti per la musica “rumorosa”, la maggior parte dei live qui avviene dentro pub, ristoranti e pizzerie dove se vuoi suonare devi fare cover. Tuttavia, ci sono moltissime realtà musicali interessanti e tanti bravissimi musicisti che hanno molta voglia di fare e di stare sul palco. Purtroppo, a remare contro questo impulso creativo sono le circostanze poco favorevoli, nonché la disastrosa situazione attuale.

La nostra intervista è giunta al termine, lascio a te le ultime parole per concluderla ed invita i nostri lettori all’anteprima che arriverà nei prossimi giorni. A presto!

Beh, solamente poche parole per ringraziare Metal in Italy per avermi concesso questo spazio, la cosa mi onora. Ringrazio poi il mio ufficio stampa, tutti i miei collaboratori e soprattutto tutti i lettori che sono arrivati fino alla fine di questo articolo. E solo per i lettori di Metal in Italy, l’anteprima esclusiva del mio nuovo singolo, Tàhn Stun Karràh. Solo per voi, Dramanduhr.